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Due chiacchiere con: Luca Canale Brucculeri (Black Death: The Series)

Il rapporto tra fumetti e tv non è mai stato stretto come in questo momento, dominato al cinema dai fortunatissimi cinecomic e in tv dalle serie tratte dalle opere a fumetti, che riscuotono altrettanto successo. E le produzioni italiane? Non si può dire che stiano a guardare: è in corso di sviluppo, infatti, un progetto davvero interessante, che prende spunto proprio da un fumetto nostrano. Si tratta di Black Death: The Series e promette di rilanciare l’horror scanzonato all’italiana sul piccolo schermo, senza tuttavia tralasciare un tocco on the road dal tipico stile americano.
Abbiamo avuto la possibilità di parlare della serie insieme al suo regista, Luca Canale Brucculeri che, tra l’altro, è un autentico nerd per quanto riguarda horror e fumetti.

Clack: Ciao Luca e benvenuto su Nerdando.com! Ti andrebbe di presentare ai nostri lettori Black Death: The Series dal punto di vista del suo regista? 
Luca: Ciao a tutti! Dunque, come presentare Black Death: The Series dal punto di vista registico? Innanzitutto è una sfida per me, un nuovo mondo a cui approcciarmi e che adoro: sono un divoratore di fumetti, in particolare di Dylan Dog, ho amato Black Death fin dalle prime pagine con il suo stile accattivante, un misto di azione e B-Movie ma su carta, con personaggi carismatici, “cazzari” che non si prendono sul serio ma, quando è il momento di entrare in azione per salvare il mondo, diventano dei veri e propri eroi al 100%.

C: Puoi svelarci qual è l’approccio stilistico che hai scelto per Black Death: The Series?
L: La sfida più grande è appunto quella di presentare Black Death: The Series come una vera e propria ventata d’aria fresca per i cinecomic: sappiamo che negli ultimi anno hanno dominato il mercato cinematografico mondiale con successi ma anche con insuccessi; Black Death porterà in scena qualcosa di visivamente innovativo, un misto tra realtà e finzione, tra celluloide e carta stampata, con uno stile dinamico che possa intrattenere lo spettatore. Il fumetto è un VM 14 a tutti gli effetti, e questo è un elemento che non abbandonerò proprio perché è uno dei punti di forza della storia! Nonostante le novità, cercherò di rimanere il più possibile fedele all’opera originale, pur inserendo uno stile e una firma più personale.

C: Sei un cultore di un certo cinema horror italiano: chi sono i tuoi registi di riferimento e quanto di loro metterai nella serie?
L: Il cinema horror l’ho amato, lo amo e lo amerò per sempre. Faccio horror sostanzialmente perché da piccolo ero molto pauroso, avevo realmente paura di qualsiasi film horror, addirittura mi spaventavo nel vedere semplicemente uno scheletro umano! Ma da un lato ne ero attratto: ad esempio, intorno ai 5/6 anni, amavo una serie a cartoni chiamata “Little Dracula” che narrava appunto le gesta del figlio minore del più famoso Conte Dracula, avevo paura del mondo del sovrannaturale, dell’orrore ma non potevo fare a meno di dormire con la bara di Little Dracula sul comodino. Diciamo che mi dava un senso di protezione! Di conseguenza, l’arrivo del cinema horror nella mia vita è stato graduale e sono amante del cinema della old generation sia come stile che come effetti speciali, tra tutti Mario Bava (che ha anche diretto Diabolik), Lucio Fulci, Michele Soavi ma anche gli internazionali Carpenter e Raimi. Probabilmente però, nella serie, ci sarà molto di più un’impronta nostrana del grande Cinema horror italiano, pur mantenendo un’atmosfera da road trip internazionale.

C: Black Death: The Series è tratto da un fumetto (scritto da Andrea Gallo Lassere): com’è trasporre in tv qualcosa che nasce su carta? L’autore sta collaborando alla realizzazione?
L: Io e Andrea parliamo molto, ci confrontiamo su ogni scelta: ad ogni passo avanti io parlo direttamente con lui e gli comunico le novità che apporterò alla controparte cinematografica. Ha delle grandi idee che ha praticamente utilizzato per il 5% nel fumetto ed ora, con l’arrivo della serie, stiamo raddrizzando il tiro, cercando di utilizzare almeno il 50% delle idee che ha Andrea attualmente. Lavorare ad una trasposizione non è propriamente semplice, hai una grande responsabilità tra le mani: devi accontentare i fan del fumetto, l’autore ma anche il nuovo pubblico e naturalmente te stesso. Fortunatamente ci ha pensato Paola Barbato a scrivere una sceneggiatura che potesse aiutarmi in queste scelte, prendendo la storia di base e trasformandola in qualcosa di più dinamico e ancora più accattivante!

C: Puoi dirci se si tratterà di una trasposizione o se, partendo dal fumetto, la serie avrà uno sviluppo autonomo e parallelo?
L: Posso dire che, per quanto riguarda il pilot (a cui stiamo lavorando al momento), sarà molto fedele alla controparte cartacea ma in alcuni punti si dilungherà e trasformerà ulteriormente, dando più respiro ai personaggi e alle vicende. Per gli episodi successivi, nel momento in cui verrà ordinata la prima stagione, cercheremo di rimanere fedeli al fumetto ma allo stesso tempo di raccontare qualcosa di nuovo, cercando di espandere il mondo di Black Death come lo conosciamo: come per due linee rette affiancheremo la storia originale ma in determinati punti, i più salienti, la incroceremo.

C: Puoi svelarci qualcosa sulla colonna sonora? Ad esempio gli AC/DC, citati esplicitamente nel fumetto, saranno presenti?
L: Per quanto riguarda la colonna sonora ci stiamo ancora lavorando: posso dire che del reparto audio si occuperà un’importante studio di Torino ma per il main theme abbiamo in serbo grosse sorprese legate ad un gruppo amante dell’horror italiano d’annata, allo stesso tempo votati all’innovazione.

C: L‘opera originale presenta moltissime citazioni, anche cinematografiche: sarà così anche per la tua serie?
L: Non ne avete idea! Se il fumetto era pieno zeppo di citazioni anche la serie le avrà, sia basate sul fumetto sia vere e proprie scene nuove dove i protagonisti avranno a che fare direttamente con personaggi del mondo del cinema e non… Ma non voglio svelarvi nulla!

C: L‘Italia ha un panorama fumettistico vario e notevole, finora perlopiù ignorato dalla tv: pensi che il tuo lavoro con Black Death: The Series possa segnare un punto di svolta in questo senso, come accade già in America? (Pensiamo, ad esempio, alla Marvel e alle sue fortunate trasposizioni televisive).
L: L’idea è proprio questa: partire da Black Death ed espandere il tutto ad un livello superiore! La stessa serie potrebbe fungere in futuro da backdoor pilot per nuove serie, chi lo sa? L’interesse per ora è molto alto e questo è un punto a nostro favore, in particolare all’estero!

C: Quando potremo vedere Black Death: The Series?
L: Per ora stiamo lavorando al pilot che sarà pronto per l’estate 2017, da quel momento grazie a Marco Milone, che ha creduto in me e nella mia follia, e a FILMIKA che si occuperà della produzione pratica, si decideranno le sorti del franchise: di sicuro non vogliamo assolutamente fermarci qui, ma espandere Black Death (proprio come la sostanza presente nel fumetto) il più possibile. Le prime immagini in movimento comunque si potranno vedere dopo la fine di ottobre e vi assicuro che i protagonisti non vedono l’ora di mostrarsi, ma per ora il cast e la produzione sono blindatissimi, ma abbiamo le nostre buone ragioni, non vogliamo fare gli antipatici!

C: Grazie per aver chiacchierato con noi, non vediamo l’ora di vedere la serie!
L:
Grazie e a presto!

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