4 Kidz

4 Kidz #8 – Hotel Tycoon

Prendi un’isola paradisiaca, capace di attirare milioni di turisti grazie alle sue spiagge morbide e al suo mare cristallino. Qual è la prima cosa da fare per tirare su un po’ di bei soldoni? Ovvio: costruire alberghi e resort esclusivi, in modo da ospitare villeggianti ansiosi di trascorrere sulla magica isola le loro vacanze. Il problema, però, è che questa idea geniale non è venuta solo a te, ma anche ad altri magnati del cemento (da 2 a 4 per essere precisi) e allora ecco iniziare una lotta senza quartiere dove il vincitore sarà l’ultimo rimasto in gioco, ovvero l’unico a non aver dichiarato bancarotta. Questo, in breve, è il concept di Hotel Tycoon.

Pubblicato dalla MB per la prima volta nel 1987, Hotel ha fatto presto a ritagliarsi una fetta di cuore negli appassionati di boardgame. Le dinamiche Monopoli-like e un regolamento particolarmente abbordabile, ha fatto sì che milioni di ragazzini si divertissero a diventare grandi costruttori di alberghi. Oggi, a distanza di quasi trent’anni, Asterion porta in Italia un’edizione completamente rivista per quanto riguarda design e materiali, ma che resta identica alle regole del gioco originale.

Fin dai primi momenti, l’impatto di Hotel Tycoon è eccezionale: nella confezione ci sono qualcosa come 18 alberghi da montare (piedistalli e tetti in plastica, pareti in cartoncino), segnalini a forma di aereo per i giocatori, coloratissime banconote per le compravendite e documenti di proprietà dettagliati. Ammetto di aver impiegato quasi un’ora per montare tutto, ma la soddisfazione di vedere la plancia piena regala un colpo d’occhio davvero suggestivo.

Per chi non avesse mai giocato all’edizione originale, le regole sono abbastanza semplici. I giocatori devono muoversi lungo la plancia tirando un classico dado a sei facce, giunti in corrispondenza dei terreni edificabili possono decidere di acquistare il terreno e, avendo denaro a sufficienza, possono in seguito costruire gli alberghi, sempre che si ottenga la concessione (anche questo stabilito dal lancio di un dado che può dare l’autorizzazione, negarla, concedere la costruzione gratuita o, nel peggiore dei casi, raddoppiare il costo). Ogni resort ha diversi livelli di edibilità e in base al numero di edifici presenti, una diversa rendita. Nel momento in cui un giocatore finisce in corrispondenza dell’ingresso dell’hotel di un avversario (anche gli ingressi devono essere costruiti), è tenuto a pagare il pernottamento per un numero di notti variabile (altro lancio di dado). Chi non può pagare, deve mettere all’asta i suoi possedimenti. Qualora un giocatore si trovi senza soldi e senza nulla da vendere, dichiara bancarotta ed esce dal gioco. Vince l’ultimo giocatore rimasto in attivo.

Dinamiche semplici, quindi, e fortemente legate all’esito del lancio di dadi, il tutto associato ad un livello di strategia minimo, che consente ad Hotel Tycoon di essere goduto anche dai bambini. Ho testato il gioco con mia figlia di 8 anni, che ha trovato davvero gustoso il processo di gestione del denaro, ed è rimasta entusiasta dal veder apparire, quasi per magia, gli alberghi uno dopo l’altro. Le meccaniche di gioco, come detto, sono facilmente abbordabili e sono state acquisite immediatamente. Tuttavia, la componente aleatoria del dado è risultata quasi da subito fonte di frustrazione. In una prima fase del mio playtest uno dei giocatori, grazie ad un po’ di lanci fortunati, si è potuto accaparrare tre/quattro terreni per iniziare subito a costruire. Ma a fronte di un dado che non vuole saperne di farti cadere nelle caselle giuste, si rischia di finire col girare a vuoto senza riuscire a combinare nulla. Dopo un paio di giri in cui non le è stato possibile comprare, costruire, o mettere ingressi agli hotel, abbiamo visto scemare l’interesse della bambina.

Un altro punto negativo è che, come per Monopoli per intenderci, la migliore delle strategie non ha alcun potere contro la peggiore delle sfighe. Nella fase di test, il giocatore in testa (con quattro terreni tutti edificati), ha dovuto cedere tutto all’asta per colpa di due lanci di dado sfortunati. Gli altri giocatori hanno fatto comunella al ribasso e l’hanno escluso immediatamente dal gioco. Allo stesso modo, con due giocatori residui, un banale lancio di dado sulle costruzioni ha costretto uno dei due a spendere più di quanto in possesso: vedendosi obbligato a cedere all’asta i suoi possedimenti, l’altro giocatore ha semplicemente rifiutato di comprare, mandandolo in bancarotta e vincendo la partita.

In conclusione: Hotel Tycoon è un gioco d’altri tempi, perfetto per i nostalgici, per coloro che lo hanno amato da bambini e per quanti vogliano un boardgame ricco e colorato e con partite dalla durata limitata (circa 45 minuti). Personalmente credo che ad un pubblico giovane possa risultare un po’ troppo datato. Dopotutto ha trent’anni e li dimostra tutti. Personalmente avrei preferito l’introduzione di una qualche dinamica maggiormente attuale, magari che liberasse un po’ il partecipante dal giogo del lancio di dado.

Ringrazio Asterion per il materiale.


Nerdando in breve

Hotel Tycoon intrattiene e diverte con dinamiche stile Monopoli declinate nel mondo degli alberghi di lusso. Un tuffo nel passato per una riedizione che è una festa per gli occhi.

Contenuti

To Top