Giochi da tavolo

Armello – Una fiaba oscura di carte, dadi e magie

Se vi dico “gioco da tavolo per PC“, sono sicuro di ottenere almeno un paio di reazioni differenti: la prima, di sdegno, da parte dei puristi del cartoncino, del legno e della plastica, convinti assertori (e ci mancherebbe altro, sono abbastanza d’accordo) che il gioco da tavolo debba esistere appunto fisicamente sopra un tavolo circondato da persone che vogliano sfidarsi; la seconda, mista tra il compatimento e l’incertezza, ricordando tutti i giochi da tavolo che hanno in passato goduto di una trasposizione più o meno riuscita su PC/console, testimoni dell’avanzamento tecnologico e della conversione digitale che tutto fagocita.

Ma, mentre stiamo assistendo ad un deciso rinascimento del gioco da tavolo, come abbiamo in prima persona potuto osservare in quel di Modena allo scorso Play, oggi mi discosterò da entrambe le reazioni e le fazioni per presentarvi quello che è a tutti gli effetti un videogioco concepito come fosse un gioco da tavolo.

Seguitemi.

Non è facile pensare di lanciare sul mercato un prodotto che, senza ombra di dubbio, si può ritenere di nicchia, ma la bellezza del mondo indie è anche questa. È quasi magico quando la bontà dell’idea iniziale sfocia in un risultato così elegante, ben fatto e pieno di amore realizzativo come il qui presente Armello.

Sì, pensando e giocando ad Armello il primo aggettivo che mi viene in mente è elegante. Elegante nel design, nel comparto artistico, nel trovare un complesso equilibrio tra semplicità delle regole e profondità strategica. Sto correndo un po’ troppo? Forse sì, perché ogni volta che avvio una partita bastano due minuti perché io mi perda in quell’oscuro e fiabesco mondo e l’effetto “un turno ancora e poi smetto” mi si aggrappi prepotente alla caviglia e mi tiri dentro ad un vortice.

Un mondo oscuro e fiabesco. Il mondo di Armello è popolato da clan di animali antropomorfi, come lupi, topi, orsi, conigli e lo stesso Re, neanche a dirlo, è un leone. In perfetto stile Disney, direte voi. Certo, la qualità del design dei personaggi è molto alta ma ciò che rende tutto ancora più bello è che questo mondo fiabesco non è tutto fatine e lucine, ma piuttosto oscuro e corrotto da un potere malvagio, che ha il melodioso nome di Putrefazione e che sta uccidendo lentamente il Re portandolo sempre più giù nel baratro della follia. Molto in breve, data questa non idilliaca situazione, i clan mandano i propri eroi a risolvere la situazione per riportare pace ed armonia nel mondo. Una trama semplice tutto sommato, ma che fa ottimamente da sfondo alle vicende che vedremo sul tabellone durante l’oretta necessaria a completare una singola partita.

Il tabellone? Sì, ve l’ho detto, Armello è in pratica un gioco da tavolo fatto e finito. Perciò il suo mondo, fatto di villaggi, montagne, sotterranei, paludi è diviso in esagoni e sopra di esso ci muoveremo in turni dipendenti, in modo molto classico, dai nostri punti azione. Al centro della plancia (semplice, ma tutta tridimensionale e bella da vedere) c’è il castello dove alloggia il nostro Re pazzo. Lo scopo della partita si può raggiungere in quattro modi diversi, dal curare il Re, allo sconfiggerlo in duello e il primo livello di profondità strategica lo troviamo qui, poiché non potremo, proprio per come è strutturata la partita, inseguire una sola condizione di vittoria, ma ci troveremo a dover essere pronti per tutte e quattro. Infatti, tra rovesci di fortuna, eventi randomici causati dalla follia del re e bastardaggini perpetrate ai nostri danni dai nostri avversari (si gioca in 4) non saremo mai e poi mai al sicuro. Secondo livello strategico: essere malleabili e duttili al cambiare strategia al volo.

Se tutto questo vi pare già interessante (ma ometto un po’ di dettagli per farvi venire la curiosità), lasciate che vi parli del fatto che in Armello la componente di gioco da tavolo base è solo una delle tre principali: infatti avremo anche la componente fondamentale di gestione delle carte, che rappresenteranno oggetti (equipaggiabili e non), incantesimi e trucchi (ovvero, le cagnate da fare agli avversari). Le carte che si possono avere in mano o giocare dipendono, a loro volta, dall’oro che abbiamo in tasca e dalle statistiche del personaggio.

Wow, aspetta un momento! Come? Statistiche del personaggio? Eh sì, c’è anche un piccolo aspetto più prettamente da gdr, e ve lo spiego. Il personaggio con il quale giocheremo possiede dalle statistiche e dalle abilità speciali, sia di clan che personali, che possono anche essere migliorate con degli oggetti. Le statistiche vanno chiaramente ad influire sul come approcceremo alla partita, perché ci diranno quanto siamo forti in combattimento, quanti incantesimi potremo lanciare, quante carte potremo tenere in mano e quanto saremo bravi a scansare i pericoli. I pericoli, dato che non era tutto già bello complesso, sono trappole o situazioni difficili che andremo ad affrontare durante le nostre peregrinazioni sulla mappa nel tentativo di risolvere missioni (che ci daranno tesori e miglioramenti di statistica) e di far crescere il nostro personaggio in vista dello scontro finale, che potrà anche essere evitato se saremo bravi a raggiungere una delle altre quattro condizioni di vittoria finali.

Il sistema di combattimento a me piace tanto: si basa su modificatori del personaggio e soprattutto sui dadi che, recando simboli speciali e non i soliti numeri, cambiano di significato in base alle condizioni del combattimento (esempio banale, giorno o notte). E durante gli scontri potremo godere di animazioni molto, molto carine che ricordano proprio la Disney degli anni ’70.

Mi rendo conto che perdermi sulle regole non abbia senso, perché a volte, anche quando si gioca da tavolo, leggere il manuale pedissequamente possa soltanto portare confusione. Vi è mai capitato di dire “Sì, vabbé, cominciamo a giocare che poi le regole le capiamo man mano”? Ecco, anche in questo Armello è davvero un autentico boardgame, con in più un prologo che ti insegna benissimo a giocare e ti introduce alla storia e all’ambientazione.

Non mi stanco di ribadire come le regole siano molto più semplici di quanto io non possa mai scrivere qui sopra, ma al contempo la dose di ragionamento e strategia necessaria, al netto dell’onnipresente sfiga, è bella importante: a volte forse ci troveremo a fare ragionamenti quasi scacchistici, ma con un ritmo che se ti rapisce è la fine. La possibilità di giocare in multiplayer è la ciliegina sulla torta: pur non avendone avuto ancora (purtroppo) la possibilità, in un gioco di bastardate come questo, non oso immaginare quanto possa essere divertente.

Mi state chiedendo se in singolo è rigiocabile? Vi rispondo subito: le mappe sono random. Vincendo le partite si sbloccano oggetti. Vincendo più partite si sbloccano pian piano altri oggetti. Le partite durano meno di un’ora. Fatevi due conti!

In chiusura, ma non perché sia un aspetto poco importante, anzi, voglio sottolineare ancora una volta quanto sia curato il lato artistico di Armello: dalle musiche ai disegni sulle carte, tutto è estremamente elegante (sì, sarà l’articolo del sito con la più alta ripetizione di “elegante” di sempre) e piacevole, risultando a tutti gli effetti un buon motivo che da solo spinge a provare il gioco.

Bravi davvero, League of Geeks, e scusatemi se ci ho messo un secolo a scrivere questo articolo. Non me ne vogliate, però intanto avete fatto in tempo a rilasciare altri meravigliosi aggiornamenti che rendono il gioco sempre più ricco e più piacevole, altro aspetto che non posso far altro che lodare.

Ma non è che vi viene voglia di pubblicarlo come gioco fisico, vero? Perché secondo me non fareste una brutta figura, anzi…


Nerdando in breve

Un gioco da tavolo, di carte e di ruolo unito in un mix elegante, semplice da imparare, profondo e divertente. Il tutto, purtroppo, solo digitale. Non perdetevelo!

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