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Bard’s Gold – Fantasy 16 bit in grande stile

In epoca di retrogaming e di recupero dell’arte a 16 bit, stiamo assistendo ad una vera ondata di titoli ispirati ai coin-op degli anni ’80: quelli che ospitavano giochi dalla grafica pixellosa ma incredibilmente sfidanti in termini di impegno. Videogame solo apparentemente banali, ma che nascondevano alle spalle un lavoro di level design accuratissimo.
Come dicevo, il mercato videoludico degli ultimi anni è stato letteralmente invaso da giochi che richiamano le atmosfere e le sfide dell’epoca, ma spesso capita di vedere semplici esercizi di stile, omaggi e citazioni, ma difficilmente ci troviamo di fronte a prodotti che usano la veste grafica retrò per accompagnare titoli belli ed intriganti.
Fatta questa dovuta premessa, capirete perché, seppur incuriosito, mi sono preparato ad affrontare Bard’s Gold con un misto di prudenza e pregiudizio. Gli screenshot mi hanno riportato alla memoria un titolo che avevo amato da bambino, Solomon’s Key, ed avevo quindi grande timore di rimanere deluso.

Con mia grande sorpresa e piacere, invece, sono rimasto davvero colpito da questo piccolo gioiellino. Ancor più pensando che è stato partorito da un minuscolo studio indipendente formato da due sole persone (marito e moglie). Bard’s Gold non solo rispecchia tutti i canoni classici del platform fantasy 16 bit, ma si arricchisce di particolarità tipiche dei gusti moderni, come la modalità rogue-like o il potenziamento del personaggio dopo il game over, in modo da non dover ripartire sempre da capo, ma avendo la possibilità di modellare il nostro eroe in base ai tesori raccoli e i power up comprati.
Ulteriore chicca, che difficilmente si vede nei titoli dal gusto retrò, Bard’s Gold non solo è piuttosto impegnativo, ma è anche ricchissimo di cose da fare, da scoprire e gustare. Se negli anni ’80 era sufficiente creare un’arena piena di mostri e chiedere al giocatore di raccogliere la chiave e aprire la porta verso il livello successivo, adesso questo non basta più. Pixel Lantern ha fatto suo questo concetto fondamentale e ha disseminato le aree di gioco di tesori nascosti, livelli bonus e mostri impegnativi da scovare e sconfiggere; il tutto accompagnato da una minima componente randomica, che ridisegna leggermente i livelli cambiandoli di partita in partita, ed una curva di difficoltà davvero alta, che porterà il giocatore a concentrarsi su ogni salto e ogni mostro già dal terzo/quarto livello.

Naturalmente, per come è stato concepito, Bard’s Gold può essere affrontato a cuor leggero, saltando freneticamente e correndo il più velocemente possibile verso l’uscita. Questo, però, vuol dire perdersi la parte più bella di questo titolo: la scoperta dei segreti, la raccolta di gemme fondamentali per l’acquisizione di nuovi power up, e molto altro che si trova sul percorso del giocatore più attento.

In conclusione, posso dire che sicuramente questo titolo non resterà impresso a fuoco nella memoria videoludica mondiale, tuttavia è sicuramente un pezzo pregiato che può essere usato come filler, tra un tripla A e l’altro, nel gustoso tentativo di scovare quel particolare libro che ci è sfuggito fino a quel momento o di abbattere quel mostro particolarmente ostico. Se siete amanti del genere, Bard’s Gold è un gioco da non farsi sfuggire.


Nerdando in breve

Semplice ma profondo, Bard’s Gold sa divertire come filler; buono su console di casa, ottimo come compagno di viaggio su PS Vita.

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