Difficile descrivere un’opera come Quantum Break, ma soprattutto è difficilissimo classificarla. Ovviamente è un videogioco, ma è anche una serie televisiva: vieni quindi da chiedersi dove finisca l’uno e inizi l’altro, ma ecco un’altra ottima domanda per la quale è impossibile tracciare confini precisi.
Sì, perché se giochi che “sembrano” film o “sembrano” serial esistono già da tempo, Quantum Break fa un passo oltre e diventa una vera e propria serie da giocare in prima persona.
Ma andiamo con ordine: annunciato in pompa magna l’anno scorso, Quantum Break segna il sodalizio tra Microsoft e Remedy (Alan Wake vi dice nulla?). Se Remedy ci aveva già fatto assaggiare di cosa era capace con, appunto, lo splendido survival episodico Alan Wake, qui ha spinto i motori al massimo e ha decisamente frantumato quella sottile barriera che ancora divideva i due universi di intrattenimento: quello televisivo e quello videoludico.
Si parte da alcuni volti di primordine del piccolo e grande schermo: Shawn Ashmore (X-Men, The Following), Dominic Monaghan (Il Signore degli Anelli, Lost, Flash Forward), Aidan Gillen (Il Trono di Spade), Lance Reddick (Oz, Lost, Fringe) le cui sembianze vengono riprodotte alla perfezione sia durante il gameplay che durante gli splendidi cinematics. Una festa per gli occhi da guastarsi incollati al televisore.
Il plot della storia non eccelle forse in originalità: una macchina del tempo, una corporazione, un esperimento finito male, e noi che cerchiamo di investigare e rimettere tutto a posto. Non originale, certo, ma maledettamente avvincente: la storia si lascia seguire con passione, regalando anche ottimi mal di testa da paradossi temporali quantisticamente accurati; i poteri di controllo e distorsione temporale acquisiti dal protagonista rendono poi il gameplay divertente, dinamico e a tratti esaltante.
Con Alan Wake eravamo già stati abituati a vedere un titolo diviso in “episodi” che ripartivano i diversi atti in altrettante puntate di una breve serie TV. Qui abbiamo la stessa struttura, ma ecco il colpo di genio: alla fine di ogni episodio parte un video di circa mezz’ora che completa la narrazione, facendoci vedere cosa accade ai “cattivi” del gioco parallelamente alla fase appena giocata dal protagonista. Dove sta la genialità? Che si tratta di video in live action: gli stessi attori che abbiamo visto digitalizzati fino ad un attimo prima, qui invece sono in carne ed ossa. Al giocatore, quindi, il compito di appoggiare il controller e di godersi un corto girato con qualità eccellente, splendida recitazione, doppiaggio eccelso, scenografie di alto livello ed effetti speciali degni della Weta Workshop. Il tutto, come se non bastasse, è condizionato dalle scelte di gioco: in base ad alcuni collezionabili trovati durante il gameplay e alle (difficilissime) scelte morali, i video mostrati cambiano. STUPENDO.
Se proprio devo trovare una differenza con le serie che siamo abituati a vedere in televisione, posso citarvi che qui, invece degli onnipresenti device Apple, tutti i tablet, pc e smartphone sono rigorosamente targati Microsoft.
Da qui emerge anche il tema della rigiocabilità, che non è né alta né bassa ma fissata su due sentieri completi per assistere all’evoluzione della trama facendo le scelte morali differenti (che sono tutte a 50-50) e vedere cosa cambia nel gioco e negli episodi.
A difficoltà normale ho completato il titolo in circa 12 ore, comprensive del tempo necessario a trovare tutti e oltre i 100 collezionabili sparsi ovunque. A difficoltà elevata (che consiste in combattimenti un po’ più ardui) conto di completare il tutto in non più di 18 ore.
Un titolo sperimentale, quindi, che osa qualcosa di decisamente nuovo e si proietta verso il futuro (ogni riferimento alla macchina del tempo è puramente casuale).
Splendido anche il cliffhanger finale che lascia presupporre un seguito ancora più cervellotico a spasso nel tempo.
Un’ultima parola la meritano le citazioni. Durante lo sviluppo, la Remedy aveva rilasciato un teaser trailer in live action con protagonista Sam Lake (scrittore e attore finlandese, volto di Max Payne e autore delle sceneggiature dei giochi di Remedy) nel ruolo di un agente FBI alla ricerca di uno scrittore scomparso, lasciando suggerire che dopo Quantum Break saremmo tornati a seguire le avventure di Alan Wake. Ebbene, nel primo atto di Quantum Break possiamo assistere da una TV ad un trailer di questa fantomatica serie con Lake protagonista. E non è tutto: più avanti troveremo una televisione che trasmette un episodio di Night Springs, per non parlare di una copia dell’ultimo romanzo di Alan Wake autografato dall’autore.
Insomma: Quantum Break non sono è bellissimo, sperimentale e graficamente impressionante ma è anche un tripudio per i fan del lavoro di Remedy Entertainment.