Come anticipato da Tencar, venerdì scorso siamo andati a vedere in anteprima Lo Chiamavano Jeeg Robot: ecco i pareri del resto della redazione.
Ciuovas: Essendo reduce dalla (per me) deludente esperienza de “Il ragazzo invisibile”, ero fermamente convinto che il genere del cinecomics mal si sposasse con il cinema italiano.
Sono felice di essermi completamente sbagliato!
Sin dai primi minuti, mi sono trovato immerso in una narrazione entusiasmante, serrata e coinvolgente.
La scelta della tematica, la capacità di raccontare una storia alternando momenti estremamente carichi di pathos ad altri leggeri e divertenti ed il dipingere in modo realistico vari aspetti della realtà italiana, sono scelte che si rivelano decisamente vincenti.
Una regia decisamente ispirata, le magistrali interpretazioni degli attori principali, un ottimo uso della fotografia, le musiche… tutto contribuisce a rendere il film una piccola perla che nessuno dovrebbe lasciarsi sfuggire
Clack: Un cinecomic all’italiana, che attinga dai due filoni senza snaturarne le caratteristiche e riesca a creare, da un così improbabile incontro, qualcosa di nuovo, di valore e con una forte identità. Una sfida impossibile? Sembrava proprio di sì, visto anche lo scialbo Il ragazzo invisibile. Poi, invece, è arrivato Lo Chiamavano Jeeg Robot e ha dimostrato che sì, l’impresa era non solo possibile ma poteva rappresentare un vero e proprio punto di svolta per la cinematografia italiana.
Lo Chiamavano Jeeg Robot, primo lungometraggio del regista Gabriele Mainetti, è una piacevolissima sorpresa all’interno del panorama nostrano, realizzato con cura e amore. La storia vede protagonista il piccolo criminale di borgata Enzo Ceccotti che, in seguito ad un fortuito bagno nel Tevere, si ritroverà in possesso di una forza sovrumana. Inizialmente i nuovi poteri vengono messi al servizio di rapine redditizie, ma l’incontro con la giovane e ingenua Alessia, che vede in lui il supereroe dei manga Jeeg Robot, cambierà la prospettiva di Enzo. Il crudele villain Fabio, detto Lo zingaro è però pronto a mettere loro i bastoni tra le ruote.
Tutto, nel film, è realizzato con attenzione e calibrato alla perfezione: il risultato è una pellicola che scorre appassionante, emozionando e commuovendo mentre diverte e intrattiene. L’ottima regia, sicura e senza sbavature, è supportata da grandi interpretazioni attoriali. Il triangolo di personaggi è semplicemente perfetto, a cominciare dal protagonista Claudio Santamaria, che si segnala per bravura anche in questa occasione. Altrettanto bravi i comprimari: un’intensa Ilenia Pastorelli ed uno spietato Luca Marinelli. Una nota positiva anche per la fotografia e per la musica, che completano egregiamente l’opera.
Lo Chiamavano Jeeg Robot è, quindi, un film che inaugura un nuovo genere ed una nuova stagione della cinematografia italiana, che si dimostra così in grado di produrre film originali e tecnicamente curati anche con budget decisamente non hollywoodiani. In definitiva, vi consiglio di andare a vederlo: non ve ne pentirete!
Falloppa: Dimenticate super poteri, eroi e robottoni, non sono altro che la parte più superficiale di una pellicola molto più ricca e complessa. Lo Chiamavano Jeeg Robot prende come pretesto il genere superoistico per raccontare la storia di due persone che hanno perso tutto nella vita, intrappolate nel degrado di una periferia romana fatta di abusi e criminalità, e che riescono a trovare la propria redenzione imparando a scoprire l’amore che provano l’uno per l’altra. Nonostante i temi trattati ed il linguaggio usato siano a volte particolarmente crudi, essi si amalgamano e mimetizzano all’interno delle vicende di un uomo che passa dall’essere nessuno ad ottenere una forza sovrumana ed una grandissima resistenza, raccontate con una delicatezza e tenerezza strepitose. Il risultato è un’opera in grado di fare divertire, emozionare e riflettere spettatori di tutte le età grazie alla splendida regia di Gabriele Mainetti, che alla prima direzione di un lungometraggio riesce già a realizzare un prodotto di altissima qualità. Una buona parte del merito va anche ad un cast davvero impeccabile sia nelle performance di Claudio Santamaria ed Ilenia Pastorelli, la dolcissima ed un po’ matta compagna del protagonista, che nell’interpretazione di Luca Marinelli, capace di dar vita ad un villain meravigliosamente in equilibrio tra il kitsch demenziale e la crudeltà sociopatica. Lo Chiamavano Jeeg Robot è un film che fa bene al cinema italiano, ormai da troppo tempo intrappolato nell’eterna lotta tra cinema d’autore e cinepanettone. Una pellicola brillante, avvincente ed emozionante che merita di fare il botto ed io non posso far altro che invitarvi, con tutto il cuore, ad andare a vederlo.