Solare, simpatica e disponibile: Elisa Pocci Pocetta è la giovane autrice del fumetto Shockdom Hi/Lo, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, dopo aver letto i primi capitoli.
Ho avuto modo di incontrare di persona l’autrice, abruzzese come me, durante la presentazione del suo volume presso il Games Academy Pescara dove, tra la folla accorsa per una dedica o un disegno, ho potuto scambiare due chiacchiere con lei per conoscerla meglio.
Claudia: Cominciamo parlando di te: chi è Pocci e com’è nata la sua passione per il disegno?
Pocci: Ciao a tutti! Dunque, Pocci è il soprannome e nome d’arte di Elisa Pocetta, cioè la sottoscritta! 🙂 Ho iniziato a disegnare da quando ne ho memoria, ma la vera passione credo sia nata alle elementari, quando mi drogavo di cartoni animati anni ’90 e riproducevo i miei episodi preferiti in quelle che solo successivamente avrei identificato come “vignette”. Si può dire quindi che ho iniziato a disegnare fumetti da prima di sapere cosa effettivamente fossero! 😀 La mia passione si è poi sviluppata alle medie, in cui oltre al classico “Minni e Company” iniziai ad acquistare i manga, che sono stati la mia ispirazione principale anche durante gli anni del liceo e che mi hanno spinta a muovere i passi verso la creazione di storie interamente mie. Hi/Lo fu proprio una di queste.
C: Quando ti sei resa conto di volere che la tua passione diventasse il tuo lavoro?
P: Penso di essermene accorta molto presto, cioè appena ho capito quanto mi piacesse disegnare e raccontare, soprattutto. Una volta uscita dal liceo classico, avevo già deciso da tempo di imparare a disegnare professionalmente e capire come funzionasse questo mestiere, per cui seguii il mio cuore e mi iscrissi alla Scuola Internazionale di Comics. Fu un bel lavoraccio per me che non avevo mai fatto studi artistici partire dall’anatomia e prospettiva! 😀
C: Quali autori ritieni siano stati fondamentali per la tua formazione, per il tuo stile e per la tua ispirazione?
P: Sicuramente, come forse si può intuire dal mio stile, l’influenza principale è stata Alessandro Barbucci. Dopo averlo conosciuto ho iniziato a “muovere i primi passi” verso un disegno più personale e che non fosse un’imitazione dei cartoni che vedevo e dei manga che leggevo al liceo. Poi da lì mi si è aperto un mondo, e ho conosciuto altri grandi artisti che mi hanno influenzata anche non avendo a che fare con lo stile “euromanga”. Attualmente la prima su tutti è Mirka Andolfo, che ha artisticamente una dinamicità, freschezza e sensualità che poche hanno, secondo me. Poi per ispirarmi ho tantissimi riferimenti: da Moebius a Loisel, da Alex Alice a Margaux Kindhauser, da Frezzato ad Aurore. Ultimamente mi dà tantissimo Nesskain. E, non in ultimo di importanza, i tantissimi esordienti iperbravi che sono in giro sul web! 🙂
C: Sappiamo che hai iniziato dal web: com’è nata la tua collaborazione con Shockdom e come hai vissuto il passaggio dal digitale al supporto cartaceo?
P: È nato tutto in modo molto fortuito, nel senso che non mi aspettavo davvero mi potessero notare. Avevo iniziato questo fumetto, Hi/Lo, per esercitarmi, fare pratica e crescere artisticamente, perché penso tuttora che se si ha bisogno di migliorare come fumettista niente ti fa crescere come macinare tavole. Scelsi questa commedia che avevo abbozzato anni prima, la rimaneggiai e iniziai a disegnarla. Col mio ragazzo aprimmo la pagina e iniziammo a caricare i nostri rispettivi webcomics, e vedemmo che c’era diversa gente che si stava appassionando. Quando avevo circa una decina di pagine online, Shockdom contattò la pagina per il cartaceo, ma avevo davvero poche pagine che dapprima furono inserite nell’antologia “Yin”. Qualche mese più tardi fui ricontattata per il volume monografico. Per me fu un sogno… Finalmente avrei avuto tra le mani il primo volume di una mia storia. Potete immaginare come mi sentii quando lo strinsi tra le mani e lo sfogliai la prima volta. Ancora mi emoziono. Il digitale è bello per avere le opinioni e le emozioni dei lettori, ed è un mezzo stupendo. Ma personalmente lo vedo come, appunto, un mezzo per il “fine” che è il cartaceo.
C: Parliamo di Hi/Lo: prima di tutto, come mai la scelta di questo titolo? Com’è nata l’idea di base?
P: Come anticipato prima, l’idea è nata alle scuole medie, quando ero ammaliata dalla commedia strampalata di “Ranma ½”. Dopo aver letto il libro “Freaky Friday”, una mia amica ed io avevamo iniziato a pensare che sarebbe stato divertente se uno scambio di corpo fosse avvenuto tra un ragazzo e una ragazza diametralmente opposti e che non potevano in nessun modo sopportarsi, ed ancora di più se intorno a loro c’era un nutrito gruppo di personaggi di contorno che avrebbero pagato le conseguenze. Certo, allora non potevo sapere quante produzioni c’erano e ci sarebbero state sullo scambio di corpo tra due ragazzi, ma anche se la storia e alcuni personaggi erano molto diversi, e alcune dinamiche che oggi ci sono tra loro nel fumetto erano addirittura invertite, la ‘sostanza’ c’era già. Così, quando due anni fa decisi di mettermi a disegnare un intero fumetto, volli partire con qualcosa di semplice come una commedia, scelsi questa storia, la rimodellai in modo coerente e partii con questa avventura. Mancava solo il titolo, che trovai nell’espressione anglofona ‘hi-lo’, abbreviazione di ‘high’ (al massimo) e ‘low’ (al minimo). In molti mi chiedono il senso del titolo, ed io rispondo che rappresenta i due protagonisti e il modo in cui Noelle e Kai vedono e vivono la vita, come a rimarcare l’essere completamente agli opposti. Oltretutto sono due termini che vengono usati principalmente nell’elettronica (come le manopole del volume, ad esempio) e più in generale nelle ‘sensazioni’. Proprio per questo ho deciso che ogni volume dovrebbe avere un titolo che riguardi l’elettricità ma che sintetizzi il contenuto del volume stesso: a partire dal primo, che in “Body Electricity” racchiude la tensione tra loro due prima e dopo lo scambio. Ma queste sono comunque percezioni mie, magari al lettore possono sembrare poco coerenti! 😀
C: La storia ha una tematica vicina agli adolescenti ma il modo in cui viene raccontata rende l’albo godibile anche per un pubblico più maturo: a chi è destinato, nelle tue intenzioni, Hi/Lo?
P: Nelle mie intenzioni Hi/Lo è per chiunque voglia rilassarsi e farsi una risata con una commedia sentimentale strampalata, a prescindere dall’età, dal sesso e dal genere che si predilige solitamente. D’altro canto mi piace inserire dinamiche e comportamenti nei personaggi che possano dare al lettore quello spunto di riflessione, quel piccolo suggerimento più profondo della battuta scema che lo spinga ad andare avanti e leggere a un livello più introspettivo la vicenda. E devo dire che sono a dir poco felice sapendo di persone che lo fanno e apprezzano Hi/Lo per questo!
C: L’incontro al Games Academy di Pescara ha avuto molto successo, con una grande presenza di pubblico: ti aspettavi un riscontro del genere? Cosa si prova ad avere un contatto di persona con i lettori?
P: Non mi aspettavo assolutamente questo successo, io stessa non mi capacito delle persone che sono venute da me per farsi fare un disegno sul volume, tutte sorridenti e dolcissime. Non posso che inchinarmi davanti a loro ed essere incredibilmente riconoscente, perché se vado avanti e supero momenti un po’ più difficili è solo grazie a chi ama quello che faccio, e posso solamente trasmettere tutta la mia gratitudine a chi legge Hi/Lo impegnandomi al massimo per il seguito (e stritolare di abbracci riconoscenti chi mi viene a conoscere :D)!
C: puoi raccontarci qualche richiesta particolare che hai ricevuto durante la sessione di autografi?
P: Penso la richiesta più divertente finora è stata quella di un ragazzo che mi chiese di disegnargli Candice, non tanto per il personaggio quanto perché “non è che Noelle mi sta sulle scatole, ma Candice è più fica. Cioè, sì, un po’ Noelle mi sta sulle scatole, dai, è la classica ragazzetta stupida. Candice è molto meglio. Forza Candice.” Insomma, io ve l’ho raccontato con eufemismi, ma è stato divertentissimo per me. 😀
C: quanto è importante, per te, il rapporto con i tuoi lettori? I loro feedback ti sono utili per sviluppare le tue idee?
P: Assolutamente. Per me, oltre il fatto che da una critica, un pensiero o anche un’osservazione intelligente può nascere uno spunto per migliorare o sviluppare meglio un passaggio o una tecnica di disegno o colore, è di fondamentale importanza sapere come reagiscono i lettori a determinate scelte che faccio, e più in particolare ad alcuni aspetti dei personaggi che si muovono nella vicenda.
C: raccontaci qualcosa della realizzazione di Hi/Lo: cosa ti è stato più semplice durante il percorso creativo e cosa è stato invece difficilissimo?
P: La cosa più semplice penso sia stata creare i protagonisti, sia nel design che nella caratterizzazione, e più specificatamente Noelle: lei è più di tutti quella che mi viene più facile da disegnare e da far muovere e parlare, e mi aiuta tantissimissimo nell’approcciarmi al corpo maschile quando è dentro Kai. E’ grazie a lei se mi sto impratichendo con l’anatomia maschile con la quale all’inizio (insieme agli sfondi) avevo enormi difficoltà, anche se devo ammettere che pure Kai esce fuori da solo il più delle volte. 😀 La cosa più difficile invece credo sia avere un numero di pagine limitato, per ogni capitolo. Dovrebbero avere una lunghezza costante e a volte mi tocca tagliare o ridimensionare alcuni argomenti che mi piacerebbe invece tantissimo approfondire. Credo sia l’aspetto un po’ più negativo di pubblicare un albo cartaceo.
C: hai dei rituali o delle abitudini che ami ripetere quando disegni?
P: Rituali veri e propri forse no, ma di abitudini ne ho molte, e tutte cattive: non tempero le matite, cancello moltissimo e sono parecchio disordinata sul tavolo da lavoro! Ma in compenso per quanto concerne il fumetto e come lavorarlo mentalmente sono ordinatissima; per cui sono un cattivo esempio nell’esecuzione ma non nel prodotto finale, non preoccupatevi! 😀
C: in genere da cosa trai ispirazione per la creazione di un nuovo lavoro?
P: L’ispirazione per nuove idee, spunti o progetti interi mi vengono da immagini, trailer, concept che vedo e che mi colpiscono, che trovo istantaneamente evocativi e stimolanti. Persino da palette particolari di colori… Penso la mia mente ragioni moltissimo ‘a colori’, più di ogni altra cosa.
C: progetti futuri?
P: Per il momento il mio scopo è terminare Hi/Lo come l’ho concepito e come ce l’ho in testa, nella speranza che venga fuori un’opera non dico superba, ma quantomeno piacevole e divertente! ^_^ Dopo ciò, ci sono almeno altri due progetti che mi piacerebbe realizzare, uno in particolare di genere che io definisco fantascienza/fiaba, ma non sono ancora pronta ad affrontarlo come si deve per rendere giustizia a ciò che ho in mente! Spero che Hi/Lo mi aiuti soprattutto in questo: a diventare un giorno la fumettista che sogno di essere da sempre! 🙂
Ringraziamo Elisa per la bella chiacchierata e le auguriamo ancora tanti successi!