Si parla di zombie e salto fuori io, che caso.
Ci sono dei momenti, nel corso della propria vita, in cui ci si accorge di aver commesso degli errori, dei gravi errori.
Per quanto mi riguarda, non aver accolto Fear The Walking Dead con i dovuti meriti è stato uno sbaglio madornale.
Ho visto il pilot qualche settimana fa, scordandomi della serie poiché non sono riuscito a provare alcuna empatia nei confronti dei protagonisti, salvo poi spararmi le altre cinque puntate (per un totale di sei) in meno di 24 ore.
Fear The Walking Dead è uno spin-off della serie The Walking Dead, ambientato nel momento in cui l’epidemia zombie ha inizio.
Cercherò accuratamente di evitare spoiler: la serie è ambientata a Los Angeles ed ha come personaggi principali Travis Manawa, un noioso professore divorziato dall’ex moglie Liza (con la quale ha avuto un figlio antipatico di nome Christopher), attuale compagno di Madison, una tediosa consulente scolastica con due figli: Nick ed Alicia; il primo ha gravi problemi con la droga e cammina goffamente come Roger, l’alieno di American Dad, mentre la seconda è lì solo per aumentare le quote rosa del telefilm.
Tralasciando il fatto che l’espressione di Travis è sempre questa
ed ho passato l’intera serie a chiedermi come sia possibile che abbia avuto (almeno) due relazioni, come dicevo nell’incipit di questo post, questa grande famiglia allargata non è riuscita affatto a fare leva sul mio lato umano, anzi, ho sperato che gli zombie li mangiassero facendoli soffrire il più possibile.
La situazione diventa molto più godibile con l’ingresso in scena di Daniel Salazar, un barbiere incontrato per caso dai protagonisti che nasconde più di un segreto.
Dalla seconda puntata, Fear The Walking Dead ingrana la marcia e fa mangiare la polvere al fratellone The Walking Dead mostrando i muscoli con episodi che non annoiano: ci sono gli zombie, ci sono le discussioni, si scoprono molti lati oscuri dei personaggi senza fermarsi per un attimo, come ormai TWD fa per buoni tre quarti della stagione; non mi sono mai tediato e questo è dovuto sia al ritmo incalzante, sia alla scelta di realizzare soltanto sei episodi.
La puntata più interessante è la quinta, intitolata Cobalt (che doveva essere inizialmente il nome della serie), dove i protagonisti raggiungono un punto di non ritorno, oltrepassando quella sottile linea che separa l’uomo dalla bestia, ed in cui si fa la conoscenza con quello che è il personaggio più interessante, l’enigmatico Victor Strand che regala più di qualche perla.
Consiglio dunque, sia che siate appassionati di TWD, sia che siate semplicemente amanti dell’horror, delle avventure e degli zombi, Fear The Walking Dead: non ve ne pentirete.
Due piccole note a margine.
È possibile trovare, sul sito AMC, la webserie “Fear the Walking Dead: Flight 462” che sarà composta da 16 episodi di pochi minuti e racconterà la storia di alcuni passeggeri di un aereo durante i primi giorni del contagio: uno di questi sarà nella seconda stagione di Fear The Walking Dead che – ahimè – sarà composta da 15 episodi.
La mia paura è che, a causa di un’eccessiva lunghezza, non riesca a tenere al giusto livello la tensione come avvenuto durante la prima stagione.