Giochi da tavolo

XCOM: Il gioco da tavolo – Alieni, app e ansia

XCOM in tutto il suo splendore

XCOM in tutto il suo splendore

Il giocatore di boardgame è, solitamente, abituato ad agire con calma e in maniera riflessiva, prendendo il suo tempo per decidere la prossima mossa, al di là di poche “eccezioni” come, ad esempio, Zombie 15′, dove c’è un orologio a scandire alcune fasi, oppure in giochi “da torneo” come X-Wing dove si hanno 75 minuti per terminare la propria partita prima del resoconto finale dei punti. E se vi dicessi che invece oggi andiamo a parlare di un gioco che ti dà qualche manciata di secondi, massimo 30, per decidere che fare e poi passare inesorabilmente all’evento successivo? Preparate lo Xanax, si gioca a XCOM Il gioco da tavolo, creato da Fantasy Flight Games ed edito ottimamente da Giochi Uniti. Ah, e preparate lo smartphone o il PC/Mac, perché il tempo sarà dettato da un’app!

Molti di voi probabilmente conosceranno la serie di videogames XCOM, iniziata da Microprose nel lontano 1994 e che ha avuto diversi titoli con diverse meccaniche di gioco; fra tutti cito il recente Enemy Unknown che è il reboot/remake del primo capitolo, UFO: Enemy Unknown. Filo conduttore della saga è l’invasione da parte di poco pacifici ma molto ben organizzati alieni, di varie razze e con diversi attributi e soprattutto dotati di tecnologia e forza schiaccianti, che hanno messo gli occhi e i tentacoli sul nostro pianeta; compito del giocatore è comandare l’unità di crisi globale X-COM che è preposta alla difesa di tutti i contenenti del globo terracqueo. Le varie nazioni però rischiano di finire nel panico oppure di essere infiltrate dagli alieni, con conseguente diminuzione delle risorse degli XCOM e, parafrasando Watchmen, spostando in avanti le lancette dell’orologio della fine del mondo. Caratteristica peculiare del gioco è la presenza di un’azione continua, impossibile (o quasi) da mettere in pausa, intervallata da momenti di combattimenti e di gestione che si svolgono nel mezzo delle fasi più concitate.

È all’interno di questa ampia e ben strutturata ambientazione che si muove il gioco da tavolo, che si può fregiare appieno del titolo di gioco “all’americana” o “ameritrash” (definizione che non mi piace perché mi sembra quasi con una connotazione negativa), dove le componenti gestionali e aleatorie sono inserite in un contesto ambientatissimo e pieno di azione senza sosta. Ma andiamo per ordine: il gioco è un cooperativo per 1-4 giocatori, dove ognuno deve ricoprire uno (o più, nel caso non si arrivi a 4) dei quattro ruoli chiave degli XCOM, ossia Comandante, Ufficiale Coordinatore, Capo Scienziato e Caposquadra. Ciò porta ad un’ovvia distribuzione dei ruoli e degli equilibri tra i giocatori, ma al di là di un aspetto di “egualità”, il motivo per cui c’è una divisione di ruoli è funzionale alle azioni che l’app richiede di svolgere. Capitolo app: per giocare a XCOM, ma anche per conoscerne semplicemente le regole, è necessaria l’app (oppure la webapp) da tenere accesa sul proprio device. Sostanzialmente, oltre ad agire da tutorial, l’app è il core del gioco, perché nel momento in cui inizieremo la partita avremo una sequenza di azioni da compiere, casuali, intervallate dall’arrivo degli UFO, casuale anch’esso; le azioni però devono essere svolte esattamente il giocatore preposto. Sarà quindi compito dell’Ufficiale Coordinatore gestire l’app e i satelliti, mentre il Capo Scienziato penserà alle tecnologie, il Caposquadra penserà allo schieramento tattico delle forze armate e alla risoluzione delle missioni, e il Comandante si occuperà di gestire il budget e gli intercettori aerei. Il tutto, però, a tempo! Eh sì, perché l’app ha integrato, per ogni azione, un conto alla rovescia che ci indicherà il tempo che abbiamo a disposizione per terminare l’azione; c’è la possibilità di mettere in pausa, ma anche le pause hanno un contatore di tempo che si esaurirà abbastanza brevemente in caso di abuso, salvo poi ricaricarsi nel caso di azioni particolarmente rapide, ma durante le prime partite non sarà cosa molto comune. Terminata tutta la sequenza di azioni, ci sarà la fase, a bocce ferme, di risoluzione, dove, con un sistema di dadi (4d6 e 1d8), riusciremo a scoprire una nuova tecnologia oppure a respingere l’invasione di un continente. Si perde, infatti, quando due continenti salgono nella scala del panico fino al massimo, oppure quando la base XCOM viene distrutta dagli alieni. Si vince facendo i bravi soldati e completando la missione, ovviamente.

Siamo quindi ai massimi livelli dell’immersività e dell’ambientazione, dove sentiamo letteralmente addosso lo scorrere del tempo e il peso della responsabilità delle nostre scelte, da portare a compimento il più rapidamente possibile – e, purtroppo, comunque un po’ schiave del lancio successivo dei dadi, ma tant’è – come durante una vera crisi planetaria dove la decisione giusta la devi prendere in poco tempo, scegliendo anche di sacrificare qualcosa per un bene supremo. Scherzando prima parlavo d’ansia, ma effettivamente XCOM richiede una grande concentrazione per essere goduto appieno, e anche che i giocatori siano abbastanza preparati; per fortuna l’ottimo tutorial dell’app ci spiega bene cosa fare. La prima partita sarà alquanto lunga perché il tutorial richiede del tempo per essere completato, ma poi sarà tutto più rapido e naturale. Sarà fondamentale creare un bel gruppo affiatato ed efficiente di giocatori che può divertirsi al 100% in questo impegnativo gioco. L’esperienza di gioco è ancor più godibile grazie al fantastico lavoro di localizzazione – gioco tradotto completamente, app inclusa – e a dei materiali la cui qualità è più che encomiabile: il tabellone di gioco – quadrato poiché ognuno deve sedersi “al suo posto” in base al ruolo per migliorare l’ergonomia della partita – sembra davvero corazzato, le carte telate sono di quelle che ti fa piacere proteggere quasi per collezionismo al di là dell’utilità in sé (fondamentale!) della bustina, e infine le miniature che rappresentano gli UFO, gli intercettori e le 4 tipologie di unità di terra sono semplicemente fantastiche, realizzate ottimamente e pronte ad essere ridipinte dagli appassionati.

Concludendo, quindi, abbiamo tra le mani un americano cooperativo che fa del gioco di squadra il punto chiave delle partite, ma più di quanto ci si aspetta da un coop in quanto qui è fondamentale seguire il proprio ruolo e le proprie indicazioni al meglio per non inficiare il lavoro altrui. Mi sento di consigliare di giocarci in 4 o in 3, perché diminuendo il numero di giocatori e aumentando la difficoltà, l’esperienza di gioco potrebbe risentirne a causa della pressione del conto alla rovescia che sarà al vostro fianco per la maggior parte del tempo di gioco. Per tutto il resto, c’è lo Xanax.

Menzione d’onore: le mie prime partite assieme a Morgana sono state un allegro insieme di imprecazioni e “daidaidaidaidaiiiiiiii” causa tempo inesorabile. Mi sa che lo Xanax serve a me.

Si ringrazia la Giochi Uniti per averci gentilmente fornito il materiale per questo articolo.

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