Questa notte, a Los Angeles, si è svolta la 72esima edizione dei Golden Globes, i premi assegnati alle migliori produzioni cinematografiche e televisive da parte della associazione hollywoodiana della stampa estera (o i “pre-Oscar”, come li considera qualcuno). L’evento è stato trasmesso in diretta, in Italia, dal canale Sky Atlantic a partire dall’una di notte e la mia intenzione era, inizialmente, di armarmi di popcorn e plaid e seguire le premiazioni. Nonostante, ormai da quattro anni a questa parte, seguire la diretta per la consegna degli Oscar sia diventato per me un must, non avevo mai guardato finora la cerimonia per i Golden Globes e speravo di inaugurare la tradizione quest’anno ma, alla fine, il sonno ha prevalso. Preso atto, quindi, del fatto che sto inesorabilmente invecchiando, mi ritrovo, fresca e riposata, a parlarvi oggi di vincitori e vinti nell’ambito delle serie tv.
I premi dedicati alle produzioni televisive, infatti, hanno riservato non poche sorprese, pur confermando qualche incrollabile certezza (leggi: l’inossidabile Kevin Spacey). Si è trattato, quest’anno, di un’edizione dedicata alle novità: la stampa estera, infatti, ha scelto di premiare solamente prodotti recenti. A stupirmi maggiormente è l’assenza di premi per “True Detective”. La serie che mi ha appassionata di più durante l’ultimo anno, che considero tuttora praticamente perfetta (non aveva conquistato solo me, nei recenti Nerdando Awards era stata segnalata da ben tre redattori), non ha portato a casa nessun riconoscimento. La serie ideata da Nic Pizzolatto era presente nelle categorie “miglior attrice non protagonista in una serie, miniserie o film tv”, “miglior attore in una serie o film tv” (con due nomination) e “miglior miniserie o film tv”. Se non stupisce più di tanto la sconfitta nella prima categoria, dove Michelle Monaghan viene battuta da Joanne Froggatt della serie “Downton Abbey”, a lasciare a bocca aperta sono le altre due categorie, nelle quali “True Detective” viene sconfitta da un’altra serie tra le mie preferite del periodo: “Fargo”.
La serie basata sull’omonimo film dei fratelli Cohen, alla fine, si aggiudica ben due globi. il primo come “miglior miniserie o film tv” (battendo, tra gli altri, anche “True Detective”) e il secondo per l’interpretazione di Billy Bob Thornton, che supera, nella categoria “miglior attore in una serie o film tv” entrambi i protagonisti di “True Detective”, Woody Harrelson e Matthew McConaughey. Quest’ultima è stata la vittoria che mi ha lasciata perplessa più di ogni altra. Intendiamoci, il Lorne Malvo di Thornton è sicuramente un’ottima interpretazione ma, di fronte alla complessità e profondita del detective Rust Cole, magistralmente interpretato da McConaughey, a mio parere si dissolve. Personaggi diversi ed entrambi impegnativi, in grado di tirare fuori il meglio dai due attori, ma il mio preferito resta sempre il meditabondo protagonista di “True Detective”. Questa, comunque, era la categoria più difficile, dove erano presenti attori di grande livello. A completare la cinquina, infatti, c’erano Martin Freeman (per “Fargo”) e Mark Ruffalo (per “The Normal Heart”).
Restando in tema di sorprese, stupisce anche la vittoria nella categoria “miglior serie – drama” di “The Affair”, che ruba il globo dorato a serie del calibro di “House of Cards” e “Game of Thrones”. La serie di Showtime fa, come “Fargo”, il bis di premi, aggiudicandosi anche il riconoscimento per la “miglior attrice in una serie – drama”, che va a Ruth Wilson e, a questo punto, entra di diritto nella lista dei miei “da vedere”. La Wilson, peraltro, vince un po’ a sorpresa, considerato che si trovava di fronte interpretazioni eccelse di attrici importanti come Robin Wright (una perfetta signora Underwood in “House of Cards”), ma anche Clare Danes (“Homeland”) e Viola Davis (“How to get away with murder”, che arriverà presto sugli schermi italiani).
Sorpresa anche nella categoria “miglior serie – comedy musical”, dove la vittoria va alla nuova serie Amazon, “Transparent”. Tra i nominati nella categoria, anche “Silicon Valley” che, a mio parere, avrebbe decisamente meritato il premio. “Transparent”, comunque, otttiene anch’essa un totale di due statuette, trionfando con l’attore Jeffrey Tambor anche nella categoria “miglior attore in una serie – comedy o musical”.
Tra tante novità, in ogni caso, c’è stato spazio anche per qualche certezza: nella categoria “miglior attore in una serie – drama” ha trionfato Kevin Spacey. Alla sua ottava nomination, Spacey ha convinto tutti con il suo freddo e senza scrupoli Frank Underwood e ha spazzato via una blasonata concorrenza (erano in lizza anche Clive Owen per “The Knick”, Liev Schreiber per “Ray Donovan” e James Spader per “The Blacklist”). La sua vittoria, comunque, è meritatissima e anche io non posso fare a meno di trovarmi d’accordo con la scelta. La serie, che pur merita molto, però si ferma a quest’unico globo, anche se presente in nomination in altre due categorie.
A questo punto, vi lascio la lista completa dei vincitori per categoria e aspetto di sentire i vostri pareri su vittorie meritate o sconfitte inaspettate.
-Miglior serie – drama: The Affair
-Miglior serie – comedy o musical: Transparent
-Miglior attore in una serie – drama: Kevin Spacey (House of Cards)
-Miglior attrice in una serie – drama: Ruth Wilson (The Affair)
-Miglior attore in una serie – comedy o musical: Jeffrey Tambor (Transparent)
-Miglior attrice in una serie – comedy o musical: Gina Rodriguez (Jane The Virgin)
-Miglior miniserie o film tv: Fargo
-Miglior attore in una miniserie o film tv: Billy Bob Thornton (Fargo)
-Miglior attrice in una miniserie o film tv: Maggie Gyllenhaal (The Honorable Woman)
-Miglior attore non protagonista in una serie, miniserie o film tv: Matt Bomer (The Normal Heart)
-Miglior attrice non protagonista in una serie, miniseri o film tv: Joanne Froggatt (Downton Abbey).