Caraibi. Età d’oro della pirateria.
È questo lo scenario di uno delle saghe più folli e divertenti che siano mai stati congeniate.
Sto parlando del fottuto MONKEY ISLAND!
Era il 1990 quando LucasArts (a quel tempo LucasFilm) stravolse il mondo dei videogiochi con il primo capitolo della saga: The Secret of Monkey Island.
Certo, per sfoderare un punta clicca così incredibile ci volle, per fare un parallelo cestistico, il dream team delle olimpiadi di Barcellona ’92.
L’ideatore fu Ron Gilbert (Michael Jordan) che seguì la saga fino al secondo capitolo, al suo fianco David Grossman (Larry Bird), Tim Schafer (Magic Johnson), Michael Land (John Stockton) che compose le musiche e Steve Purcell (Karl Malone) che curò grafica: il meglio in circolazione insomma!
La trama in sé non risultò affatto intricata, ma l’attenzione ai particolari la rese geniale! (Considerate che il primo episodio di ”I Pirati dei Caraibi” riprende gran parte delle sue scene dalla saga di Monkey Island. Provare per credere!)
Guybrush Threepwood, un giovanotto di belle speranze che sogna di diventare un temibile pirata (sì, UN TEMIBILE PIRATA), approda sull’isola di Mêlée in cerca di fortuna e scopre che, per coronare il suo sogno, dovrà superare tre prove.
Durante il suo percorso di addestramento, Guybrush s’imbatterà in tutti i clichè che possono caratterizzare l’epoca della pirateria: duelli, riti voodoo, ruberie, pirati fantasmi, cannibali e la sua futura moglie Elaine!
Il tutto condito da Gag a profusione e un’ironia che raramente si era incontrata in un videogioco.
Anche l’interfaccia di gioco SCUMM fu un’innovazione da non tralasciare!
Questa consisteva in una lista di verbi situata nella parte bassa dello schermo che venivano utilizzati, con un semplice click del mouse, per interagire con l’ambiente circostante.
Occupava gran parte dello schermo ma non risultava mai invadente!
Attraverso questi comandi bisognava risolvere enigmi e superare le suddette prove cercando indizi e interagendo con gli NPC più strampalati.
The Secret of Monkey Island è stato uno dei primi videogiochi che mi ha segnato nel profondo, guadagnandosi di diritto un posto nella mia personale Hall of Fame.
Per chi non lo avesse mai giocato (REDIMITI!) è disponibile un remake con grafica attualizzata del 2009 che ha come scopo preciso – così ha dichiarato Gilbert- quello di avvicinare i neofiti alla saga.
Aneddoto time. Assurdo come rigiocando il sopra citato remake ricordassi ancora tutte le battute e le soluzioni degli enigmi a memoria.
È in questi momenti che ti fermi a pensare e dici: ”Perché potrei conoscere la fisica quantistica, ma preferisco ricordare a memoria le battute di Jabba ne “Il ritorno dello Jedi”?”.
Non lo saprò mai.