L’ultima grande fatica dei Ready At Dawn Studios l’ho prenotata esattamente il 2 febbraio 2014, ossia nel momento in cui su Amazon è apparso questo fantomatico nome, “THE ORDER 1886”, che mi ha incuriosito e del quale mi sono fidato – tanto le prenotazioni Amazon sono gratis! Nel corso dei mesi l’hype attorno a questo titolo è sempre più cresciuto, complici filmati e centellinate presentazioni in eventi (alzi la mano chi l’ha provato a Lucca 2014, io non ci sono riuscito), delineandosi come uno dei pochi veri titoli next-gen della console di casa Sony, assieme ad Infamous Second Son, Uncharted 4, Until Dawn, Bloodborne e (ahimé) pochi altri giochi. Finalmente, il 20 febbraio 2015, il postino ha bussato e mi ha lasciato il tanto atteso pacchetto, ed era anche ora!
Inutile ricordare che il gioco è un TPS ambientato in una Londra vittoriana fantasticamente resa in chiave steampunk – e da qui capite il perché del mio titolo: sono sicuro che nei prossimi eventi cosplay, in primis durante il Lucca Comics & Games, avremo non pochi emuli dei Cavalieri dell’Ordine, dato che sia i vestiti ma soprattutto l’equipaggiamento e le armi sono meravigliosamente caratterizzati da uno steampunk fatto proprio bene. Il protagonista Sir Galahad, assieme ad altri fidati membri dell’Ordine, inizia la sua avventura cercando di sedare le rivolte che stanno avvenendo all’interno del quartiere di Whitechapel in quel della capitale inglese, salvo poi ritrovarsi dopo ben poco tempo alle prese con qualcosa di sovrannaturale e non solo, con numerosi riferimenti anche al mondo fantasy… Perdonate la reticenza, ma questo è un articolo spoiler free! Per aumentare la curiosità (e la bastardaggine) posso solo dirvi che i membri dell’Ordine hanno gli stessi nomi dei Cavalieri della Tavola Rotonda di Artù… ma siamo sicuri che non si tratti proprio di “quei” cavalieri? E chi sarà Jack The Ripper? Le risposte solo su Kazzenger…!
Lo stile di gioco è del tutto privo di enigmi, e si basa su sessioni di esplorazione, sparatorie con coperture e alcuni momenti stealth, il tutto condito da una discreta dose di quick time events sparsi qua e là. Una piacevole novità è data dai qte interattivi: non sempre dovrete premere il pulsante a schermo per evitare una morte atroce, bensì con lo stick destro dovrete spesso spostare la visuale per focalizzarvi su un elemento evidenziato piuttosto che un altro, premere il bottone corrispondente e solo a quel punto la scena riprenderà a scorrere, e cambierà in base alla scelta da voi effettuata. Siete in difficoltà, un nemico vi sta puntando un coltello alla gola: cercherete di afferrare il coltello vicino alla vostra mano oppure gli sfilerete la pistola dalla fondina che penzola dai suoi fianchi? La possibilità di fare queste scelte non è niente male, davvero, decisamente meglio di un semplice button mashing che a volte mette solo ansia e basta. Queste possibilità si sposano alla perfezione con le (uniche!) due boss battles presenti nel gioco, dove soprattutto la seconda mi ha ricordato, emozionandomi, lo scontro Leon vs Krauser di Resident Evil 4, che a tutt’oggi ritengo una delle migliori e più gasanti boss fight mai realizzate. Per finire, parlando di cose gasanti e da sborone, anche il buon Sir Galahad dispone del suo bullet time, dove con la pressione di un tasto avremo la possibilità di imbracciare la pistola, far rallentare il tempo, e scorrere i bersagli a noi visibili su schermo sparando a tutto lo sparabile fino alla fine dello slow motion. Il tutto senza manco buttarsi di lato, pensa te che comodità, non per niente sono cavalieri.
Cosa ne penso di questo gioco? A me è piaciuto, tanto. Lo consiglierei? Sì, a chi non è troppo schizzinoso. Al di là dell’aspetto grafico, che è inutile dire quanto sia portentoso perché sinceramente con le console di attuale generazione, specie con un’esclusiva, è il minimo, The Order 1886 mi ha divertito ed intrattenuto con la sua storia non troppo scontata e con una meccanica di gioco che, non essendo stata tirata per 20 ore ma spalmata solo su 7-8 ore con numerose cutscenes, non dà modo al giocatore di annoiarsi con uno schema che può facilmente diventare ripetitivo. Già, sento di andare contro tutte quelle critiche che il gioco ha ricevuto per la sua durata piuttosto breve, perché così è più un’esperienza di gioco che non un semplice “andiamo di capitolo in capitolo finché non finiamo”. Certo, lo si paga a prezzo pieno, ma se fate come me e prenotate un gioco da quando non è ancora disponibile neanche l’immagine di copertina, ve lo troverete recapitato a casa in edizione limitata a soli 52€! 😉
Menzione d’onore: l’isterica Isy (o lady Igraine, da me ribattezzata lady Migraine, cioè emicrania) che non capisce una mazza durante tutta l’avventura, vi fa sudare sette camicie per pararle le chiappe e che alla fine fa pure l’acida. Ingrata!