Giochi da tavolo

Scythe – Baionette, mech e vodka

Scythe

Una mattina degli anni ’20, primo dopoguerra: i canti lenti dei mietitori di grano si levano dai campi nebbiosi dell’entroterra dell’Est Europa. Cantano per non sentire la fatica e il rumore della battaglia che sta avendo luogo poco lontano. Giungono rumori di esplosioni. Spari. Qualcuno grida, si sente galoppare. Soldati. Arrivano i cigolii e i tonfi di macchinari giganteschi. Mech.

Esatto, mech. Perché Scythe non è ambientato nel nostro stesso mondo, ma in una diversa Terra situata in un’altra linea temporale. Qui la prima guerra mondiale è stata combattuta a colpi di giganteschi esoscheletri meccanizzati, prodotti in massa da una città-stato balcanica avanzatissima, conosciuta come “La Fabbrica“. Ora, questa città ha chiuso i suoi contatti con l’esterno, e le nazioni circostanti cercano di ottenerne il controllo per soverchiare i paesi rivali. L’ambientazione dieselpunk, non fa solo da sfondo a questo gioco 4X (eXpand, eXplore, eXploit, eXterminate) ma influenza anche il modo di giocare, delineando una struttura nettamente simulativa in un genere in cui si tende all’astrazione delle meccaniche.

La meccanica di gioco

Perché proprio il nome Scythe? Come dice l’autore Jamey Stegmaier, in questo mondo guerra e agricoltura sono fondamentali e dipendono l’una dall’altra e la falce, scythe in inglese, è uno strumento utilizzabile per entrambe le cose, rappresentando perfettamente lo spirito del gioco. La guerra è finita e ormai l’annientamento totale del nemico non è più una priorità. Le truppe di stanza hanno il compito di proteggere i lavoratori nei campi e dissuadere eventuali attacchi nemici.

Questa situazione di costante tensione si riflette nel titolo, così come tutta la situazione geopolitica. Il tabellone rappresenta con degli esagoni i vari territori intorno alla fabbrica, la cui struttura è fissa: ogni fazione parte sempre dallo stesso luogo e con un set esclusivo di risorse maggiormente accessibili rispetto ad altre. Questa disposizione spinge all’uscire dai propri confini e all’avventurarsi alla ricerca di nuove ricchezze. Ai nostri comandi avremo un personaggio, il leader della nostra fazione, dei mech e dei lavoratori, che avranno rispettivamente compiti militari e di produzione delle risorse. Il turno è semplicissimo: si sceglie un set di due azioni dalla nostra plancia, si decide se farne una, entrambe o nessuna e si passa al giocatore successivo. Non appena qualcuno piazza la sesta stella (ovvero dei riconoscimenti per determinate azioni) sul tabellone, la partita finisce all’istante: chi ha raccolto più monete ha vinto. Le monete possono essere guadagnate anche in base ai territori controllati, alle stelle posizionate, al numero di risorse, alle strutture costruite ed alla popolarità.

All’inizio di ogni partita di Scythe, ogni giocatore possiede due lavoratori, che possono iniziare subito ad estrarre risorse: piazzandosi su degli esagoni adatti ed effettuando l’azione di produzione, otterremo tanto grano, legno, metallo o petrolio quanti sono i nostri braccianti. Se l’esagono rappresenta una città, la risorsa prodotta sarà invece un lavoratore, che verrà rimosso dalla nostra plancia delle azioni.

La plancia delle azioni, così come la plancia della fazione, viene distribuita casualmente ad ogni partita e presenta una combinazione sempre diversa di set di azioni. Su queste due plance vengono piazzati tutti i mech, lavoratori ed edifici da costruire, oltre che a particolari segnalini miglioria. Ogni volta che è richiesto si spostano i segnalini in altri spazi della plancia, o sul tabellone, in modo da coprire effetti e scoprirne di nuovi, negativi o positivi. Ad esempio, l’azione in corrispondenza della riserva dei lavoratori diventerà sempre più costosa man mano che ne aggiungiamo sul tabellone, oppure costruendo degli edifici otterremo la possibilità di guadagnare ulteriore popolarità o potere militare, o ancora, costruendo mech, sbloccheremo importanti bonus per tutta la fazione, come la capacità di superare i fiumi o di muoversi più velocemente. Alle azioni già presenti è possibile aggiungerne un’altra visitando la Fabbrica con il proprio personaggio per la prima volta. Potremo pescare una carta Fabbrica e guadagnare un nuovo set di due azioni.

Fa piacere vedere come Scythe non abbia una componente aleatoria “fastidiosa”, ma funzionale al resto del gioco: la fortuna determina solo le carte pescate, che spesso non sono fondamentali o riguardano eventi che fa piacere scoprire ogni volta, cioè gli Incontri.

Incontri e obiettivi

Scythe è già avvincente con le caratteristiche di cui vi abbiamo parlato, ma se aggiungessimo che c’è pure un sistema di eventi a scelte multiple? Raggiungendo con il proprio personaggio i segnalini incontro disseminati sul tabellone, infatti, avremo la possibilità di pescare una carta Incontro, che descrive un breve intermezzo narrativo che ci darà tre opzioni fra cui scegliere, con diversi costi e benefici. In questo frangente è stata fatta un’opera certosina di caratterizzazione, realizzando un’illustrazione ad hoc per tutte le (numerose) situazioni, della quale parleremo più avanti.

Un’altra variabile, più classica, ma capace di rendere ancora più movimentato il gioco è la presenza degli obiettivi. Ne avremo due per tutta la durata della partita, ma dovremo stare attenti a non concentrarci troppo su di essi: tentare di realizzarli potrebbe portare alla nostra rovina!

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Combattimento

I mech, insieme al nostro personaggio iniziale, sono le unità volte agli scontri armati. Il combattimento si svolge in modo abbastanza semplice: non appena un’unità da battaglia entra in un esagono contenente dei nemici, ogni giocatore coinvolto prende un disco del potere e decide quanti punti potere (indicati su una apposita scala sul tabellone) scommettere, aggiunge tante carte combattimento quante sono le unità in gioco e rivela in contemporanea all’altro giocatore i numeri scelti; chi ha la somma più alta vince e rimanda alla base iniziale tutte le unità nemiche presenti nel territorio in questione. Attenzione però! Se vi erano lavoratori avversari, vi sarete dimostrati nemici del popolo e perderete un punto popolarità per ogni lavoratore presente. Ecco che di nuovo l’ambientazione va a influire pesantemente sulle meccaniche, arrivando quasi a dare un retrogusto di gioco di ruolo.

In Scythe – avrete già capito – uno dei meccanismi fondamentali è la “guerra fredda” e l’attacco armato deve essere fatto in modo oculato e ponderato. I mech non hanno infatti solo scopi offensivi, anzi, sono soprattutto difensivi, e fanno da fortezza mobile per i lavoratori, difatti sono capaci di trasportarli insieme alle risorse di cui dispongono, e possono dissuadere eventuali attacchi mirati a rubare le ricchezze della fazione.

Componenti

Se la meccanica è solida e coesa con l’ambientazione, allo stesso modo l’unione fra mondo di gioco e realizzazione artistica è meravigliosa. Due parole su questo universo parallelo: Il polacco Jakub Rozalski è l’illustratore che lo ha ideato, chiamandolo “1920+“. In questa ucronia è ambientato Scythe, numerose sue illustrazioni e addirittura un videogioco in arrivo. Il suo stile è legato fortemente al periodo artistico fra XIX e XX secolo, e non a caso ricorda molto lo stile dei macchiaioli, seppur con delle atmosfere quasi sempre caratterizzate da paesaggi brulli e nebbiosi. Le sue opere, moltissime delle quali realizzate per questo gioco da tavolo, ritraggono scene di vita quasi normale, se non fosse per alcuni elementi tecnologici come ad esempio dei torreggianti mech di 20 metri che immobili sorvegliano i campi. Dalla sua mente nasce anche l’ambientazione e le fazioni di Scythe: la Repubblica di Polania, l’Impero di Sassonia, il Khanato di Crimea, i Regni Nordici e l’Unione Rusviet. Quello che vediamo è un progetto più vasto che nasce con questo gioco.

L’apporto di Jakub non è fine a sé stesso: oltre ad aver pesantemente influenzato le meccaniche, la sua visione ha realizzato un tabellone meravigliosamente dettagliato, e ogni singolo pezzo cartaceo, dalle plance dei giocatori alle piccole carte Combattimento, è impreziosito da un suo disegno. L’atmosfera ne risente molto. In meglio.

Come se non bastasse, come se già non avessimo un gioiello fra le mani, ogni fazione ha una miniatura dettagliatissima e personalizzata per il suo personaggio e i suoi mech, ognuna con il suo stile, realizzato in modo maniacale. I segnalini in legno sono sagomati a rappresentare gli edifici e i lavoratori hanno una forma diversa a seconda del colore, mentre le risorse sono realizzate in modo da sembrare il più realistiche possibili. Addirittura, nella versione deluxe, le risorse non sono in legno, bensì in plastica dipinta in modo realistico, per aggiungere (ancora!) valore al gioco. Stesso discorso con le monete: normalmente di cartone, sono state realizzate in metallo per la versione di lusso riservata ai sostenitori su Kickstarter.

La differenza di materiali viene utilizzata anche per ricordare che le miniature in plastica sono le unità che possono entrare in combattimento, mentre i pezzi in legno riguardano il lato che riguarda produzione e risorse.

Inoltre, per i più esigenti, è possibile addirittura acquistare un’estensione per rendere il campo di gioco più grande del 50%, sul retro del tabellone è già presente la versione “zoomata” da attaccare al prolungamento opzionale. Se volete ammirare i componenti di Scythe in tutto il loro splendore, abbiamo realizzato un unboxing sulla nostra pagina Facebook

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Longevità

A livello tecnico, la cosa che colpisce maggiormente di Scythe è la semplicità delle regole, unita ad una buona profondità, ma soprattutto ad una varietà, e quindi longevità, semplicemente elettrizzante. Ogni fazione ha le sue abilità e caratteristiche speciali, che, unite al ruolo randomico, generano una quantità di combinazioni elevatissima. Alla fine della vostra partita non potrete fare a meno di chiedervi quale sarebbe stato l’esito con una differente plancia di fazione o di ruolo. Questa è sicuramente un’ottima variabile per la longevità e per la modularità che si presta benissimo all’aggiunta di nuove meccaniche o contenuti. La leggerezza del regolamento permette sicuramente di integrare senza problemi nuove caratteristiche, coprendo ad esempio l’aspetto politico del mondo di Scythe.

Espansione

A tal proposito sta già arrivando la prima espansione di Scythe, ovvero Invaders from Afar, che aggiunge due nuove fazioni, Albion e Togawa. L’espansione è stata preventivata già durante la campagna di Kickstarter e il tabellone originale è già predisposto per giocare con 7 giocatori. Al suo interno troveremo anche un box in plastica da integrare alla scatola base del gioco.

In conclusione…

L’impatto con Scythe è simile a quello che si ha quando, facendo l’ultima curva, vi trovate davanti ad una maestosa montagna. Fosse anche fatto di pezzi di legno colorati su di un tabellone colorato, sarebbe un bellissimo gioco. L’ambientazione è intrigante e originale, influenza le meccaniche in modo da far immedesimare il giocatore e la realizzazione artistica è stupefacente: per gusti personali, la più bella e curata che abbia mai visto in un gioco da tavolo, e mi fa rimpiangere di aver perso l’occasione di acquistare la versione Art Connoisseur durante il crowdfunding, che conteneva un artbook da 100 pagine. Questo non è solo un gioco, è un’opera d’arte. Su più livelli.

Scythe è prodotto da Stonemaier Games ed edito in Italia da Ghenos Games.

Nerdando in breve

Scythe è un gioco ambizioso che però riesce perfettamente nel suo intento. Una struttura complessa ma di facile comprensione, unita ad una ricchezza artistica mai vista, lo portano di prepotenza nell’olimpo dei grandi classici.

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