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Fru – Finalmente il Kinect ha un senso

Alzi la mano chi non è rimasto affascinato dal Kinect di Microsoft. Non dico chi lo ha comprato, alzi la mano anche solo chi non ha mai, nemmeno una volta, pensato “che gran figata”!
Scommetto che sono pochissimi, mentre ho il terrore di chiedervi chi, tra quelli che se lo sono portati a casa, sono rimasti delusi al grido del “Mbè? Ora che ci faccio?”.

Purtroppo, a parte sessioni scatenate di ballo, affettamenti ninja di frutta, e pochi titoli sperimentali come D4 Dark Dreams Don’t Die, lo splendido device per XBox è fondamentalmente un pezzo di arredamento (davvero riuscite a gridare “Fus Ro Dah!” senza servirvi dei cretini? Io ho provato, ma prima mi ero assicurato di essere solo in tutto il palazzo). Bello, potente quanto volete, funzionale per chattare senza cuffie, ma de facto quasi inutile.

Poi, improvvisamente, ecco che qualcuno ha un’idea. Un’idea semplice e, come spesso accade, incredibilmente geniale. Prendi un classico puzzle platform 2D, ma, invece che inserire i soliti enigmi ambientali come leve, pulsanti, piattaforme ecc, limitati a nascondere percorsi e trappole in modo che il personaggio non possa usarli. Poi sfrutta il Kinect nel suo modo più classico: proietta la silhouette del giocatore sull’area di gioco e dai vita alla magia.

Fru è tutto qui, ed è tantissimo. Simpatico e divertente da soli, strepitoso in coppia: un giocatore con il controller, l’altro piazzato davanti allo schermo a fare contorsioni mai viste per aprire e chiudere i passaggi al personaggio; spostando l’ombra nell’area di gioco, infatti, compaiono ponti, piattaforme, trappole e passaggi segreti. Il personaggio dovrà quindi coordinare il proprio movimento con quello dell’ombra, in modo da non precipitare, non cadere in una trappola o finire bloccato dai muri, e, infine, raggiungere il livello successivo.
Messe queste fondamenta, poi, tutto sta a lasciar la fantasia libera di correre, inserendo collezionabili apparentemente irraggiungibili e invitando i giocatori a scervellarsi per disegnare i percorsi giusti, sincronizzando il movimento del personaggio con quello del corpo umano.

Semplice? Banale? Scontato? Forse, ma incredibilmente divertente.

Mi sono bastati due minuti del video di presentazione per capire che Fru è un pezzo unico e straordinario. Metterci le mani sopra non ha fatto che confermare la prima impressione. Se avete figli con cui volete condividere momenti di videogioco originali (e non violenti), questo è quel che fa per voi. Se non avete figli, e vi state chiedendo perché mai avete comprato il Kinect, Fru è la risposta alle vostre preghiere. E se mai vi siete chiesti se fosse possibile vedere Twister su console, questo è quello che più gli si avvicina. Fru usa il Kinect come portale per collegare due universi: quello reale e quello dei videogame; lo fa in modo originale e spassoso: probabilmente Fru è l’unico gioco che richiede l’utilizzo contemporaneo di muscoli e cervello, problem solving e ginnastica, intelligenza deduttiva e scorte di Voltaren.

Se vi state domandando quanto tempo è stato necessario per concepire e realizzare un gioco del genere, la risposta è sorprendente come tutto il resto. Secondo Though Game, studio Indie olandese che lo ha creato, è stato realizzato in veste di prototipo in sole 48 ore. Ovvio che un titolo così non potesse che scatenare le mie curiosità più recondite: per questo motivo, nei prossimi giorni, troverete una video intervista ad uno dei membri del team.

In conclusione, qualora non fosse ancora chiaro, se avete il Kinect dovete avere anche Fru.


Nerdando in breve

Fru è capace di dare un senso al Kinect, si adatta al gioco in famiglia e diverte facendo usare il cervello.

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