Introduzione
Premessa doverosa: scrivere quest’articolo è stato un massacro. Ci ho messo almeno un mese e non sono neanche soddisfatto perché sinceramente c’è talmente troppa carne al fuoco che penso di aver scritto poco.
Sapete, in 20 anni e forse più da videogiocatore, il genere che ho giocato di più in assoluto è quello strategico. Ne ho provati davvero di tutti i tipi, tra turni, tattici, grand strategy, in real time. In virtù di questo, penso di potermi accorgere ormai quando un titolo ha qualcosa di speciale.
In un 2014 che ha visto una nuova iterazione del mio franchise preferito (Civilization) e la benvenuta correzione di rotta per riparare al disastro dell’ultimo nato della saga Total War, non mi sarei mai aspettato di rimanere così sorpreso di fronte ad un titolo classificato come “indie” tanto da snobbare i titoloni in virtù di questo gioiello.
Amplitude Studios è un nome che forse vi dirà poco, essendo un piccolo studio indipendente di sviluppatori nato 3 anni fa a Parigi, ma tenetene a mente il nome perché questi ragazzi hanno talento a fiumi.
Il loro primo lavoro, Endless Space, lo comprai quasi per caso durante i saldi di Steam due anni fa, e fui soddisfatto dell’acquisto: uno strategico 4x ambientato nello spazio a prima vista leggero e ben impostato, ricco di possibilità, scoperte, con un sistema di battaglia molto particolare e dotato forse di una delle migliori interfacce che abbia mai avuto l’onore di utilizzare. Davvero, l’interfaccia di quel titolo mi spiazzò per la semplicità dell’idea e per la comodità assurda nell’utilizzo, tanto da stupirmi del fatto che nessuno ci avesse mai pensato prima. Endless Space mi diede un assaggio del talento degli artisti (i primis disegnatori e musicisti) dello studio francese, e pur peccando forse lievemente in carisma, si tratta di un titolo comunque molto ben congeniato.
Se Endless Space è stato sicuramente un buonissimo esordio, con Endless Legend gli Amplitude Studios compiono un balzo avanti pazzesco fornendoci una clamorosa conferma del loro talento e della voglia di portare un vento nuovo in casa degli amanti della costruzione di imperi.
Recensione
Bollare Endless Legend come l’ennesimo strategico a turni fantasy è fargli un torto, innnanzitutto perché Amplitude non si è accontentata di creare un’ambientazione, ma ha voluto creare un intero universo coerente che passa dal fantasy alla sci-fi arrivando a toccare lo steampunk con gran scioltezza, e che è trasversale a tutti e tre i suoi titoli finora pubblicati, che pur di generi diversi (strategico spaziale, strategico alla civilization, rogue-like/tower defense) ci permettono di percorrere tre epoche differenti di questo “Endless Universe”.
Il primo impatto con questo lore lo troviamo nella scelta dell’impero che vogliamo guidare: qui non ce la faccio a trattenermi, le fazioni sono semplicemente clamorose. Mentre solitamente la distinzione tra civiltà è classicamente affidata a bonus/malus, unità ed edifici differenti, in Endless Legend le razze tra cui scegliere sono talmente polarizzate e ben caratterizzate che ognuna ha quasi un gameplay differente l’una dall’altra, e un impatto visivo veramente azzeccato. Ci possiamo anche scordare i classici elfi, nani et similia: che ne dite di un popolo di cavalieri costruttori chiamati Broken Lords perché consistono di solo spirito intrappolato in un’armatura, e non necessitano di cibo? Oppure i Necrophages, insettoidi che per espandersi infettano i nemici, ne riciclano i cadaveri e che non possono avere rapporti diplomatici con le altre fazioni? O magari potrebbero intrigarvi i Cultisti, ferventi integralisti del culto della fine, portano maschere con il volto degli Endless (il leggendario popolo caduto che c’è dietro il lore), non fondano città ma convertono gli altri popoli dall’Alto Seggio della Regina nella loro gigantesca capitale. Qualunque sia la fazione scelta, si può star certi che non si giocherà mai la stessa partita, dato che le caratteristiche specifiche di fazione vanno proprio a modificare tutto l’approccio alla partita e ogni civiltà ha poteri e peculiarità davvero uniche. Io, da grande amante della scienza e in generale dell’espansione pacifica, per la mia prima partita ho selezionato i Vaulters, tecnologici abitanti di bunker sotto il suolo del Pianeta, discendenti di antichi esploratori venuti dalle stelle: è giunto il momento di investigare il passato e costruire il futuro del nostro pianeta!
La mappa
Dopo la bella sorpresa delle fazioni così particolari, Endless Legend ci riserva un altro shock, questa volta forse un po’ più frivolo, ma di sicuro impatto: la mappa è, semplicemente e senza appello, spettacolare. Immaginate di poter costruire il vostro impero su una mappa che ricorda la particolare impostazione visiva di quella della sigla della serie Tv di Game of Thrones, con tanti tanti particolari in più: dislivelli, scogliere, mari, laghi, anomalie, dettagli e risorse particolari sparse su tutta la superficie del pianeta restituiscono una sensazione meravigliosa, che aumenta a dismisura la voglia di esplorare il pianeta e ammirare i nostri domini e le nostre città che diventano grandi e fiorenti. Diminuendo lo zoom, la mappa cambia per assumere il tipico aspetto delle mappe disegnate a mano. Ah, che ve lo dico a fare, ogni fazione (e anche ogni fazione minore presente sulla mappa come una sorta di NPC) ha un proprio stile architettonico particolare. Vi esorto ad andarvi a godere qualche screenshot per capire un po’ che gli artisti di Amplitude non scherzano affatto!
Mentre una colonna sonora preziosa ci entra nell’anima (e starete a canticchiarla fino a un’oretta dopo aver abbandonato Auriga) scopriamo un po’ perché Endless Legend mi ha fatto innamorare.
Ecco, ora sono in difficoltà perché c’è da perdersi nella moltitudine di meccaniche, sottigliezze, caratteristiche che il team francese ha voluto inserire nell’esperienza: prendete un qualunque gioco di questo particolare genere, e sappiate che tutte le caratteristiche che fanno impazzire voi costruttori di imperi le ritroverete anche qui, ripulite, raffinate, snellite o portate ad un nuovo livello.
Ci sono le classiche città, che però a questo giro possono essere costruite solamente una per regione: in un solo colpo Amplitude ci regala la bellezza della colonizzazione e dell’espansione insieme ad un nuovo piano strategico perché non sarà di certo semplice scegliere dove costruire i nostri centri urbani, che comunque potranno crescere grazie a nuovi distretti e strutture industriali direttamente sulla mappa diventando immensi agglomerati urbani perfettamente integrati alle caratteristiche morfologiche del terreno, restituendo anche graficamente una sensazione di omogeneità splendida.
La ricerca scientifica
C’è la classica ricerca scientifica, cui viene regalata una nuova dimensione introducendo le ere tecnologiche: l’abusato albero della ricerca è soppiantato da un meccanismo secondo il quale il nostro impero si troverà ad attraversare sei ere tecnologiche, per sbloccare ciascuna delle quali sono necessarie sei tecnologie dell’era precedente. Ecco che anche per la scienza un nuovo piano strategico diviene fondamentale, su cosa si concentreranno i nostri sforzi di sviluppo?
La diplomazia
E la diplomazia? Anche quella svecchiata, con l’introduzione della particolare risorsa “influenza”, misura di quanto il nostro leader/re/console sarà figo ed influente sia rispetto al resto del mondo, sia nei confronti del nostro popolo. Un capo carismatico sarà in grado di accumulare moltissimi punti che si tradurranno in più ampi margini per le trattative diplomatiche (si può scambiare e negoziare davvero di tutto, se si è abbastanza carismatici) sia nell’utilizzo di Piani Imperiali efficaci, nuova introduzione che ci permette di dirigere gli sforzi del nostro popolo verso la prosperità secondo una particolare direzione (economia e sviluppo, scienza ed industria, crescita e popolazione, sviluppo militare). Detta così fa molto URSS.
Le battaglie
Ma come è giusto che sia, si dovranno pure menar le mani prima o poi. E per tutti gli amanti delle battaglie, Amplitude ha pensato un rinnovamento molto gradito: quando un nostro esercito incontrerà un esercito nemico si potrà farli scontrare in modo automatico come in un qualunque Civilization, oppure dirigere uno scontro tattico a turni molto ben pensato, con la mappa del terreno che diverrà la mappa stessa della battaglia. Una bellissima innovazione che aggiunge alle partite un piano tattico facoltativo orchestrato e realizzato con arguzia. E non è finita qui: le unità, udite udite, ce le potremo costruire e migliorare da noi, cambiandogli l’equipaggiamento (corazze, armi, scudi, monili, armature, ….) man mano che la ricerca scientifica avanza. A differenza di Firaxis che in Beyond Earth questa caratteristica l’ha brutalmente eliminata, Amplitude ha intercettato le richieste degli orfani del buon vecchio Alpha Centauri e ha fornito questa deliziosa opportunità ai conquistatori di Auriga.
Gli eroi
Ah, quasi dimenticavo: ci sono gli Eroi, personaggi particolari ed unici, che amministreremo come in un qualunque GdR: avranno un inventario, saliranno di livello e potranno essere assegnati sia agli eserciti che alle città. E dato che come semplici sindaci o generali parevano sprecati, mi tocca introdurre un ennesima dimostrazione di quanta carne al fuoco ci sia in questo strategico, ovvero le quest. Esatto, visitando templi, rovine, città sparse sulla lussureggiante mappa potremo dare avvio a delle missioni, che siano esse primarie, secondarie o delle fazioni minori. Le missioni delle fazioni minori ci permetteranno di annettere queste al nostro impero, e di sfruttarne i particolari bonus una volta pacificati i villaggi da loro abitati, e di schierare con noi le loro truppe, altrimenti inutilizzabili: minotauri, arpie, draghi e creature ancor più particolari, che faranno sentire il loro peso sul campo di battaglia. Le missioni secondarie riguarderanno particolari oggetti o tesori da ritrovare, o asssegnamenti che potranno farci ottenere risorse di lusso o bonus per l’impero. Ultime, ma più importanti di tutte, le missioni principali della Fazione, che permetteranno di scoprire la bella storyline che ci narrerà passo passo la storia del nostro popolo. Si tratta di missioni più impegnative, che potranno portarci anche ad epiche guerre contro altri popoli. Ancora una volta, Firaxis dovrebbe chinare il capo e fare ammenda, anche di fronte alla buona qualità di scrittura dei testi delle quest.
L’interfaccia
Parlavamo prima dell’interfaccia: sostanzialmente è la stessa di Endless Space e la adoro. Vi giuro che faccio difficoltà ad usare le altre adesso. È basata su un design semplicissimo, quasi banale, che ci fa chiedere come mai nessuno ci abbia pensato prima: click sinistro entro nella schermata o seleziono, click destro esco dalla schermata o deseleziono. E basta. Detta così non sembra nulla di che, ma quando e se la proverete, fatemi sapere se non è geniale. Click. Click. Click. Non è facile smetterla. E tornare alle altre interfacce.
In conclusione
Amplitude è un team che mette impegno nei suoi prodotti, ma ha anche un grandissimo rispetto di chi gli dà la sua fiducia ed i suoi sudati risparmi: a parte gli upgrade costanti e le mini espansioni gratuite (Endless Space ne conta per ora cinque, Endless Legend una) si sono inventati il sistema Games2Gether, grazie al quale permettono a chiunque di intervenire nello sviluppo dei giochi e delle migliorie, con un sistema di punti spendibili nel forum in base a quanto si è giocato. Più conosci il gioco, più puoi mettere bocca su ciò che va cambiato, ciò che andrebbe migliorato, e così via. Non è un concetto banale, soprattutto nello scenario attuale.
Questo gioiellino potete accaparrarvelo più o meno ovunque, da Steam a tutti i maggiori negozi online. Però mi preme segnalarvi la pregevole traduzione italiana, opera degli ottimi e gentilissimi tipi di Adventure Productions, che se vi sentite un po’ vintage e vi comprate l’edizione fisica da loro distribuita (costa qualche spiccio di meno della digitale se non ci sono di mezzo i saldi), vi omaggia di un artbook molto carino all’interno della confezione: a prescindere dal mio amore per questo tipo di extra, in questo caso data la rilevanza dell’arte creata per questo titolo direi che è un di più molto apprezzato, tanto più che è una esclusiva (neanche l’edizione “Emperor” digitale lo contiene).
Potrei continuare a parlarvi ancora delle piccole chicche contenute in questo bellissimo pezzo di software, ripetermi circa la fantasia con la quale gli sviluppatori abbiano implementato nuove meccaniche, e svecchiato alcune che si ripetevano sempre uguali diventando quasi da canone e da dogma. Ma non lo farò perché questo non è un sito di recensioni, né di schede tecniche, men che meno di pubblicità. È un sito che nasce dalla passione, e ciò che scriviamo deve, secondo noi, trasmettere le nostre sensazioni mentre ci divertiamo. E io con Endless Legend mi sono divertito davvero tanto, e ho provato soprattutto un grande stupore. Stupore di fronte ad un prodotto così ben fatto, rifinito, infuso di puro amore in quel che si fa, in un’opera che fa davvero tremare i colossi iperpubblicizzati e super conosciuti. Per me lo strategico del 2014 è lui, ma anche la miglior sorpresa dell’anno appena passato.
Lunga vita al mondo indie!
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