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Clair Obscur: Expedition 33 – C’è ancora domani

Expedition 33

Quanta epicità in questa immagine?

Recensione

Una città devastata da una piaga soprannaturale. Un inesorabile conto alla rovescia che scandisce i sempre minori anni di vita sui suoi abitanti. Spedizioni disperate e tanto, tanto coraggio.
Tutto questo e molto altro in Clair Obscur: Expedition 33.

Trama

Se volete un consiglio spassionato: saltate questo paragrafo e andate al prossimo. Non ho intenzione di spoilerare nulla dei punti principali del plot, però occorre rimarcare che il gioco ci proietta in un universo incomprensibile e centellina le informazioni durante il prologo, prima dell’avvio della spedizione, in cui impareremo anche i principi di combattimento ed esplorazione.
Quindi, ora elencherò in breve il concept di questo titolo, ma la mia opinione è che sia meglio lasciarsi sorprendere momento dopo momento, senza avere alcuna idea di cosa ci troveremo davanti.

Per chi invece vuole sapere a cosa andrà incontro: Expedition 33 è ambientato in un universo distopico e ucronico. Cento anni fa un evento catastrofico noto come “Frattura” ha devastato la Parigi della belle époque, proiettandola in mezzo all’oceano. Come se non bastasse, oltre ai monumenti distrutti, le formazioni tumorali che la deturpano, il cielo oscurato, all’orizzonte è comparso un misterioso monolito su cui un’entità ultraterrena, chiamata Pittrice, dipinge ogni anno un numero come un terribile countdown. Al tramonto ogni persona di età superiore a quella muore, sparendo nel nulla e trasformandosi in un nugolo di petali.

Per questa ragione molti uomini e donne coraggiosi, sapendo di essere arrivati al loro ultimo anno di vita, decidono di imbarcarsi in una spedizione disperata per raggiungere il continente e la Pittrice, sperando di riuscire a sconfiggerla e interrompere questo orribile stillicidio.
La nostra avventura inizia quando Gustave si appresta a dire addio all’amata Sophie, che ha compiuto 33 anni e sarà tra coloro che spariranno. Mentre il giorno dopo sarà sull’imbarcazione diretta verso il continente, in quella spedizione che dà il titolo al gioco.

Giunto a destinazione, lo attende un ambiente molto più pericoloso e ostile di quanto non fosse previsto e inizierà così la missione per cercare di porre termine al triste destino di Lumière (il nuovo nome di Parigi: che, per chi non lo sapesse, è appunto soprannominata la Ville Lumière – la città delle luci) e svelare i molti segreti della Frattura.
Gustave sarà quindi nelle prime battute affiancato da Lune, incantatrice dal notevole talento, e Maelle, sua giovane e promettente discepola.

Ceci n’est pas l’Opéra, mais ça va le même

Gameplay

Ci lamentiamo spesso di non avere mai in mano giochi con un gameplay originale. Ebbene, devo dire che Expedition 33 si distingue per la sua capacità di mescolare in modo accattivante diverse meccaniche, dando vita ad una amalgama abbastanza unica.
L’esplorazione è piuttosto libera: le mappe sono grandi ma non enormi e anche se il percorso principale risulta facilmente individuabile, ci sono tantissime deviazioni possibili, segreti da scoprire e combattimenti facoltativi da affrontare.

Il combattimento è sicuramente il punto di forza di questo titolo. Basato su turni, integra le classiche meccaniche a risposte basate su tempistica e prontezza di riflessi.
Mi spiego meglio: se durante l’esplorazione riusciremo ad avvicinarci ai nemici e sferrare un primo attacco, avremo diritto al “primo colpo” durante la battaglia, cosa che dà un vantaggio notevole.
A quel punto potremo scegliere tra diverse tipologie di azione: attacco a distanza con le armi da fuoco, attacco corpo a corpo, uso di poteri. Ogni personaggio del nostro gruppo (si arricchirà col tempo) avrà punti di forza e debolezza: attacchi combinati, potenti, incantesimi da concatenare. La profondità del combattimento è davvero notevole e ogni avversario richiederà strategie diverse per essere abbattuto. Gli attacchi più potenti dovranno essere “caricati”, e per farlo bisognerà colpire l’avversario o sfruttare alcuni bonus di cui parlerò a breve.

Combattimento a turni

Ma dopo l’attacco c’è la difesa: i nostri eroi possono parare (e contrattaccare) o schivare. Il tutto però è gestito con normale meccanica action, per cui dovremo essere bravi a studiare i pattern di attacco, le animazioni, e premere il tasto giusto nel momento esatto. Se la schivata ha una finestra abbastanza generosa (ma non regala nulla), la parata consente il contrattacco ed è la classica arma a doppio taglio: consente di fare ingenti danni fuori turno, ma in caso di errore ci prenderemo in faccia tutti i danni dell’avversario.

Confesso che i combattimenti a turni non sono le mie meccaniche di gioco preferite, e alcuni avversari sono davvero ostici. Tuttavia questa combinazione mi ha lentamente conquistato: nei primi scontri la tentazione di lanciare il controller fuori dalla finestra è stato prominente tuttavia, quando ho iniziato ad imparare le tempistiche e combinare gli attacchi, magari dopo aver potenziato a dovere armi e personaggi e implementato i perk racimolabili in giro per il mondo, la musica è cambiata. E quando sono arrivato al primo boss, buttarlo giù con sapiente alchimia di attacchi, difese e incanti, è stato davvero soddisfacente. Per cui: non demordete.

Come in tutti gli RPG, anche Expedition 33 ci mette a disposizione molti punti di evoluzione dei personaggi: raccolta esperienza ed aumento caratteristiche, armi da potenziare e perk da sbloccare (fino a tre per personaggio) che applicano importanti modificatori ad attacco e difesa, come la possibilità di caricare maggiore energia compiendo schivate perfette.
Non mancano i cosmetici, alcuni decisamente sopra le righe, come quello che vedete qui sotto applicato al mio Gustave.

Voulez-vous une baguette?

Ah, quasi dimenticavo una delle chicche: per recuperare energia e migliorare il personaggio occorre riposare alle basi. Peccato che a quel punto i mostri sconfitti ritornino. Vi ricorda qualcosa? Per fortuna la difficoltà non è paragonabile a quella dei souls.

Comparto tecnico

Non voglio essere duro con l’opera prima dello studio Sandfall Interactive, ma confesso che il primo impatto è stato abbastanza traumatico: compenetrazione di poligoni, animazioni approssimative, elementi che risultano scollati dallo sfondo. Certo ho giocato su una preview, ma la prima mezz’ora mi ha abbastanza scioccato. Tuttavia è stato sufficiente giocare per un paio d’ore per entrare nelle dinamiche ed immergermi profondamente nella lore e nei meccanismi di Expedition 33. Non esagero se dico che è uno di quei titoli che ti porta via le giornate e non ti fa rendere conto del tempo che passa.

L’estetica di questo titolo è incredibile: il contrasto da ambienti idilliaci, romantici come possono essere gli scorci di Parigi, o bucolici tra prati, cascate e campi fioriti, fa a cazzotti con l’orrore che troveremo esplorando il continente. Molti, moltissimi i membri delle spedizioni precedenti che sono rimasti sul campo, creature perfide e diaboliche, costruzioni corrotte e distrutte da sismi. Tutto genera un cortocircuito visivo che rende la componente grafica di incredibile effetto.

Ho apprezzato moltissimo le cutscene: se si chiude l’occhio su qualche compenetrazione poligonale, sono piuttosto gradevoli. Forse non eccelse per lip sync, ma una patch in arrivo al D1 dovrebbe sistemare molte di queste sbavature.

Comparto sonoro: è difficile che gli dedichi grande spazio, ma com’è capitato ultimamente con lo splendido South of Midnight, anche questo titolo si fregia di un accompagnamento musicale di primissimo ordine. Le canzoni sono davvero belle, struggenti e malinconiche: si calano perfettamente nel contesto drammatico che viviamo giocando e la possibilità di riprodurle all’accompagnamento con un grammofono d’epoca è davvero una piccola chicca. Mi ha ricordato la stessa meccanica che avevo apprezzato in Lies of P, e anche qui non disdegno dedicare qualche momento di calma all’ascolto della splendida colonna sonora.

Anche se i testi sono in italiano, il recitato è disponibile solo in inglese e francese. Qui le cose si fanno difficili. Come per A plague tale e il suo seguito, sto giocando Expedition 33 in francese, cosa che rende l’immersione completa. Tuttavia, se diamo un occhio al cast dei doppiatori inglesi, compaiono alcuni nomi che mi stanno mettendo davvero in difficoltà.
Gustave è doppiato da Charlie Cox (Daredevil); Maelle da Jennifer English (la Shadowheart di BG3); Lune da Kirsty Rider (Sandman); non vi dico chi invece, tanto per calare l’asso, è nientemeno che Andy Serkis. Come se non bastasse ci sono anche Devora Wilde (Lae’zel, BG3) e Tracy Wiles (Jaheira, BG3).

Intendiamoci: non che il doppiaggio francese sia da meno, ad esempio tra i nomi compare Adeline Chetail, doppiatrice di Ellie in The Last of Us, ma è evidente come per le nostre orecchie l’appeal sia nettamente inferiore.
Dilaniato tra due estremi, alla fine farò due run per giocarlo nelle due versioni.

Ammirate la potenza di percosse

Conclusioni

Perfetto? No, ma chi ne ha bisogno dopotutto? Dopo gli ultimi titoli temevo che sarebbe passato molto tempo prima di trovare un altro gioco che mi avrebbe conquistato così profondamente. Invece sono bastate davvero due sole sessioni di gioco per innamorarmi di Expedition 33.
La campagna vi porterà via una trentina d’ore, ma sono davvero molti i segreti da svelare e gli scontri facoltativi da vincere. Il mio vivido suggerimento è quindi di dedicargli altrettanto tempo per sviscerarlo a dovere.

Sopra ogni cosa, però, ho assolutamente adorato la sua lore: abbiamo già visto in tutte le salse situazioni disperate, missioni suicide, mostri invincibili, strani cataclismi fantasy. Eppure Expedition 33 dà vita ad un universo narrativo profondo, ben definito, con personaggi ben delineati, profondi e dagli animi comprensibili. Senza raccontare troppo: ho amato la storyline dei protagonisti, ma anche il contorno che definisce la “magia” di questo peculiare fantasy.
Stupendo.

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Nerdando in breve

Expedition 33 è un originale RPG con combattimenti a turni.

Trailer

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