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Di come Stuart Turton sia diventato il mio nuovo scrittore preferito

Stuart Turton

Scoprire talenti

Sono un’accanita lettrice da sempre e, proprio per questo, sono sempre alla ricerca di autori nuovi che riescano a farmi innamorare, senza farmi rimpiangere i classici.
Nonostante nel nostro periodo storico si scriva moltissimo, paradossalmente è sempre più difficile orientarsi nel mare di proposte e scoprire quelle che fanno davvero per noi, che rischiano di perdersi e passare inosservate.
Per quanto mi riguarda, ho scoperto il mio nuovo autore del cuore in Stuart Turton, grazie al suggerimento di Morgana (e non la ringrazierò mai abbastanza). Un anno fa, infatti, mi ha suggerito di leggere un libro dal titolo Le sette morti di Evelyn Hardcastle ed è stato amore a prima vista: l’ho divorato in pochi giorni, non riuscivo a staccare gli occhi dalla pagina. Questa estate ho voluto quindi leggere il secondo romanzo di Stuart Turton, Il diavolo e l’acqua scura, trovando conferma alle mie aspettative.

Stuart Turton nasce come giornalista e, dopo le esperienze di vita più disparate (laurea in filosofia, attività di libraio e poi di insegnante di inglese a Shanghai) balza nell’Olimpo degli autori bestseller nel 2018 con il suo primo romanzo, Le sette morti di Evelyn Hardcastle, che lo rende uno dei più acclamati scrittori inglesi. Nel 2020 dà alle stampe la sua opera seconda, Il diavolo e l’acqua scura e, quest’anno, pubblicherà il suo terzo romanzo, L’ultimo omicidio alla fine del mondo. Tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Neri Pozza.

Le sette morti di Evelyn Hardcastle

Ho iniziato la lettura di Le sette morti di Evelyn Hardcastle senza sapere bene cosa aspettarmi: sono rimasta rapita già dalle prime pagine e non riuscivo a smettere di leggere. Con questo libro, Stuart Turton ha costruito un incastro perfetto che mescola abilmente elementi del giallo classico, alla Agatha Christie, con aspetti più metafisici e puramente fantasy. Un’indagine apparentemente impossibile, in cui tuttavia ogni pezzo andrà al suo posto nell’intenso e inaspettato finale.
Non vi posso raccontare la storia di questo romanzo, perché equivarrebbe a rovinarvi l’esperienza: vi dico solo che ci troviamo nella campagna inglese di inizio Novecento e seguiamo le vicende di un personaggio senza memoria, che si ritrova suo malgrado a indagare su un omicidio, intrappolato in un infinito “giorno della marmotta” finché non avrà risolto il mistero.
Nel 2020 Netflix ha opzionato i diritti per trarne una miniserie: da allora non se n’è saputo più nulla ma spero davvero che prima o poi la realizzino!

Il diavolo e l’acqua scura

Per il suo secondo romanzo, Stuart Turton cambia decisamente ambientazione, portandoci indietro nel tempo. Siamo nelle Indie Orientali olandesi del 1634 e seguiamo le vicende della Saardam, un galeone che salpa alla volta di Amsterdam con a bordo un prezioso e misterioso carico e una varietà di persone tra passeggeri ed equipaggio.
A bordo, tuttavia, sembra essere salita anche una sinistra presenza demoniaca intenzionata a sterminare gli occupanti della Saardam. Arent Hayes, guardia del corpo dell’infallibile detective Samuel Pipps, sarà costretto a indagare.
Ancora una volta, giallo e soprannaturale si uniscono per un racconto coinvolgente ed emozionante. E ancora una volta, come ormai Stuart Turton ci ha abituati, nulla è davvero come sembra.

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