Atelier Resleriana: The Red Alchemist & the White Guardian merita già una menzione d’onore per il semplice titolo, a mia memoria uno dei più lunghi degli ultimi anni! Ultima fatica di Gust, e distribuito da Koei Tecmo, questo gioco è il 27esimo (!) capitolo della saga, anche questa volta incentrato sul crafting e l’esplorazione di un mondo decisamente “cozy“, nato dalle ceneri del controverso gioco mobile gacha omonimo, questo titolo si presenta come un’esperienza completamente offline che promette di riportare la serie alle sue radici più care, abbracciando nuovamente il gameplay classico che ha reso famosa la franchise negli anni. Prepariamo il calderone e mettiamo gli ingredienti, ma mi raccomando, non dimentichiamo di far gestire il nostro negozio alle fate!
Ringrazio Koei Tecmo che ci ha spedito una copia di Atelier Resleriana: The Red Alchemist & the White Guardian con la quale ho scritto questa recensione.
Recensione
La storia di Atelier Resleriana ci catapulta nel continente di Lantarna, dove seguiamo le vicende di due protagonisti dalle personalità complementari: Rias Eidreise, un’avventuriera dall’animo allegro e ottimista con un talento naturale per l’alchimia, e Slade Clauslyter, un giovane più serio e riflessivo capace di aprire varchi dimensionali grazie ai misteriosi Geist Cores. Il fulcro narrativo ruota attorno a una tragedia avvenuta dodici anni prima nella loro città natale di Hallfein, quando una nebbia rossa misteriosa fece sparire nel nulla tutti gli abitanti, lasciando dietro di sé solo mostri e ricordi dolorosi. Rias ha perso il nonno che l’aveva cresciuta e che gestiva un negozio amato da tutta la comunità, mentre Slade ha perso i genitori, ereditando da loro i potenti Geist Cores che ora utilizza per aprire i Sentieri Dimensionali.
L’approccio con doppio protagonista funziona sorprendentemente bene. La scelta iniziale del personaggio principale influenza alcune scene, ma entrambi i protagonisti rimangono centrali in ogni momento importante della narrazione. Il legame emotivo tra Rias e Slade è palpabile e tocca corde profonde, mostrando come entrambi siano ancora profondamente segnati dagli eventi traumatici della loro infanzia. Il progetto di ricostruzione di Hallfein sotto la guida di Camilla, sorella di Rias, fornisce un fil rouge narrativo convincente che giustifica perfettamente le meccaniche di sviluppo cittadino integrate nel gameplay. L’inclusione di personaggi storici della serie viene gestita con naturalezza attraverso il concetto dei “Wanderer“, alchimisti che sono giunti nel mondo di Rias attraverso coincidenze narrative ben orchestrate.
Gameplay
Atelier Resleriana segna un deciso ritorno alle origini della serie, abbracciando nuovamente il sistema di combattimento completamente a turni dopo le sperimentazioni action degli ultimi capitoli (mi chiedo se il buon Clair Obscure c’entri qualcosa, ndr). Il sistema di battaglia presenta interessanti innovazioni: la possibilità di bloccare parzialmente gli attacchi tenendo premuto un pulsante (con un blocking più preciso che riduce significativamente i danni), un sistema di timeline chiaramente visibile sulla destra dello schermo e la presenza di Effect Panel legati a turni specifici che possono applicare buff o debuff devastanti.
La gestione del party è stata ampliata a sei personaggi, con tre in prima linea e tre di supporto. Il sistema Unity e le azioni Multi-Action permettono di manipolare l’ordine dei turni e moltiplicare le azioni, creando un livello strategico che va ben oltre il semplice “attacca e cura”. Ogni azione ha proprietà elementali o fisiche, e la comprensione delle resistenze nemiche diventa cruciale per il successo.
L’alchimia rimane il cuore pulsante dell’esperienza, ma è stata significativamente semplificata e resa più accessibile. Il nuovo sistema basato sui colori richiede di abbinare gli attributi colorati degli ingredienti durante due fasi di sintesi distinte. La prima fase è obbligatoria per creare l’oggetto base, mentre la seconda è opzionale ma permette di potenziare le caratteristiche, aumentare la quantità o sbloccare nuove ricette attraverso la “morfosi” degli oggetti.
Le meccaniche di esplorazione sono state drasticamente semplificate: un singolo pulsante gestisce sia la raccolta di materiali che l’avvio dei combattimenti, eliminando la necessità di cambiare continuamente strumenti, che però potranno comunque essere aggiornati per migliorare le nostre abilità. Questa scelta rende l’esplorazione più fluida, anche se a scapito della complessità strutturale delle aree, che risultano più piatte e bidimensionali rispetto ai precedenti capitoli. Interessante l’alternanza giorno-notte!
I Sentieri Dimensionali introducono un elemento roguelike con dungeon procedurali multi-livello che cambiano struttura ad ogni visita, permettendo di raccogliere materiali diversi e affrontare nemici di difficoltà variabile. Purtroppo, questi ambienti risultano visivamente molto piatti e ripetitivi, con design che ricordano i giochi di oltre dieci anni fa. Entra, fai secchi i nemici, prendi il loot, ed esplora finché non diventa troppo difficile: bene ma non benissimo!
Il sistema di gestione del negozio rappresenta una delle novità più riuscite: Rias può vendere fino a nove oggetti per ciclo, posizionandoli su scaffali dove l’abbinamento dei colori offre bonus significativi. Gli oggetti creati tramite alchimia vendono per cifre molto superiori al costo di produzione, specialmente una volta sbloccata la duplicazione degli oggetti, permettendo di generare grandi quantità di denaro necessarie per lo sviluppo cittadino. Come dicevo prima, saranno delle fate a gestirlo: mi raccomando, curatevi di loro!
Audio e Video
Dal punto di vista tecnico, Atelier Resleriana su PlayStation 5 offre prestazioni solide con un target di 60fps, anche se non perfettamente stabile. Si registrano occasionali cali di framerate quando si muove rapidamente la telecamera durante la corsa, e alcune cutscene presentano problemi di performance simili alla versione Switch, seppur meno frequenti.
I tempi di caricamento sono decisamente migliorati rispetto ad altre piattaforme: dai 15-16 secondi per passare dalla dashboard al menu principale, ai 6-7 secondi per caricare i dungeon. La versione PlayStation 5 beneficia inoltre del supporto per Activity Cards e feedback aptico del DualSense. Certo, mi aspettavo caricamenti più rapidi per un gioco non open world, ma va bene così.
Il comparto grafico presenta uno stile cel-shaded colorato e visivamente piacevole, ma senza spingere particolarmente l’immaginazione. Le animazioni facciali durante le cutscene sono migliorate rispetto ai precedenti capitoli della serie, anche se alcuni momenti risultano ancora statici. Il design artistico mantiene la caratteristica estetica anime della serie, che è ovviamente “dedicata” a chi la ama, ma che rappresenta comunque il vero biglietto da visita della saga. Forse il character design di questo titolo manca un po’ di “mordente” rispetto ad altre uscite, ma è comunque molto gradevole.
La colonna sonora, composta da Daisuke Shinoda, Kensuke Inage, Kazuki Yanagawa, Ayana Hira e Asami Mitake, mantiene l’atmosfera rilassante e accogliente tipica della serie Atelier. I 76 brani inclusi nella soundtrack spaziano da melodie esplorative a temi più emotivi, supportando efficacemente l’atmosfera del gioco. Come consuetudine per la serie, manca completamente il doppiaggio inglese, con solo le voci giapponesi disponibili. Ma perché mettere l’inglese, del resto?
L’interfaccia utente gestisce mirabilmente la complessità dei numerosi sistemi di gioco, rendendo accessibili meccaniche che potrebbero altrimenti risultare opprimenti. Il gioco include diverse opzioni di accessibilità, tra cui controlli per la sensibilità degli stick, sottotitoli base e controlli del volume.
Concludendo
Atelier Resleriana: The Red Alchemist & the White Guardian rappresenta un esperimento riuscito di ritorno alle origini che, pur non raggiungendo le vette qualitative della trilogia Ryza, offre un’esperienza solida e appagante per gli appassionati della serie. Il gioco riesce nell’intento di combinare elementi classici con innovazioni moderne, creando un loop di gameplay che risulta tanto familiare quanto rinfrescante.
La semplificazione di molti sistemi potrebbe non piacere a chi cerca sfide complesse, ma rende l’esperienza più accessibile e scorrevole. La storia tocca temi maturi come il lutto e la ricostruzione con sensibilità, mentre il sistema di combattimento a turni offre profondità strategica sufficiente per mantenere l’interesse anche nelle fasi più avanzate. La presenza del negozio e di altri mini-giochi dà la possibilità ad un pubblico abbastanza ampio di trovare pane per i propri denti.
I difetti non mancano: le aree di esplorazione risultano piatte, i Sentieri Dimensionali sono visivamente poco ispirati, e la durata complessiva di circa 40 ore potrebbe risultare limitata per alcuni. Tuttavia, la qualità complessiva dell’esperienza, supportata da prestazioni tecniche solide su PlayStation 5 e da un sistema di alchimia tanto semplificato quanto soddisfacente, compensa largamente queste mancanze.
Per i veterani della serie, questo titolo rappresenta un gradito ritorno a casa dopo alcune sperimentazioni non sempre convincenti. Per i neofiti, costituisce un eccellente punto d’ingresso in un universo ricco e accogliente che ha saputo reinventarsi senza perdere la sua identità.
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Nerdando in breve
Atelier Resleriana: The Red Alchemist & the White Guardian rappresenta un ritorno alle origini riuscito che bilancia nostalgia e innovazione, offrendo alchimia soddisfacente e combattimenti strategici in un’atmosfera accogliente.
Trailer
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