#NerdandoConsiglia

#NerdandoConsiglia: Doubt Is Our Product

doubt is our product copertina

Introduzione

Se dico che delle aziende si sono accordate per far sì che non si creda che i loro prodotti facciano male così da poter fare i miliardi a danno dei consumatori? Sicuramente pensereste a una delle innumerevoli teorie del complotto o a un noir di critica del capitalismo in cui regna l’avidità e l’individualismo. Giusto?
Invece si tratta di una storia vera e l’occasione per parlarvene è nata da Doubt Is Our Product, un gioco da tavolo particolare che ricalca la scia di Watergate, di cui ho già parlato. Sì, una volta all’anno vi tocca leggere me che, grazie a un prodotto, mi appassiono a una vicenda storica vera che però sembra un film o romanzo tanto è assurda.
Ora partiamo dal protagonista di questo Nerdandoconsiglia!

Cos’è Doubt Is Our Product

Si tratta di un asimmetrico uno contro uno in cui due giocatori si sfidano impersonando uno il cartello del tabacco, l’altro il movimento di attivisti. Al centro ci sono le carte che tramite nomi e descrizioni ambientano le azioni dei giocatori.
Visto che è asimmetrico, le due fazioni si giocano in modo differente, che poi è la definizione del termine, di cui ho scritto qui.

The Company (l’Azienda)

L’azienda consiste in un deckbuilder con carte personali, alla Dominion (o Magic) per capirci. L’obiettivo è accumulare settanta monete o per tre volte fare un round in cui si è guadagnato almeno dodici soldi.
Il flusso consiste nel giocare le carte dalla propria mano, che sono cinque, e per farlo occorrerà pagare il costo dell’azione scelta tra le due disponibili sulla carta stessa.
Una delle azioni possibili è l’utilizzo della TV come mezzo di propaganda.
Altra azione è quella di acquistare dal mercato pagando tramite il valore delle carte. Alla fine del turno si scartano quelle eventualmente rimaste in mano e se ne pescano altre cinque.
L’Azienda deve sia acquistare che giocare almeno una carta, altrimenti perde.
Al momento in cui si dovrà rimischiare il mazzo di carte l’Azienda conterà i soldi dati dalle vittime (volutamente si chiamano così) suddivise in fasce della popolazione a seconda dell’età, ovviamente più saranno e meglio sarà.

doubt is our product l'Azienda

L’Azienda

The Movement (il Movimento)

L’obiettivo del Movimento è attuare riforme sociali per limitare la diffusione dell’uso del tabacco. Ciò avviene o guadagnando 10 punti di Obiettivi o quando l’avversario subisce una delle sue condizioni di sconfitta. Ciò avviene perché non riesce né a giocare né a comprare una carta durante il suo turno o non riesce a riempire la propria mano dopo una mescolata.
Davanti a sé chi rappresenta il Movimento ha gli obiettivi, che rappresentano le politiche sociali, disposti a forma di piramide e un mercato di sei carte alle quali viene associato un costo e un’azione che si attiverà all’acquisto.
Il flusso di gioco consiste nel calare una carta dalla mano o acquistare una carta dal mercato che andrà direttamente in mano, la casella dalla quale la carta è scelta fa attivare tutti quei simboli di quelle già giocate in precedenza.
Le azioni che si possono attivare sono sottrarre vittime all’Azienda, accumulare influenza (la moneta per acquistare le carte) e i gettoni da piazzare sopra gli obiettivi disponibili per attivare sia i bonus che guadagnarne i punti vittoria oltre che svelare quello/i sotto.

doubt is our product Movimento

Il Movimento

Strategie e come si giocano le fazioni

Alla base della strategia del Movimento ci sono il cercare di attivare gli obiettivi che danno punti vittoria e cercare di sottrarre le vittime all’azienda rimuovendo preventivamente i segnalini dubbio che rendono ciò più difficile. Ma l’inizio è molto lento visto che parte quasi con nulla.
Di contro l’Azienda deve difendere i consumatori di tabacco, che sono sostanzialmente il modo in cui vince, dietro la protezione del dubbio. Ma allo stesso tempo deve ricordarsi che è obbligato a giocare una carta e comprare al mercato, entrambe azioni che vanno pagate in carte.
Le due fazioni sono entrambe sfidanti e a rendere il tutto più interessante è il fatto che le carte del Movimento sono diverse da quelle dell’Azienda.

La storia dietro Doubt Is Our Product

Scienza e danno agli affari

A partire dal 1952 alle evidenze empiriche si affiancano quelle scientifiche sui danni derivanti dal fumo. La scienza dimostra che fanno male quindi tutti d’accordo, giusto? Ovviamente no, visto che le aziende che producono le sigarette non sono contente, in quanto se questa consapevolezza si fosse diffusa avrebbero chiuso baracca e burattini.

Le aziende trovano la soluzione

E quindi che fare? Nel dicembre del 1953 i presidenti di Benson & Hedges, American Tobacco, Philip Morris e Us Tobacco si incontrarono a New York per fare fronte comune.
La strategia era quella di creare una cortina di fumo (sono molto simpatico, lo so) e instillare il dubbio. Come? La comunità scientifica era d’accordo al 99,9% sui danni dati dal fumo, per questo motivo decisero di dare risalto allo 0,1%, creando un dibattito che in realtà non esisteva!
Vi ricorda qualcosa? Esatto, il cambiamento climatico e non solo! Questo perché è stato un meccanismo che ha fatto scuola!
Senza parlare delle pubblicità negli sport (famose le pubblicità nella Formula 1) e product placement che hanno reso iconica la figura del protagonista misterioso che fuma. Questo vale per tutte le altre aziende che cercano di rendere i loro prodotti il più desiderabili possibile.

“Ma le prove?”

Un processo e un accordo da parte degli USA credo che parlino più di mille parole.
Parto da Stati Uniti v. Philip Morris, caso in cui la Corte Distrettuale del Distretto di Columbia nel 1999 ha ritenuto diverse aziende del tabacco responsabili di una cospirazione per ingannare gli americani sulle conseguenze del fumare sigarette. Il complotto in questione è il cosiddetto “Operation Berkshire”.

Un altro momento significativo è avvenuto l’anno precedente, quindi nel 1998, quando cinquantadue tra procuratori generali statali e territoriali firmarono il Master Settlement Agreement (MSA) con le quattro maggiori aziende produttrici di tabacco negli Stati Uniti per risolvere “privatamente” cause legali statali relative ai costi gravanti sugli enti pubblici causati dal fumo. Ciò ha previsto diversi obblighi sia economici sia di prevenzione sia di divieti in capo alle aziende.

Quindi si tratta di documenti ufficiali americani e non fantasie di gente con la carta stagnola in testa!

Doubt Is Our Product è volutamente di nicchia

Durante le partite al Guiscardo, Doubt Is Our Product non attirava per nulla i curiosi che anzi disprezzavano la grafica e la realizzazione tecnica; anche se io sinceramente non lo trovo esteticamente bello ma nemmeno brutto. Non è affatto un malus, visto che a me interessa l’esperienza al tavolo e poi si tratta di una piccola produzione volutamente di nicchia! Non mi immagino che un titolo con un’ambientazione del genere diventi popolare, visto che i giochi che lo diventano sono di tutt’altra tipologia; oggi occorrono fiorellini, piante e animaletti. Inoltre l’autrice ha perso il padre proprio a causa dei danni derivanti dal fumo. Da questo lutto è partita l’idea di realizzare questo titolo che già dalle premesse non può essere pop!

Edizione e ringraziamenti

Siete abituati a leggere un ringraziamento all’editore che ha mandato il gioco, invece in questo caso va a Vito, che si procaccia questi prodotti di nicchia! Doubt Is Our Product non ha localizzazione italiana e in quanto gioco di carte è dipendente dalla lingua, anche se va detto che si tratta del classico inglese dei giochi.

Link per approfondire

Ora un po’ di link a contenuti gratuiti per approfondire la vicenda:
Video di Barbascura uscito mentre stavo scrivendo questo articolo;

Articolo di Wired che riassume egregiamente la vicenda anche se è impaginato malino ed è del 2016, quindi prima della pubblicazione in italiano del libro di cui dopo vi dirò;

Stati Uniti v. Philip Morris qui;

Master Settlement Agreement (MSA) qui;

Hollandspiele, casa editrice di Doubt Is Our Product;

Amabel Holland, l’autrice, ha condiviso qui il processo creativo che ha portato al titolo e la propria storia, che lo ha ispirato;

Infine condivido due prodotti che però comportano un minimo di esborso: Merchants of Doubt, libro e film. Il primo è pubblicato anche nella nostra lingua come Mercanti di Dubbi: Come un manipolo di scienziati ha oscurato la verità, dal fumo al riscaldamento globale mentre il secondo, al momento in cui scrivo, è disponibile su Apple TV +.

Vuoi chiacchierare e giocare con noi? Vienici a trovare sul nostro Server Discord e sul nostro Gruppo Telegram.

Concludendo

Doubt Is Our Product è un gioco di carte asimmetrico consigliato soprattutto se interessa l’ambientazione, piacciono gli uno contro uno e i prodotti di nicchia con un’idea. Quindi va da sé che, di contro, se la vicenda non interessa questo gioco perderà buona parte del fascino.
Ho dedicato un NerdandoConsiglia a Doubt Is Our Product, visto che riesce a far coesistere la componente ludica e quella di denuncia. Inoltre i giochi da tavolo commerciali vivono una fase in cui devono essere in un certo modo e tenere conto soprattutto dell’impatto scenico e grafico. Quindi un titolo indipendente, volutamente di nicchia, spicca ancora di più nel suo voler offrire altro, oltre a portarsi dietro la storia personale dell’autrice!

Contenuti

To Top