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Luto – Il labirinto siamo noi

Luto

Recensione

Lo stavo seguendo da tempo, e non vedevo l’ora di metterci le mani per scoprire cosa aveva prodotto Broken Bird Games. Luto mi ha catturato fin dai primi screenshot per le atmosfere e il tema dell’assenza e del lutto (luto, appunto, in spagnolo), della sua elaborazione e delle implicazioni sulla psiche umana, mi affascina da sempre.
Eccovi cosa ho trovato dopo averlo completato in circa quattro ore.

Trama

Potrebbe essere il paragrafo più breve di sempre. Non si tratta esclusivamente di non fare spoiler, ma proprio di mantenere saldo il rispetto per il lavoro degli sviluppatori e di coloro che giocheranno il titolo.
Il motivo è semplice: questo è un titolo che richiede una blind run. Giocatelo senza leggere nulla della sua storia e scopritelo passo dopo passo, altrimenti vi rovinerete irrimediabilmente l’esperienza.

Giusto per non lasciarvi del tutto a bocca asciutta, posso solo dirvi che racconta la storia di Samuel Hale, un uomo in procinto di traslocare ma che, per qualche ragione, non riesce ad abbandonare la propria casa. Non passa molto che la casa stessa, il suo contenuto, e la percezione che ha Samuel di essa, inizi a mutare intorno a lui. Ricordi e realtà cominciano a mescolarsi, in un continuo cambio di prospettiva labirintico e inquietante, fino alla risoluzione finale dell’ultimo atto che, sebbene arzigogolata, riesce a chiudere il cerchio.

In questa esplorazione veniamo accompagnati da una voce narrante (la nostra voce interiore forse?) a cui non sempre è bene credere ciecamente.
Basta: mi fermo qui. Ogni parola in più, sarebbe una parola di troppo. Andate a giocarlo.

Gameplay

Luto è un horror in prima persona dalle tinte marcatamente esplorative e story-driven. Questo vuol dire che dovremo esplorare, molto, cercare in anfratti e pertugi e risolvere enigmi di vario genere.
I puzzle sono piuttosto abbordabili e consistono generalmente nel cercare e trovare qualche oggetto e portarlo o usarlo altrove.
La scelta di inserire enigmi semplici è a mio avviso azzeccata, poiché consente di seguire la narrazione senza spezzarne il ritmo, lasciandoci di tanto in tanto a ragionare su come procedere.

Per certi versi mi ha ricordato Layers of Fear, che, anche se con taglio decisamente differente, vittoriano invece che moderno, ci portava a esplorare una casa in continua mutazione, dove i percorsi impossibili, le stanze chiuse, gli enigmi stessi non erano altro che una metafora della mente del protagonista, in una sua lenta ma inesorabile discesa verso la paranoia.

Qui siamo nello stesso campo d’azione e, in un gioco come questo, due sono le caratteristiche che ne decretano il successo. La narrazione, che mi ha convinto, e il comparto tecnico.

Luto

Comparto tecnico

Veniamo alla parte del leone: in un titolo simile il comparto tecnico deve essere di prim’ordine ed è lui che decreta se un gioco è un ben riuscito oppure no.
Partiamo dall’ambientazione. L’ho trovata semplicemente perfetta: la lenta deriva da ambiente disordinato ma naturale a qualcosa che trascende le leggi della fisica è morbido e graduale. Il senso di inquietudine che prende il giocatore è semplicemente attanagliante, coinvolgente e definito con rara maestria.

Comparto audio: giocatelo in cuffia. Devo dirvi altro? Sì. Giocatelo di notte, vi saprà regalare emozioni intense e, se dopo un po’ sentirete nell’aria rumore di respiro affannoso, sappiate che non è il gioco. Siete voi.

Da rimarcare: manca la localizzazione italiana, anche nei sottotitoli. Spero non sia più un problema per nessuno giocarlo in inglese.

Conclusioni

Luto mi ha davvero lasciato soddisfatto. L’ho trovato forse un po’ frettoloso nelle fasi finali, durando solo quattro ore, avrei preferito un po’ più di ciccia alla fine, ma davvero nel complesso è un ottimo titolo da tutti i punti di vista.
Ho particolarmente apprezzato la metafora dello sketchbook. Niente di originale, l’arte e la passione umana (nel bene e nel male) vanno sempre a braccetto, però ne ho apprezzato lo stile, che vi riporto nello screenshot qui sotto.

Luto

La metafora dell’assenza, del lutto, della perdita sono qui rappresentati metaforicamente da uno degli incubi peggiori. Solo tra le pareti di casa nostra ci sentiamo davvero al sicuro, ma se fosse la casa a cambiare? Se quelle pareti, un tempo confortanti, diventassero improvvisamente una prigione fatta di enigmi e di quotidianità ripetitiva e nauseante?

Luto riesce perfettamente in questo: mostrarci che il labirinto, spesso, siamo noi.

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Nerdando in breve

Luto è l’horror narrativo che esplora le dimensioni del lutto.

Trailer

Contenuti

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