3 Demo che mi hanno fatto dire: “Sì, lo voglio!”

Introduzione

Per chi come me è cresciuto giocando alla PlayStation 1 sa quanto fosse difficile avere un gioco nuovo visti gli alti costi, perciò quando si poteva si correva in edicola per comprare una rivista dedicata ai videogiochi per ottenere un disco ricco di demo da provare sia per la Play che per il PC e compensare in questo modo la mancanza di giochi.

Per un’epoca in cui avere internet era un lusso e non esistevano community online, la presenza delle demo e il passaparola erano l’unico modo per scoprire giochi nuovi e interessanti. Ricordo ancora l’emozione che accompagnava ogni volta che cliccavo un titolo sconosciuto chiedendomi chissà quale gioco avrei provato, il tutto accompagnato dalla musica house tamarra del menù.

Oggi si è persa quell’emozione e il concetto di una raccolta di demo: ormai, infatti, prima di acquistare un gioco al massimo guardiamo un gameplay, leggiamo recensioni o lo compriamo a scatola chiusa solo perché appartiene a una determinata saga videoludica. Le demo, però, esistono ancora e ultimamente su Steam e Nintendo E-shop è possibile trovarne un bel po’ e ogni tanto mi piace curiosare nelle sezioni a esse dedicate.

In questo articolo vi parlerò di tre demo che mi hanno colpito a tal punto da farmi dire “sì, lo voglio comprare!”

The Darkest Files

The Darkest Files ci porta nella Germania del Secondo Dopoguerra, dove i crimini del nazismo non possono rimanere impuniti e spetta a noi, una giovane procuratrice, indagare per far emergere la verità e condannare i responsabili di atti atroci che non possono essere giustificati dall’obbedire semplicemente a degli ordini.

Già incuriosita dal trailer di questo titolo quando mi sono informata sull’Indie Cup, posso dire dopo aver giocato la demo di essere rimasta colpita principalmente dalle meccaniche di investigazione e interrogatorio del gioco. In generale amo i videogiochi in cui bisogna analizzare le frasi e trovare incongruenze ed essendomi piaciuti alcuni titoli di Ace Attorney questo videogioco non poteva non affascinarmi. Tuttavia, in The Darkest Files si apprezza la sua maggiore veridicità, soprattutto perché fa riferimento a fatti storici non così distanti nel tempo e che purtroppo rimangono molto attuali.

Inoltre, è impossibile non rimanere colpiti dalla bellezza dello stile grafico che ricorda una graphic novel dai toni seri e cupi dati da quella presenza a volte opprimente ed angosciante del colore blu, il quale però dona a tutte le scene la giusta carica emotiva.

Questo gioco è disponibile su Steam per l’acquisto ma, appunto, se non siete convinti al 100% provate la demo 😉

Dumpyland

Dumpyland è un indie italiano in cui vi trovate improvvisamente dentro una prigione e voi e altri tre compagni dovete unire le forze e i vostri poteri per evadere e battere il terrificante guardiano che protegge l’uscita. L’evasione è solo l’inizio perché una volta usciti dovrete trovare il modo di scappare da Dumpyland, un misterioso luna park ricavato da una specie di discarica e battere altri boss.

A inizio gioco potremo scegliere uno tra quattro personaggi, ognuno appartenente a una classe diversa (shooter, healer, tank, warrior) e che si differenziano non solo per le caratteristiche di combattimento (che saranno migliorabili più avanti nel gioco) ma anche per le personalità, a volte così diverse da generare simpatici battibecchi.

La cosa bella di Dumpyland è che, anche se abbiamo scelto un personaggio, non siamo vincolati a usare unicamente lui ma anzi potremo utilizzare tutti e quattro i personaggi scambiandoli in combattimento e riuscire così a sviluppare la strategia migliore per vincere.

Sia il gioco in uscita che la demo sono pensati per essere giocati sia in solitaria che multiplayer, quindi sarà possibile giocare assieme ad amici e unire le forze per battere i boss e divertirsi assieme con i minigiochi presenti.

Cosa mi ha colpito di Dumpyland a tal punto da non vedere l’ora che esca?
In primis, l’estetica di questo gioco. Infatti, fin da subito, si rimane colpiti dai design accattivanti dei personaggi, che sono così fighi da rendere la mia scelta del personaggio molto difficile (meno male che poi è possibile utilizzarli tutti e quattro). Non si può poi non rimanere colpiti dall’ambientazione del luna park dove la spazzatura sembra diventare persino qualcosa di bello.

Tuttavia, per quanto la bellezza visiva sia la prima cosa che attira l’attenzione, il motivo principale per cui lo attendo è che mi sono divertita molto tra dialoghi pazzi, minigiochi e combattimenti con un giusto livello di sfida e soprattutto perché questo divertimento lo si può condividere.

Al momento la demo è giocabile solo durante dei playtest che vengono annunciati nel canale Discord di Dumpyland, ma se siete curiosi e volete supportare Oniria Games potete mettere il loro gioco in wishlist su Steam.

Pepper Grinder

Sebbene sia un gioco uscito nel 2024, non posso non parlare di Pepper Grinder, la cui demo mi ha completamente folgorato con la sua pixel art super colorata e la dinamicità folle dei combattimenti.

In Pepper Grinder saremo una ragazzina dai capelli verde acqua armata di trivella, con la quale scaveremo terreni pieni di gemme ma anche di pericolosissimi mostri che ostacoleranno la nostra caccia al tesoro.

Si tratta di un platform 2D abbastanza vecchio stile, in cui troviamo la velocità e il caos tipici dei primi videogiochi di Sonic -e io, da buona nostalgica, non posso che apprezzare- ma il tutto è ravvivato da un’ambientazione un po’ piratesca e dalla presenza di palline gatcha che ci daranno potenziamenti alla trivella con la quale ci faremo strada scavando.

Conclusione

Vi ho parlato di tre demo che mi hanno estremamente colpito e spero di aver incuriosito pure voi. Sicuramente oggi una collezione di demo non avrebbe motivo di esistere come avveniva in passato, però trovo che avere un’anteprima di quello che sarà il gioco possa essere utile per avere le idee più chiare prima di un acquisto. Ma soprattutto credo che, proprio come nel passato, siano fantastiche per scoprire nuovi titoli che forse prima avremmo ignorato.

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