Conosco American Arcadia da un po’, visto che è stato originariamente pubblicato su PC nel 2023. L’avventura, un po’ walking simulator e un po’ puzzle game di Out of The Blue Games mi ha sempre intrigato ma non ho mai trovato il tempo di giocarla. Gli sviluppatori si sono finalmente decisi a portare il videogame su console e ho interpretato tutto ciò come il segno, inequivocabile, che avrei dovuto finalmente dedicargli la mia attenzione. American Arcadia racconta la fuga di Trevor Hills dalla prigione Orwelliana della città di Arcadia e, fidatevi, merita di essere nelle vostre ludoteche. A tal riguardo ci terrei tanto a ringraziare il caro amico Ricardo per avermelo calorosamente consigliato in svariate occasioni; come sempre, il passaparola è l’arma più forte in mano agli appassionati.
Recensione
Ho portato a termine l’avventura sviluppata da Out of The Blue Games (autori dell’apprezzato Call of The Sea) su Xbox Series X. Ho impiegato circa 7/8 ore per veder scorrere i titoli di coda. Nel mio test del gioco non ho incontrato bug o rallentamenti.
Setting e Trama
Sin dai primi istanti si fa la conoscenza di Trevor Hills, co-protagonista del gioco. Questo noioso impiegato di 28 anni viene descritto come un average Joe, un uomo qualunque che fa tesoro della ripetitività della sua routine giornaliera. Il problema di Trevor è però quello di vivere ad Arcadia, una città ferma agli anni ’70 dove tutti gli abitanti, a loro insaputa, vengono seguiti da telecamere 24 ore su 24. Sotto la cupola artificiale di Arcadia, da cui nessuno può uscire, tutto è studiato nei minimi dettagli e nessuno dei suoi cittadini sospetta nulla. L’idea è senz’altro mutuata da opere che seguono questo concetto, quello del Grande Fratello Orwelliano tanto ben rielaborato in The Truman Show, per esempio. Nel caso di American Arcadia, però, a vivere nell’illusione è un’intera popolazione cittadina, la quale da anni viene usata come puro intrattenimento per il pubblico statunitense. Nel videogame, qui e lì, si possono intuire critiche alla nostra quotidianità e all’utilizzo malato dei social network che moltissimi fanno, ma gli sviluppatori hanno comunque voluto tenere un tono leggero e una scrittura immediata.
A rendere ancora più interessante l’intreccio concorre l’introduzione di un secondo protagonista di cui, almeno nel capitolo 1, non conosciamo nulla. L’obiettivo di questa persona è quello di far evadere Trevor da Arcadia, per portarlo nel mondo esterno dove, invece, il calendario segna anno 2023.
Gameplay
American Arcadia mantiene il dualismo dei due personaggi donando loro anche distinte tipologie di gameplay che, però, spesso si intrecciano. In linea di massima, nei panni di Trevor vivrete per la maggiore un walking simulator che spesso mi ha ricordato titoli come Planet Alpha, Never Alone o, perché no, addirittura INSIDE. Quando invece si utilizza il comprimario misterioso di Trevor, si giocherà in prima persona focalizzandosi sulla risoluzione dei tanti puzzle che il gioco propone. Questi ultimi mi hanno soddisfatto tutti, con un manciata di casi che mi sono sembrati particolarmente ispirati (quello dell’automobile, del pannello esagonale e dell’anti-jingle i miei preferiti).
Alcune sezioni mischiano l’utilizzo dei due personaggi e queste sono, in assoluto, quelle che considero più personali di American Arcadia sebbene, per i miei gusti, siano troppo basate sul trial and error. In questi casi si controlla Trevor nella sua pazza corsa mentre col secondo personaggio si innescano una serie di dispositivi per aiutarlo nella sua fuga.
Come detto, il gioco non è lunghissimo e la trama è così intrigante da tenere alte la voglia e la concentrazione del giocatore. Pertanto il videogame non ha tempo di diventare ripetitivo e tutte le soluzioni di gameplay trovate risultano fresche dall’inizio alla fine.
Grafica e sonoro
Come potete intuire dagli screenshot proposti in calce, American Arcadia non propone uno stile grafico muscolare come quello di DOOM, per nominarne uno tra tanti. Piuttosto propone uno stile ispirato e azzeccato che ben si mischia ai vibes anni ’70 che permeano le sezioni di Trevor. I personaggi sono contraddistinti da pochi elementi estetici ma risultano comunque espressivi e, in generale, ben caratterizzati. Sebbene le sezioni nei panni di Trevor Hills siano più ricche di colori, dettagli e fondali splendidamente retro, anche quelle in prima persona non sfigurano.
Il sonoro è tra gli aspetti più riusciti del gioco, che si parli di doppiaggio o di accompagnamento musicale. La prova attoriale, in lingua inglese, proposta dai doppiatori mi ha spesso esaltato. Soprattutto il personaggio di Trevor, che compie una crescita organica e ragionata durante la storia, è stato reso in una maniera a mio parere impeccabile. Spiace notare che tra le miriadi di lingue proposte, ben 11, non sia presente l’italiano per i sottotitoli. Spero che questo non rappresenti un limite insormontabile per voi perché il lavoro portato a termine dai ragazzi di Out of The Blue Games merita quantomeno la vostra curiosità.
Versioni e prezzi
Su console, American Arcadia presenta una sola versione all’invitantissimo e corretto prezzo di 19.99 €. È disponibile per Xbox, Play Station e Nintendo Switch.
Ricordo inoltre che, nel 2023, originariamente il titolo fu lanciato su PC sul sempreverde store digitale di Steam.
Conclusione
Quelle di Trevor Hills, del secondo personaggio misterioso e della città di Arcadia sono storie da vivere inequivocabilmente pad in mano. American Arcadia è un puzzle game e al contempo un walking simulator assolutamente convincente. Il dipendere molto dal trial and error, in alcune fasi, non gli permette, per me, di raggiungere l’eccellenza. Ciononostante lo considero un indie da non lasciarsi scappare, soprattutto ora che, a distanza di due anni, sbarca su console.
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Nerdando in Breve
American Arcadia è un’avvincente avventura condita di tanti riusciti puzzle sviluppata da Out of The Blue Games e pubblicata da Raw Fury.
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