Fumetti & Libri

Maus – Storia e introspezione si intrecciano nel ricordo dell’orrore

Maus

Una copertina diventata iconica

Anatomia di un capolavoro

Già dal 2005, il 27 gennaio di ogni anno si svolge la Giornata della Memoria, ricorrenza internazionale in ricordo delle vittime dell’Olocausto. In questa occasione, ho voluto recuperare la lettura di Maus, classico unanimemente apprezzato sull’argomento che non avevo ancora mai affrontato, temendo la profondità e l’intensità dell’opera.

Pubblicato a puntate tra il 1980 e il 1991 sul magazine RAW e successivamente in due albi, rispettivamente usciti nel 1986 e nel 1991, Maus si rivela un’opera intimista e penetrante che ripercorre l’Olocausto attraverso il racconto di un sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz. Allo stesso tempo, l’autore Art Spiegelman dà vita a un racconto autobiografico, in cui affronta il difficile rapporto con il padre e ne dipinge la figura. L’analisi introspettiva si fonde così con l’epopea storica, attraverso una lente sempre personale e arricchita dalla rappresentazione metaforica data dal mezzo del fumetto.

Il talento di Art Spiegelman e l’unicità del suo lavoro sono stati immediatamente riconosciuti da pubblico e critica internazionali: Maus è diventato, nel 1992, il primo fumetto ad essere insignito del Premio Pulitzer ed è tutt’oggi l’unica opera di questo tipo ad essere stata premiata con questo riconoscimento.

Ho letto Maus nell’edizione pubblicata da Einaudi in occasione del trentennale, che ripropone l’opera in due volumi: ne sono rimasta profondamente colpita. Quella che vi propongo, quindi, non è una recensione (non avrebbe senso, per un prodotto uscito ormai da oltre trent’anni) ma un racconto delle sensazioni che mi ha lasciato la lettura, sperando di aiutarvi a scoprire (o riscoprire) un capolavoro dell’arte fumettistica e della letteratura in generale.

Trama

Art ha da sempre un rapporto conflittuale con il padre Vladek, ebreo polacco con un carattere spigoloso trasferitosi negli Stati Uniti dopo la Guerra. Il suicidio della madre Anja, avvenuto anni prima, non ha fatto altro che scavare un solco ancora più profondo tra i due. Con la vecchiaia del padre, angustiato da problemi di salute, Art cerca un riavvicinamento e di comprendere meglio la figura di Vladek attraverso i racconti del periodo della Seconda Guerra Mondiale. Vladek e Anja, infatti, sono sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz: ripercorrendo gli orrori di un periodo che non ha vissuto e che fatica a comprendere fino in fondo per la sua assurdità e follia, Art decide di trarre un fumetto dai racconti di suo padre.

Considerazioni

Maus è una lettura che mi ha devastato, non lo nascondo. Non solo per la crudeltà irrazionale e incomprensibile delle situazioni -reali, non smettiamo mai di ricordarlo – che racconta ma anche per la portata intimista e introspettiva che racchiude.
Come il protagonista-narratore, anche noi fatichiamo a calarci in una realtà che sembra assurda e inimmaginabile ma che è stata la quotidianità per tante e tanti e anche noi non riusciamo a comprendere fino in fondo gli strascichi che ha lasciato sulle persone che, in molte occasioni per puro caso, sono riusciti a uscirne e a continuare a vivere.

La capacità narrativa di Art Spiegelman è incredibile e riesce ad immergerci completamente nella narrazione. Tutta la sofferenza e tutte le difficoltà emotive che lui stesso vive passano a noi lettori, che ci troviamo irrimediabilmente coinvolti. Capisco perché la stesura di Maus sia stata così travagliata e abbia richiesto così tanto tempo: non era affatto semplice dare vita ad un flusso così intimo e allo stesso tempo così universale, eppure era necessario più che mai.

La scelta grafica, altamente metaforica, è diventata ormai iconica. Ciascun gruppo etnico viene rappresentato da un animale diverso: è così che gli ebrei sono topi, i tedeschi gatti. E ancora i polacchi sono maiali, i francesi rane, gli statunitensi cani. Questa decisione, se da una parte potrebbe alleggerire il peso della vicenda, da un’altra non fa che acuirlo, anche grazie all’uso di un bianco e nero intenso e simbolico. Leggiamo di animali, eppure non possiamo che notare la profonda umanità delle vicende che vivono.

Si potrebbe parlare per ore e ore di Maus e comunque non si sarebbe riusciti ad approfondirne tutti gli aspetti. Posso solo aggiungere che è una lettura intensa e necessaria: non avvicinatevi con leggerezza, perché vi lascerà distrutti. E però non lasciatevelo scappare, perché vi cambierà la vita.

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