Recensione
Ve lo avevamo anticipato quale che tempo, con questo articolo a firma Clack, e una volta giunto sulla piattaforma Amazon Prime Video non mi sono fatto sfuggire l’occasione di immergermi in questa nuova (o forse vecchia?) incarnazione del celebre eroe difensore di Gotham.
Ecco le mie impressioni.
Trama
Batman: Caped Crusader è una visitazione in salsa anni ’40 del mitico Crociato Incappucciato, immaginato qui come ai primi tempi della sua missione contro il crimine e il suo altrettanto disperato tentativo di ripulire Gotham dalla corruzione.
In questa versione, che spinge tantissimo sulla componente narrativa ed investigativa, abbiamo una rivisitazione di alcuni dei comprimari più celebri del fumetto, tra cui gli immortali Jim e Barbara Gordon (afroamericani come nel recente The Batman), ma anche molti villain del calibro di Harley Quinn (asiatica), Catwoman e Cobbelpot, qui in una versione gender swap che raggiunge livelli di crudeltà inimmaginabili.
Stile
Batman: Caped Crusader colpisce immediatamente per lo stile grafico che evoca le sensazioni dei noir hard boiled. Ed è infatti a quel genere che si ispira la serie, mettendo l’accento sull’aspetto investigativo delle trame, ma anche regalando grandissimo spazio a tutti i personaggi secondari, che siano villain o comprimari.
Una combinazione estremamente funzionante, che consente di incentrarsi sulle trame riducendo al minimo l’area tecnologica a cui siamo stati abituati dalle produzioni più recenti.
Qui Batman fa uso di bat-rampino, batrang e poco più. Lo strumento principale, oltre alla capacità di lottare, è sicuramente il cervello ed è intrigante vedere la lenta e progressiva creazione della rete di alleanze che in futuro gli consentiranno di avere sempre più alleati sul territorio.
Ma siamo solo agli inizi, Batman è considerato un criminale e deve guardarsi dalla polizia ogni volta che scende sul campo per difendere Gotham.
Per quanto riguarda storie e personaggi, Batman: Caped Crusader fa riferimento alla Golden e Silver Age di DC Comics con alcune licenze. Alfred, ad esempio, ha l’iconografia classica della Golden Age ma, invece di usare il cognome classico (Beagle), usa quello a cui siamo abituati (Pennyworth), proveniente da Terra-Due e diventato poi canonico.
Analogamente, Due Facce usa il nome “moderno” Harvey Dent, invece di quello classico “Kent”.
Altra licenza, ovviamente, è quella della dottoressa Harleen Frances Quinzel, che, anche se ormai è considerata parte integrante dell’universo immaginario di Batman, in realtà è stata introdotta nel 1992 nella serie animata, e solo due anni più tardi nel fumetto Batman: Amore folle per raccontare le sue origini che, qui, risulteranno decisamente diverse.
Produzione
Batman: Caped Crusader ha avuto una produzione travagliata. In seguito all’ondata di cancellazioni operata da Warner Bros., che dal 2022 ha calato la mannaia su diversi prodotti legati a DC Comics, anche questa serie, che originariamente avrebbe dovuto venire distribuita da HBO, sembrava destinata all’oblio.
Fortunatamente, si è invece fatta avanti Amazon Prime Video e ora abbiamo una serie che è stata acclamata da pubblico e critica.
Notevole lo sforzo produttivo e realizzativo, che conta nomi del calibro di Bruce Timm e Abrams tra i produttori, Christina Ricci, Minnie Driver e Hamish Linklater tra gli artisti che hanno prestato la voce.
E voi l’avete vista o pensate di guardarla?
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Nerdando in breve
Batman: Caped Crusader è la serie di animazione distribuita da Prime Video che rivisita il mito dell’uomo pipistrello in stile anni ’40.
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