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Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883: la conferenza stampa di lancio

Hanno ucciso l'uomo ragno

I due azzeccatissimi protagonisti

Un tuffo negli anni Novanta

Ci siamo, il momento tanto atteso è arrivato: Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 è pronta ad invadere i nostri schermi. La serie Sky Original, prodotta da Sky Studio e Groenlandia, che ripercorre le origini del celeberrimo duo musicale che ha popolato le nostre infanzie e adolescenze, debutterà su Sky l’11 ottobre 2024 e, prima di gustarcela tutta, si è presentata alla stampa in una mattinata ad hoc organizzata il 3 ottobre al Cinema Eliseo di Milano, dove è stato proiettato il primo episodio, e al Teatro Alcione -sempre a Milano-, dove i protagonisti, i registi e i produttori hanno raccontato la genesi degli 8 episodi che mostrano come tutto è iniziato.
Ecco cosa ne è venuto fuori.

I pareri degli interpreti

Una serie come Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883 gira intorno a tante cose: l’atmosfera, il ritmo, la ricostruzione storica, le sensazioni ma soprattutto, ovviamente, i suoi protagonisti.
Come ricordato dagli stessi autori nel corso della conferenza stampa, trovare gli attori giusti per impersonare i giovani Max Pezzali e Mauro Repetto si è rivelato cruciale e complesso e ha richiesto oltre 6 mesi di provini. La scelta finale è ricaduta sugli attori Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, che hanno fatto un lavoro incredibile e reso alla perfezione i personaggi che hanno interpretato.

Entrambi hanno ricordato come recitare nella serie sia stata un’esperienza a tutto tondo, che ha lasciato loro tantissimo, permettendogli al contempo di immedesimarsi in un’epoca che non hanno vissuto in prima persona. Ciononostante, a parere dei due attori, Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883 è una storia universale, nei cui sentimenti e nelle cui sensazioni non faticherà ad identificarsi anche qualunque ragazzo di oggi.
Come è normale aspettarsi, per calarsi nelle rispettive parti, è stato necessario lavorare moltissimo sul canto: i protagonisti sono stati guidati, nella preparazione, da Ciro Caravano de I Neri Per Caso.

L’attenzione, nel corso della conferenza, è stata posta anche sul personaggio di Cisco, impersonato nella serie da Davide Calgaro: figura che a tutti sembra di conoscere profondamente, essendo citato in ben cinque brani degli 883, e che rappresenta un po’ la coscienza critica di Max Pezzali, l’unico pronto a dirgli sempre le cose come stanno.

La parola a registi e produttori

A raccontare la genesi della serie e il lavoro per renderla realtà sono stati soprattutto i registi Sidney Sibilia, Alice Filippi e Francesco Ebbasta.
Sibilia, anche autore di Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883, ha raccontato di come l’idea sia partita dal riascolto delle canzoni del duo e leggendo il libro di Max Pezzali (I cowboy non mollano mai – La mia storia, pubblicato nel 2013).
Una volta ottenuto l’ok da Max Pezzali e da Mauro Repetto, è iniziata la lavorazione, che ha richiesto circa 3 anni. Da quel primo “ok” il coinvolgimento degli 883 è stato marginale perché, secondo Sibilia, era importante riuscire a prendere la propria strada e raccontare le vicende dall’esterno, pur restando aderenti alla realtà. I protagonisti reali, rassicurano, hanno già visto la serie e l’hanno apprezzata.

Sicuramente la figura più complessa da ricostruire si è rivelata quella di Mauro Repetto: personaggio più misterioso già negli anni Novanta, era quello su cui esisteva meno materiale di prima mano da cui attingere. Il libro autobiografico dell’artista è uscito infatti solo a produzione iniziata (Non ho ucciso l’uomo ragno) ma ha indicato, una volta letto, che la direzione presa dagli autori era quella giusta. Su Max Pezzali c’era invece molto più materiale e lui stesso ha svolto il ruolo di consulente per alcuni passaggi e ha visitato il set.
In ogni caso, fondamentali per ricostruire le due figure si sono rivelate le canzoni stesse: è lì che emergono chiaramente le loro personalità e il loro rapporto.
Per quanto riguarda l’accoglienza da parte dei fan, Sidney Sibilia ha dichiarato che, essendo un fan lui stesso, non teme la reazione del pubblico.

Fanno eco a Sibilia anche i due co-registi, Alice Filippi e Francesco Ebbasta: Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883 è infatti un lavoro corale: il risultato finale è eterogeneo e ricco, un valore aggiunto rappresentato dalla fusione degli stili personali dei registi e dalle ispirazioni cinematografiche (tra cui spiccano Ovosodo, Notte prima degli esami, Suxbad, Beverly Hills).

La forza del progetto, secondo registi e produttori, è il raccontare una storia che parla a tutti noi, compiendo uno sforzo intergenerazionale e rivelandosi un coming of age in grado di parlare anche ai giovani di oggi perché i valori, i sogni, le difficoltà della crescita sono gli stessi, ieri e oggi.

Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 è una serie sulla musica, sulla crescita e sull’amicizia: racconta la storia di due ragazzi come tanti con un sogno. E d’altra parte, la forza dei due protagonisti è proprio quella di essere ragazzi normali, che raccontano vite normali e cercano di gestire una fama incredibile da giovanissimi.

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