Il 2 luglio, nel Museo Nazionale del Cinema, con sede nella Mole Antonelliana di Torino, è stata inaugurata la Video Game Zone, un’area permanente dedicata alla storia del videogioco. Per l’occasione, il creatore di videogiochi e fondatore di Quantic Dream David Cage ha ricevuto il premio Stella della Mole.
David Cage è Stella della Mole
Il motivo per cui, per la prima volta in assoluto, vince il primo non un operatore del mondo cinematografico, bensì di quello videoludico, è che <<da oltre 25 anni, David Cage ha aperto una nuova strada al modo in cui si concepiscono e fruiscono i videogiochi, andando oltre i modelli tradizionali basati su sfide complesse, azioni frenetiche e game over.
Le produzioni della società francese Quantic Dream si distinguono per la straordinaria capacità di combinare narrazione emotiva, tecniche cinematografiche avanzate e innovazioni tecnologiche. C’è un prima e un dopo David Cage nella considerazione del videogioco come linguaggio di espressione culturale.
La sua visione creativa, espressa attraverso titoli iconici come Heavy Rain, Beyond: Two Souls e Detroit: Become Human, ha dimostrato come i videogiochi possano esplorare tematiche profonde, stimolare riflessioni etiche e sociali e coinvolgere emotivamente il pubblico>>.
Per questa ragione, il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha riconosciuto con il premio Stella della Mole il valore del suo contributo artistico e della sua dedizione alla sperimentazione e all’innovazione.
La Video Game Zone
Il Museo Nazionale del Cinema non consiste semplicemente in un punto d’interesse legato alla storia e all’archeologia, ma anche in un luogo di attualità e contemporaneità. Per questo motivo, si è deciso di creare uno spazio permanente destinato al videogioco. Non sarà possibile giocare ma si potranno conoscere i retroscena e i dettagli del mondo videoludico, nell’apposita saletta.
Il Museo si prefigge l’obiettivo di iniziare a conservare, insieme a cimeli e film in pellicola, anche videogiochi e materiale proveniente dall’universo del gioco digitale.
La maggior difficoltà riscontrata finora è stata convincere le aziende del settore a declassificare come top secret tanto materiale legato a titoli storici, così da consentire ai non addetti ai lavori di fruirne attraverso il dispositivo museale.
Fabio Viola, gamification designer e collaboratore del Museo Nazionale del Cinema, ci ricorda che qualcosa diventa arte e cultura solo quando musealizzata: ecco allora che per raggiungere tal fine, si sceglie di riconoscere uno spazio apposito, all’interno di un’istituzione di caratura nazionale, anche al videogame.
Sul sito del Museo, nell’area apposita, sono già disponibili alla consultazione tanti materiali afferenti alla Video Game Zone. La mostra fisica invece ha attualmente dimensioni contenute ma è in continua espansione. Intanto, però, anche il videogioco entra nei musei e lo fa in maniera permanente e riconosciuta a livello nazionale: un battito d’ali che nel suo spostamento d’aria anticipa un vento di cambiamento.
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