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Silent Hill: The Short Message – Brividi e lacrime

Ho sempre trovato il tedesco molto divertente

Nel corso dell’ultimo State of Play è stato rilasciato, come un fulmine a ciel sereno da Konami, un gioco gratuito per PlayStation 5 dal titolo Silent Hill: The Short Message, sviluppato dallo studio indipendente HexaDrive.

Recensione

Questo nuovo capitolo di Silent Hill giunge proprio a fagiolo, in un periodo in cui stavo pensando di recuperare un po’ di titoli horror persi per strada in questi anni e non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di buttarmi a capofitto in questa esperienza che si è rivelata più immersiva di quanto potessi pensare inizialmente.

Cercherò, come sempre, di non fornirvi troppi spoiler sulla trama. La protagonista che andremo a interpretare è Anita, un’adolescente che si è intrufolata all’interno della “Villa“, un edificio abbandonato diventato famoso a causa di numerosi suicidi di giovani avvenuti negli ultimi tempi; la ragazza non si trova lì per caso, ma è alla ricerca della sua amica Maya. Mi fermo qui, perché ogni ulteriore parola potrebbe rovinarvi delle sorprese.

Vi devo innanzitutto chiarire un punto, Silent Hill: The Short Message è giocabile anche se non conoscete nulla del famoso franchise e dà un’idea della strada che Konami intende intraprendere con i prossimi capitoli.

Se non avete voglia o tempo di continuare a leggere, potrei definire il titolo, in maniera piuttosto spicciola, come un Life is Strange in salsa horror; in realtà, ho vissuto il gioco senza troppe aspettative e mi sono trovato in una pesante storia che tratta, come mi hanno ricordato i continui avvisi sullo schermo, di bullismo, suicidio, non accettazione di se stessi e adolescenza. Alla fine delle due ore che mi sono servite per portare a termine tutti i capitoli, mi sono ritrovato sì soddisfatto ma ho avuto un peso sullo stomaco per un bel po’ perché mi sono stati toccati determinati nervi scoperti e, se anche voi siete sensibili come il sottoscritto, penserete più volte a ciò che vedrete.

La realizzazione tecnica è buona, sia dal punto di vista grafico che sonoro. La realistica visuale in prima persona favorisce tantissimo l’immedesimazione e muovere Anita per i corridoi della Villa, armata solo di telefono, mi ha terrorizzato e fatto sentire in pericolo a ogni passo e a ogni rumore: non ci saranno scontri ma solo enigmi non troppo difficili, se escludiamo l’ultimo che è abbastanza controintuitivo e che sono riuscito a risolvere dopo qualche tentativo di troppo. I suoni e le musiche, inoltre, contribuiscono a fare salire la tensione e a costruire qualche gustoso jumpscare.

Mi sento di consigliarvi Silent Hill: The Short Message sia per scoprire in che modo si sta muovendo Konami e sia per vivere una storia intrattenente da non prendere sotto gamba e da giocare in un periodo in cui siete totalmente a posto: gli argomenti trattati sono molto pesanti e potrebbero turbarvi.

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Nerdando in breve

Silent Hill: The Short Message è una bella esperienza, che fa spaventare e pensare.

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