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NerDisney #46 – Chicken Little – Amici per le penne

I miei -non- ricordi

È accaduto, alla fine. Siamo arrivati ad un nuovo appuntamento di NerDisney e per la prima volta per me si tratta di una prima visione anziché di un rewatch.
Quando abbiamo iniziato questa rubrica, per me si è trasformata subito in un tuffo nei ricordi di infanzia, che mi ha permesso di riscoprire con occhi nuovi i film che hanno accompagnato la me bambina attraverso la crescita.

Il tempo, però, passa inesorabile e anche il mio “periodo Disney”, crescendo, è andato ad affievolirsi. A partire da un certo periodo ho cominciato a mancare gli appuntamenti annuali al cinema per il nuovo classico ed è così che mi sono persa molti dei “nuovi” classici Disney. Compreso Chicken Little – Amici per le penne.
Quando il 46° classico è uscito nei cinema era il 2005: io mi avviavo a concludere il liceo e mi ero appassionata ad altri generi cinematografici. Diciamo che la storia di un pulcino mi attirava ben poco da adolescente e, anche negli anni successivi, mi sono dimenticata di Chicken Little. Almeno, fino al nostro nuovo appuntamento con NerDisney.

Trama

Chicken Little è un giovane pulcino che, a causa di un malinteso, viene preso di mira da tutta la città. Quando infatti aveva dichiarato che il cielo stava crollando, dopo essere stato colpito da un ritaglio esagonale che si era staccato dall’alto, nessuno gli aveva creduto, nemmeno suo padre.
Dopo aver compiuto molti sforzi per riuscire a far trionfare la squadra di baseball e far dimenticare così l’accaduto a tutti, Chicken Little scopre però che aveva sempre avuto ragione: un altro esagono mimetico cade dall’alto e rivela misteriose astronavi che hanno come obiettivo proprio la Terra.
Con il solo appoggio del suo gruppo di outsider, Chicken Little dovrà cercare di salvare la città dall’invasione. Sempre che l’apparenza non inganni…

Le mie impressioni da prima visione

Devo ammettere che non avevo un’opinione molto precisa di Chicken Little – Amici per le penne: è sempre stato uno di quei classici che non ho mai guardato e nei confronti del quale non ho mai provato sufficiente curiosità per spingermi a guardarlo. Da questo punto di vista, NerDisney si è rivelato fondamentale perché mi ha permesso di guardare un film a cui, con tutta probabilità, non mi sarei mai avvicinata in condizioni normali.

Dopo averlo visto, devo dire che mi sono chiari i motivi per cui lo avevo sempre snobbato: Chicken Little è sicuramente un film pensato per l’infanzia, che difficilmente può catturare un adolescente o un adulto.
Il messaggio di fondo, che mette in risalto l’importanza dell’inclusione, della comprensione dell’altro e della fiducia, si rivela universale e ancora incredibilmente attuale. Il modo in cui viene portato in scena, tuttavia, non mi ha catturato fino in fondo.

Ho trovato la storia infantile e spesso confusa: probabilmente, se lo avessi guardato per la prima volta con gli occhi di una bambina, mi avrebbe fatto un effetto diverso ma visto oggi, da adulta, non mi ha preso come altri classici Disney successivi hanno saputo invece fare. Penso che molto sia dovuto al fatto che non sono il target per cui è stato pensato il progetto nella sua interezza: Chicken Little, almeno per me, è decisamente fuori tempo massimo.

Anche l’animazione non mi ha convinta fino in fondo: Chicken Little – Amici per le penne è il primo classico Disney interamente in computer graphic (Dinosauri, infatti, era realizzato in tecnica mista): un obiettivo ambizioso per l’epoca, che però, per uno spettatore dei nostri giorni, mette in evidenza tutti i limiti dovuti all’epoca in cui è stato realizzato.
L’animazione digitale procede a passo speditissimo e, sebbene nel 2005 quella utilizzata per Chicken Little fosse all’avanguardia, nel 2023 appare decisamente molto artificiosa.

Insomma, Chicken Little sicuramente non mi ha rubato il cuore: è il peggior classico Disney di sempre, come molti affermano? Non mi sento di sbilanciarmi così tanto. Sicuramente non è tra i migliori prodotti che casa Disney abbia saputo sfornare ma non è nemmeno un progetto da buttare via totalmente. Il suo unico vero limite, a mio modo di vedere, è l’essere indirizzato in maniera palese ad un target estremamente specifico, il che lo rende decisamente poco appetibile per gli adulti.

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