Finalmente ci siamo. Dopo tanto tempo, dopo tanti anni dall’ultimo capitolo maggiore della saga, è finalmente giunto il momento di giocare a Final Fantasy XVI, ultima fatica della Creative Business Unit III di Square Enix, disponibile al momento in esclusiva per PlayStation 5. Ho tanto da dire in questa recensione, per cui bando alle ciance e cominciamo subito.
Recensione
Il mondo è in guerra. Una realtà cupa, dai toni oppressivi, dove il nemico si nasconde dove meno te lo aspetti. Questo è il mondo di Final Fantasy XVI, chiamato Valisthea, che sarà il teatro delle vicende di Clive Rosfield, primogenito della casata di Rosaria, che però non ha il classico destino del primogenito!
Infatti, il buon Clive non ha completamente a disposizione i poteri della Fenice, Eikon del fuoco che si manifesta nei discendenti della casata di Rosaria. Non sappiamo benissimo perché non è stato accettato del tutto dalla Fenice, tuttavia ne conserva alcuni poteri grazie alla sua “benedizione“. Il fratello minore Joshua, invece, nonostante le cagionevole salute, è stato scelto dalla Fenice, diventandone l’effettivo Dominante, e sarà lui il futuro regnante della casata. Il regno si prepara a festeggiare il prossimo re e Clive, nonostante tutto, è contento di poter essere utile alla causa fungendo da Primo Scudo per il fratellino… ma, come dicevo prima, niente è come sembra e non ci si può fidare di nessuno: c’è qualcuno che trama alle spalle del re, di Clyde, di Joshua in favore dell’impero, spietato e in cerca di espandere il dominio sulle terre in guerra del continente di Ciclonia. Da qui hanno inizio tutta una serie di eventi che ci porteranno, 13 anni dopo, a vestire i panni di Clive, venduto come soldato all’impero e marchiato come “Portatore“.
Purtroppo è molto difficile parlare della trama di Final Fantasy XVI senza rischiare spoiler di dimensioni epiche, per cui devo fermarmi qui. Tuttavia, lasciatemi dire che la storia di questo nuovo capitolo è veramente una grande, bella storia. La trama si dipana lungo un grande filone centrale, mosso dal desiderio di vendetta (e redenzione?) di Clive, e si accompagnerà a tutta una serie di sottotrame che riguarderanno il nostro protagonista e le persone che incontrerà durante il suo lungo viaggio.
Gameplay
Togliamoci subito il dente: Final Fantasy XVI ha un gameplay totalmente diverso da ciò che ci saremmo aspettati da un classico Final Fantasy.
Facciamo un breve excursus sulla storia di Final Fantasy e dei JRPG, una storia che è sempre andata a braccetto, per non dire che ha definito il genere: all’inizio della saga, il sistema di combattimento era basato sui classici turni. Il sistema a turni è rimasto in voga per tanti anni, superando console, generazioni, storie e personaggi, andandosi sempre più a configurare come elemento caratterizzante i JRPG – vi basti pensare a Persona 5, gioco recente ma puramente JRPG a turni. Tuttavia, è importante evolversi e adattarsi ai tempi che corrono e, a partire da Final Fantasy XV, la saga ha iniziato a virare verso un sistema ibrido, dove potevamo iniziare ad effettuare delle combo in maniera attiva premendo degli specifici tasti, avendo comunque ancora a disposizione la possibilità di selezionare alcuni menu per, ad esempio, lanciare magie durante il combattimento, mettendo momentaneamente in pausa l’azione.
Dopodiché, è arrivato Final Fantasy VII Remake. Questo gioco ha proprio rotto con il passato da vari punti di vista, il sistema di combattimento è diventato molto più action rispetto a quanto avevamo già visto con FFXV, pensate addirittura che ai livelli di difficoltà più alti qualcuno lo ha paragonato ad un Souls! Etichette a parte, la volontà di cambiamento era quindi già nell’aria da tempo, ma è proprio con questo Final Fantasy XVI che la rivoluzione è stata completata.
Quindi sì, diciamo definitivamente addio al sistema turni o al sistema ibrido, e abbracciamo interamente un sistema puramente action. Avremo infatti un tasto per gli attacchi fisici, un tasto per gli attacchi magici, un tasto per saltare (vi rendete conto della novità? Saltare!) e un tasto per attivare un potere particolare che vi aiuterà a collegare le varie combo. Tramite la pressione dei dorsali attiveremo poi delle abilità speciali a seconda dell’Eikon che andremo ad equipaggiare, un tasto dorsale servirà per il target lock e, udite udite, un altro dorsale è riservato per la schivata!
Capite bene quindi come ci troviamo di fronte a un qualcosa che potrebbe anche spiazzarci completamente, tuttavia non temete, è stato tutto ben realizzato e quindi non avrete una sensazione “aliena” nel momento in cui vi metterete a giocare al nuovo titolo di Square Enix. Anzi, questo gameplay potrebbe attirare persone che non hanno la pazienza di giocare con un sistema a turni nel 2023, ma vogliono un approccio decisamente più frenetico e divertente. Qualcuno ha addirittura paragonato il nuovo combat system a quello di Bayonetta o di Devil May Cry: beh, lì siamo proprio al non plus ultra dell’action frenetico, ma c’è da dire che anche qui non scherziamo.
A questo punto c’è da chiedersi se l’esplorazione è stata anch’essa influenzata da questo nuovo combat system. Sì, Final Fantasy XVI infatti si propone come un Open World dove esploreremo mappe più o meno grandi – e spesso entreremo in zone più ristrette paragonabili sostanzialmente a dei dungeons – dove potremmo vedere i nemici direttamente su schermo proprio come già visto in Final Fantasy XV o VII Remake. Non lo considero un vero Open World perché alla fine l’esplorazione non è così fondamentale o premiante come ci si aspetterebbe. Certo, potremmo trovare dei forzieri, degli oggetti, magari mostri particolari (sono presenti anche qui le classiche cacce ai mostri che infestano il territorio come missione secondaria), ma diciamo che da questo punto di vista il gioco non è che ci spinge fortemente a esplorare, e alcune zone le ho trovate paradossalmente un po’ spoglie, specie se comparate a veri Open World come The Witcher III oppure Ghost of Tsushima.
Passando alla parte più “tecnica” di Final Fantasy XVI che, ricordiamocelo, è pur sempre un gioco di ruolo, anche in questo caso si è adottata una grande semplificazione circa tutto ciò che riguarda il Level Up e l’equipaggiamento. Non sono infatti presenti build particolari oppure effetti veramente complessi ottenibili in base all’equipaggiamento scelto, ma è tutto abbastanza lineare. Salendo di livello, infatti, saliranno un po’ tutte le nostre statistiche in blocco, e anche gli equipaggiamenti daranno bonus e avranno affinità particolare in base all’Eikon che preferite, ma niente di particolarmente complesso.
Per avere un po’ più di profondità nell’evoluzione di Clive, dovremmo quindi rifarci all’albero delle abilità che diventerà sempre più ampio man mano che sbloccheremo i nuovi Eikon. Evitando spoiler, infatti, vi basterà sapere che Clive è in grado di guadagnare poteri relativi anche ad altri Eikon; questo vorrà dire che non sarete costretti a usare il potere della Fenice di Fuoco per tutto quanto il gioco, ma man mano che andrete avanti potrete sbloccare anche i poteri degli altri elementi oppure entrare in contatto con vecchie conoscenze della saga – qualcuno ha detto Bahamut?
In ogni caso, gli Eikon non sono le classiche Summon che eravamo abituati ad utilizzare negli altri final fantasy, ma potremmo pensarli come fonti di potere aggiuntive che ci danno la possibilità di attivare nuovi poteri e creare nuove combinazioni con la semplice pressione di alcuni tasti. Potremmo equipaggiare fino a tre Eikon contemporaneamente e muoversi con agilità dall’uno all’altro durante i combattimenti. Ogni Eikon può avere due poteri attivi, ma tramite l’albero delle abilità potremo sbloccarne altre e soprattutto potenziarle.
Ma le novità non finiscono qui! Ad esempio, in Final Fantasy XVI sparisce il concetto del party che era un po’ alla base di tutti i precedenti capitoli. E sì, qui comanderemo solo Clive ma soprattutto potremmo modificare, equipaggiare, potenziare le abilità del solo Clive e non degli altri personaggi che ci accompagneranno nella nostra avventura. Ammetto che questa è stata una scelta che mi ha lasciato abbastanza sorpreso, perché viene un po’ a mancare uno degli aspetti più centrali del gioco di ruolo, il concetto del party stesso. Tuttavia capisco che, dovendo passare ad un sistema più action e quindi più incentrato sulle combo e sul combattimento, probabilmente sarebbe stato macchinoso o avrebbe fatto perdere fluidità al tutto il dover passare da un membro all’altro e il doversi preoccupare di impartire comandi ai compagni. Ripeto, tuttavia, che non sarete mai veramente da soli, anzi i vostri compagni saranno particolarmente performanti e spesso braseranno i nemici al vostro posto!
Tirando le somme, il nuovo gameplay di Final Fantasy XVI è sicuramente una rottura rispetto al passato, ma personalmente mi sono trovato bene, perché alla fine “si sente” che questo è comunque un Final Fantasy, non c’è la sensazione di trovarsi di fronte ad altro o a qualcosa di “sbagliato”, cosa che magari altre saghe hanno provato a fare fallendo miseramente – sì, Metal Gear Revengeance, ce l’ho proprio con te. Ciò non toglie che c’è ancora del lavoro da fare sul gameplay, specie per quanto riguarda la fluidità delle sessioni di esplorazione, a volte un po’ macchinose e soprattutto “lente”. Lo scatto di Clive si attiva un po’ a caso, e a volte ho proprio sentito la necessità di andare più veloce attraverso la mappa.
Audio e Video
Final Fantasy XVI vuole essere innovativo anche da questo punto di vista: eh sì, questo è il primo Final Fantasy dove potremo ascoltare il doppiaggio italiano! Si tratta di una novità che farà sicuramente piacere a tantissimi, e penso che sia una scelta azzeccata anche per allargare il pubblico. Personalmente uso sempre l’audio giapponese e devo constatare che a volte ciò che viene detto in giapponese fa un po’ a cazzotti con i sottotitoli in italiano, che sono basati sul doppiaggio inglese. Tuttavia ho sentito anche l’audio italiano e lo considero ben fatto, decisamente un passo avanti che spero continui anche in futuro.
Lato video, sono un po’ dubbioso sul mio giudizio finale. Ad oggi, Final Fantasy XVI è un’esclusiva PlayStation 5, e non è previsto per console old-gen. Per quanto il gioco sia bello, e gli effetti di luce siano qualcosa di incredibile – il fuoco non è mai stato così vivo – in alcuni momenti ho sentito quasi delle carenze, la situazione mi è sembrata quasi spoglia, avevo voglia di più dettagli e di scene più “piene”. Ripeto, non è che mi stia lamentando, ma forse inconsciamente mi aspettavo anche qualcosa di più dal punto di vista grafico per quanto riguarda l’ambiente e “l’allestimento” delle mappe. I menu sono anche abbastanza scarni, forse si poteva fare qualcosina di più originale, pur essendo oggettivamente abbastanza funzionali.
Ciò che invece è totalmente soddisfacente è la spettacolarità: spettacolari gli scontri, spettacolari gli effetti, spettacolari le creature che sono più vive che mai! L’esperienza è molto cinematografica, includendo quelle sezioni di combattimento dove dovremo premere col giusto tempismo dei pulsanti per schivare o attaccare in maniera spettacolare i nostri nemici, quasi dei Quick Time Events che mirano proprio a farci dire WOW e, devo dire, ci riescono decisamente!
Concludendo
Questa forse è una delle recensioni più lunghe che abbia mai scritto, e ciò vi fa capire come c’è tanto, tantissimo dietro a questo Final Fantasy XVI. Di certo è il Final Fantasy più adulto e maturo che io abbia mai giocato, e non solo perché c’è un mondo in guerra, ma proprio per via della violenza (fisica e psicologica) che si percepisce ma che soprattutto ci viene sbattuta in faccia sin dalle prime scene. Gioco a Final Fantasy da quasi 25 anni e ho visto più sangue nelle prime ore di gioco che in 25 anni di saga! Ma va bene, io sono contento che Final Fantasy sia diventato anche un gioco più adulto, dove la sanguinaria guerra tra regni è letteralmente sanguinaria, dove i Portatori sono marchiati come bestiame e vengono trattati alla stessa maniera, dove i Dominanti sono visti come eroi da chi ne ha paura e come reietti da chi li disprezza, dove la vendetta e il tradimento sono portate servite giornalmente sulla tavola dei protagonisti.
Ma allo stesso tempo c’è la speranza, c’è la redenzione, ci sono storie d’amore come forse non si vedevano da tempo, intrecciate ad una trama che, come spesso accade, parte dagli uomini e finisce al cospetto degli Dei. Clive affronta i suoi demoni a fil di spada, ma allo stesso tempo cerca il suo posto nel mondo e soprattutto cerca quella che potremmo definire una famiglia. Questo, gente, è un vero Final Fantasy, fino al midollo, e non è un gameplay o una gestione dell’albero delle abilità a definirlo, quanto la sua profonda essenza che ritroverete durante le numerose ore di gioco che vi attendono. Vi piacerà? Non vi piacerà? Non c’è davvero nient’altro da fare che giocare, e io vi suggerisco caldamente di non perdervi quest’esperienza.
Nerdando in breve
Final Fantasy XVI è arrivato, ed è qui per far parlare di sé: un nuovo gameplay, un nuovo mondo, una nuova storia per il Final Fantasy più adulto di sempre.
Trailer
Ringraziamo Plaion per averci fornito una copia del gioco per questa recensione.
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