Giochi da tavolo

Starship Captains – Make it so!

Recensione

Spazio, ultima frontiera.
Uno spazio ricco di pianeti, basi stellari, pirati e missioni da compiere. Ma anche di tecnologie da scoprire, artefatti alieni da studiare e navi spaziali in perenne avaria da riparare.
Questo è Starship Captains, gioco da tavolo di Czech Games Edition, portato in Italia da Cranio Creations.

Se siete anche solo vagamente familiari con le due piccole e modeste citazioni che ho snocciolato pocanzi, avrete intuito che c’è un fortissimo legame tra le meccaniche di questo gioco e un noto franchise televisivo e cinematografico, di cui non farò il nome (ma che amo più della pizza e degli arrosticini).
Insomma: stirate la divisa e lucidate le mostrine da capitano, siamo partendo per un viaggio nello spazio profondo!

Meccaniche

Starship Captains ci mette alla guida di una nave spaziale e del suo equipaggio. Una crew eterogena divisa tra cadetti ed ufficiali, ognuno col proprio ruolo e mansione. Il gioco si svolge in un’alternanza di singole azioni che si protrarranno finché avremo personale libero: una volta fatta un’azione, infatti, l’ufficiale impiegato passa dallo stato attivo a quello di attesa, in coda, e verrà ripristinato solo il turno successivo.

Ad ogni turno, quindi, potremo fare diverse azioni, come far spostare la nave da un pianeta all’altro (o verso le stazioni spaziali dove fare rifornimento), attaccare le navi pirata in attesa lungo la rotta, studiare nuove tecnologie che potenzino la nave e, infine, riparare il nostro vascello. Ogni azione (o stanza) ha un colore specifico che possiamo ritrovare anche nella divisa degli ufficiali, per cui ogni membro dell’equipaggio avrà una sola specializzazione e potrà attivare una sola tipologia di stanza. Unica eccezione la riparazione della nave, che può essere attivata dai cadetti o da uno qualsiasi dei membri.

Una volta giunti su un pianeta troveremo una carta missione che potremo compiere solo se avremo abbastanza ufficiali pronti all’azione (ancora, legata ai suoi colori e competenza) e che daranno importanti bonus, come avanzamento sulle plance diplomazia, movimenti bonus, e naturalmente medaglie. Grazie a questi encomi potremo quindi promuovere i cadetti ad ufficiali, ridesignare uno degli uomini ad altra mansione o ancora promuovere gli ufficiali da guardiamarina a comandanti garantendo loro un’azione extra prima di andare nella coda della crew.

Ho già citato più volte i danni da riparare: la plancia del giocatore, divisa tra nave e tecnologie, ha infatti un numero limitato di spazi disponibili e questi si riducono in caso di danni subiti durante gli scontri coi pirati, ad esempio. Meno spazio, vuol dire meno disponibilità per tecnologie e artefatti e quindi ecco come le nostre azioni si delineano sul filo della strategia.

Ultima componente, quella diplomatica: abbiamo ben tre tracciati a disposizione in cui cimentarci, tramite missioni da svolgere, per migliorare i nostri rapporti con le culture aliene e queste, ovviamente, portano punti vittoria e bonus extra.

Una volta che tutti i giocatori hanno terminato le azioni disponibili, si passa la mano e quando tutti hanno passato finisce il turno: le navi vengono rifornite, nuove reclute vengono imbarcate e la coda degli ufficiali si svuota, riportando a disposizione forze fresche (si parte da 4, ma aumentano andando avanti).

Bastano un paio di giri per capire quanto questo gioco sia stretto. Non come Marco Polo (che a mio avviso rasenta l’ingiocabilità, perché è sufficiente sbagliare una mossa per finire fuori dalla corsa per la vittoria), ma è comunque impossibile tenere il piede in tante scarpe. Però di scarpe ce ne sono molte: come avete visto possiamo dedicarci a ripulire lo spazio dai pirati, alla diplomazia, alle missioni planetarie o alla ricerca tecnologica.

La partita, ad ogni modo, vola via veloce pur richiedendo una media di 25 minuti a giocatore.

Materiali

La scatola di Starship Captains è ricchissima di contenuti:

  • 1 tabellone fronte-retro
  • 1 plancia tecnologia generale fronte-retro
  • 3 tracciati fazione fronte-retro
  • 4 plancette nave
  • 4 plancette tecnologia fronte-retro
  • 12 segnalini fazione
  • 4 segnalini nave in cartone
  • 50 carte missione
  • 2 carte stazione
  • 62 carte tecnologia
  • 11 carte evento
  • 7 carte azione per il solitario
  • 6 carte passeggero per il solitario
  • 3 carte evento per il solitario
  • 54 guardiamarina in plastica (in 3 colori)
  • 12 cadetti in plastica (in 3 colori)
  • 8 androidi in plastica
  • 20 anelli promozione
  • 140+ altri segnalini
  • 1 regolamento
  • 1 blocchetto segnapunti
  • 4 schede riassuntive

Sul materiale ci sono onestamente luci ed ombre, partiamo da queste ultime: non mi piace mai dover fare degli appunti, lo ammetto, e quindi leviamoci subito il dente.

La prima cosa da notare è che nella scatola non è presente nessun tipo di organizer. Per un gioco con così tanti componenti, onestamente, mi aspettavo qualcosa di più. Certo, ci sono le bustine ziplock, sempre molto utili, ma la sensazione di confusione è davvero disorientante. Insomma: se avete modo, stampatevi un organizer in 3D.
Altra nota negativa sono i segnalini delle navi, in cartone, componibili ma decisamente troppo fragili e che hanno mostrato i primi segni di cedimento solo nel montarli. Anche qui potrebbe valer la pena pimpare con una stampante 3D.

Veniamo invece alle cose che mi hanno convinto. Partiamo dalla plancia della nave che ricorda sicuramente quelle della nota serie TV di cui non ho detto il nome e che deve essere “montata” usando strisce di scotch biadesivo già presente nella confezione. In questo modo abbiamo aree disponibili per ospitare l’equipaggio e quanto raccolto, così come gli anelli di promozione (che si incastrano perfettamente con le miniature) e l’effetto è davvero soddisfacente.

Davvero splendide le illustrazioni che, senza troppi misteri, vanno a richiamare le sensazioni del franchise senza nome già citato. Anche le miniature in plastica mi hanno convinto, rappresentando un’ottima sintesi tra maneggevolezza e praticità di dimensioni.
Una volta apparecchiato, Starship Captains occupa una bella quantità di spazio tra plance, tabellone e token vari: il colpo d’occhio è notevole e davvero piacevole alla vista. Ma non è da meno la leggibilità e chiarezza dei suoi componenti, che, a fronte di un regolamento corposo, in realtà viaggia rapido ed è di facile interpretazione.

Conclusioni

Starship Captains era un gol a porta vuota, con me. Essendo stato allevato a pane e fantascienza non poteva che essere così. Temevo per la capacità di trovare un giusto equilibrio tra giocabilità e profondità, ma mi sono dovuto ricredere: la sintesi a mio avviso è tra le migliori che potessi immaginare.
I turni sono rapidissimi, e grazie al fatto che ogni giocatore può fare una sola azione per volta, la paralisi da decisione è sicuramente poco presente: questo non vuol dire che si possa giocare a caso, anzi, prima muoversi e poi pensare è il modo migliore di perdere occasioni di far punti. Ogni azione deve essere pensata studiando le mosse successive, in modo da trovarsi con l’equipaggio giusto a disposizione o decidere per un movimento tattico e restare in attesa di nuovi rifornimenti.

Come detto è un titolo abbastanza stretto: non si può far tutto, ma si può fare di tutto. Ci vorranno un po’ di partite per capire quale strategia funziona meglio con il vostro stile di gioco, ma difficilmente vi troverete a fare partite uguali l’una all’altra.

Starship Captains è disponibile sul sito di Cranio Creations al prezzo di 50,99 Euro.

Nerdando in breve

Starship Captains è il gioco da tavolo che ci porta dritti nello spazio.

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