I miei ricordi
Quando esce Hercules nel 1997 ho nove anni e sono almeno un paio d’anni che ho già una spiccata passione per la mitologia greca, complici una serie di libri illustrati per ragazzi che raccontano i vari miti – edulcurati perché insomma c’è tanta roba vietata ai minori. Quindi potete immaginare la mia gioia nel vedere due delle mie passioni preferite riunite nel 35° classico Disney.
Da buon piccolo nerd storsi il naso alle devianze dal mito (ci torniamo dopo), ma il film seppe comunque conquistarmi grazie al ritmo indiavolato, le musiche indimenticabili – Ieri era zero la mettevo a ripetizione nel videoregistratore – e allo stile d’animazione unico.
Trama
Sul monte Olimpo Zeus ed Era festeggiano la nascita del loro primogenito, Ercole. L’unico non felice della situazione è Ade, che trama da anni per rovesciare il fratello. Il nuovo arrivato è un ostacolo da eliminare. Purtroppo per lui, i suoi due scagnozzi Pena e Panico falliscono nell’intento, riuscendo solo a renderlo mortale. Il neonato viene allevato da Anfitrione ed Alcmena finché non scopre la sua vera origine e dovrà cercare di riottenere il suo posto nell’Olimpo.
Semidei con superproblemi
A meno che non siate completamente a digiuno di mitologia classica – rimediate, è un mondo bellissimo – credo che abbiate subito capito quanto poco fedele è il film alla leggende greche. La rottura più vistosa con la tradizione è nel rappresentare Zeus ed Era come una coppia modello ed Ercole come loro figlio. Non solo i due si tradivano sempre a vicenda, ma la moglie di Zeus odiava Ercole e tentò sempre di ammazzarlo. La vera madre di Ercole era Alcmena, facendo di lui un semidio fin da subito. Inoltre Ade non ha mai covato rancore per il suo ruolo di custode dell’oltretomba.
In generale la storia del film ricorda più quella di Superman, con classici passaggi di crescita e di ricerca del proprio posto nel mondo – una vera ossessione della Disney del periodo. Mettendo da parte la mitologia, la storia funziona nella sua semplicità. La similitudine con i supereroi fu esplicitata dai due registi, Ron Clements e John Musker. I due erano fan del genere e Hercules a detta di Musker fu il loro modo di fare un film di supereroi. I due scelsero il progetto dopo che Disney rimandò quello che poi sarebbe diventato Il pianeta del tesoro, partendo da una bozza d’idea sviluppata dall’animatore Joe Haidar. L’altra ispirazione per il film furono le commedie screwball degli anni ’30, in particolare nei rapporti tra i personaggi principali, con Megara direttamente ispirata ad alcune commedie di Barbara Stanwyck.
Se la storia è archetipica, a restare impressa in Hercules è l’animazione. Musker e Clements assunsero il leggendario illustratore britannico Gerald Scrafe come designer, il cui stile assomigliava un po’ a quello dei vasi dell’antica Grecia. Usando Scrafe come base, gli animatori crearono una Grecia stilizzata ma coerente con l’arte greca, pieno di curve e spigoli. Hercules è molto più cartoonesco rispetto ai Classici immediatamente precedenti e successivi. Solo Le follie dell’imperatore si muoverà in simili territori, anche umoristici. Hercules non è slapstick e surreale come il successivo film, ma anch’esso è pieno di gag e battute fulminanti, piene di anacronismi, citazioni classiche e doppi sensi. Aiutò in fase di produzione avere due attori come Danny DeVito e James Woods, rispettivamente voci originali di Filottete e Ade. Soprattutto Woods improvvisò molti dialoghi e diede al personaggio di Ade quell’aria minacciosa e divertente che lo rende un personaggio memorabile.
Colonna Sonora
Le musiche sono per l’ultima volta opera di Alan Menken, per i testi di David Zippel. Menken per Hercules esplora il gospel, soprattutto grazie al coro delle muse, che narrano gli eventi del film e interagiscono con qualche personaggio. L’idea è molto buona e rimanda anche alla tradizione del teatro greco, con il coro che parla al pubblico.
La canzone centrale è Go the distance, in italiano chiamata Posso Farcela e cantata splendidamente da Alex Baroni, nominata pure all’Oscar. La mia preferita resta Ieri era zero. L’unica canzone che ho sempre trovato un po’ fuori ritmo rispetto al film è L’ultima speranza, quella cantata da Filottete.
Live Action e Sequel
Hercules non ebbe nessun seguito, sebbene ce n’era uno in lavorazione ambientato durante la guerra di Troia. L’unico prodotto successivo al film è stata una serie animata, chiamata semplicemente Hercules. La serie è ambientata durante l’addestramento di Ercole, ma confesso di non averla mai vista.
Il remake live action è attualmente in lavorazione, prodotto dai fratelli Russo e diretto da Guy Ritchie. Non è ancora stata decisa una data d’uscita, né annunciato il casting.
Com’è invecchiato
Difficile essere obiettivi su questo film, che ho sempre amato molto. Come storia, ritmo e animazione non è invecchiato per niente. Anche gli inserti 3D, principalmente l’idra, tengono ancora botta e non stonano. Quello che forse è invecchiato è l’umorismo. Se tutte le battute sui miti greci restano atemporali, lo stesso non si può dire di altre più legate al periodo, ma questo resta sempre uno dei rischi dell’umorismo citazionista.
In generale però Hercules merita ancora oggi una visione, sia per i bambini ma anche per gli adulti, che ci troveranno un umorismo non infantile e una struttura molto simile ai film di supereroi tanto popolari oggi.
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