I miei ricordi
1995: ho 8 anni e l’appuntamento natalizio con il cinema per guardare il nuovo classico Disney è per me irrinunciabile. Quest’anno tocca a Pocahontas, un film che si distacca dal canone dei classici visti fino ad allora: ricordo che, fin dalla prima visione, me ne sono innamorata. I colori e le musiche di Pocahontas mi fanno brillare gli occhi, il suo rapporto con la natura me la fa sentire subito affine. Una principessa dai capelli scuri, pacata e che ama la natura: per una bambina di 8 anni che era stata abituata fino ad allora a guardare sullo schermo eroine biondissime (con una prima eccezione rappresentata da Jasmine in Aladdin) l’immedesimazione è automatica.
Ancora oggi, il 33° classico Disney, così differente rispetto allo standard fino a quel momento, mi rimane nel cuore e resta uno dei miei preferiti in assoluto. L’ho riguardato e riguardato, fino all’ultima visione per scrivere questo articolo, trovandolo ogni volta coinvolgente e visivamente spettacolare.
Trama
Nei primi anni del 1600 sono molte le spedizioni europee che si avventurano nel “Nuovo Mondo” in cerca di ricchezze e gloria. Dall’Inghilterra parte una nave diretta in Virginia, guidata dall’avido governatore Ratcliffe. A bordo della nave, anche l’avventuriero John Smith, che ha già esperienza di incontri con i nativi americani.
La nave sbarca nel territorio dei Powhatan: Pocahontas, la figlia del capo, in cerca della sua strada e della sua identità, è subito incuriosita dagli strani nuovi arrivati. Dopo il primo fortuito incontro, Pocahontas e John Smith entrano in sintonia, si innamorano e imparano a conoscere le rispettive differenze e modi di pensare. Le loro popolazioni, però, si preparano invece allo scontro.
Il cambio di rotta
Con Pocahontas gli Studios Disney tentano un cambiamento di rotta rispetto ai classici precedenti, che non sarà apprezzato appieno dal pubblico. La direzione scelta è quella della serietà: niente animali parlanti, maggiore realismo a cominciare dal tratto, niente lieto fine. Pocahontas è anche il primo classico Disney che si ispira a fatti storici reali: per quanto la storia che vediamo su schermo sia modificata ad hoc, infatti, Pocahontas è realmente esistita e parte della sua vicenda si è svolta effettivamente in maniera simile a quella rappresentata su schermo.
Con una produzione travagliata che dura più di cinque anni a causa delle difficoltà dell’animazione, Pocahontas viene accusato di essere noioso, privo di ispirazione e dalla trama confusa. Personalmente non mi trovo d’accordo con quest’analisi: all’epoca probabilmente ci si aspettava soprattutto divertimento da un film Disney, soprattutto se consideriamo quelli immediatamente precedenti –Il Re Leone, La Bella e la Bestia, Aladdin – ma Pocahontas risulta coinvolgente e ricco di emozione. A livello visivo è tuttora spettacolare, grazie ad un uso espressivo del colore, che acquista un ruolo di primo piano all’interno della trama.
Nonostante critiche non sempre lusinghiere e l’accusa di perpetrare gli stereotipi nei confronti dei nativi americani – nonostante la produzione si fosse avvalsa di consulenti e membri dello staff nativi americani – , Pocahontas si rivela un buon successo al botteghino. Gli incassi, se paragonati a quelli de Il Re Leone, appaiono deludenti ma in ogni caso Pocahontas è il quarto maggior incasso del 1995 in Nord America -superato solo da Apollo 13, Toy Story, Batman Forever-.
Colonna sonora
La colonna sonora è, secondo me, il punto di forza di Pocahontas. Composta da Alan Menken e Stephen Schwartz, contiene brani ancora oggi magnifici, come I colori del vento, cantata nella versione italiana dalla stupenda voce di Manuela Villa (che, non a caso, è entrata nella mia top tre delle più belle canzoni Disney).
Pur non avendo vinto il premio Oscar come miglior film d’animazione, contrariamente alle aspettative di casa Disney, che si era ormai abituata alla vittoria, Pocahontas ha portato a casa due statuette, proprio grazie alle sue musiche: ha vinto infatti l’Oscar per la migliore colonna sonora e quello per la migliore canzone con I colori del vento.
Live action e sequel
Allo stato attuale non esistono remake live action ufficiali di Pocahontas, anche se sembra che Disney abbia nei suoi piani l’idea di trasporre anche questo classico nel prossimo futuro. Tra i titoli papabili per le prossime produzioni, infatti, si è vociferato anche di Pocahontas, che verrebbe interpretata naturalmente da un’attrice nativa americana. Staremo a vedere, sicuramente la pellicola potrebbe rendere bene in un live action, soprattutto perché ha canzoni davvero splendide.
Esiste invece un sequel ufficiale animato, distribuito direttamente in home video: Pocahontas II – Viaggio nel nuovo mondo. Uscito nel 1998, il film riprende in parte le vicende reali, con Pocahontas che raggiunge l’Europa insieme al suo nuovo amore, John Rolfe. Sinceramente non l’ho mai guardato: non ho mai apprezzato i sequel direct-to-video e, come molti altri, ho sempre fatto parte del “team John Smith”. Scusa, John Rolfe.
Com’è invecchiato
Probabilmente sono di parte, ma trovo che Pocahontas sia invecchiato davvero bene. Riguardato oggi, il film conquista proprio come il primo giorno. Anzi, forse oggi può essere apprezzato anche di più: quelli che all’epoca vennero considerati difetti, come l’eccesso di realismo, oggi possono essere compresi maggiormente, dato che la sensibilità del pubblico è cambiata, così come lo sono le aspettative nei confronti di un film animato.
La mancanza del lieto fine, particolarità per un classico Disney, all’epoca mi colpì e mi rattristò, oggi invece posso apprezzarla: la vita non sempre concede un “e vissero per sempre felici e contenti” e l’amore è un sentimento più articolato di come viene spesso mostrato su schermo, spesso comprende la necessità di saper lasciar andare e rispettare le ambizioni dell’altro (un po’ come insegna il finale di La La Land).
Musiche e disegni stupendi, una sensibilità matura, un messaggio di fondo che invita al rispetto dell’altro e al rispetto dell’ambiente: Pocahontas si dimostra ancora incredibilmente attuale e a ogni visione si conferma senza ombra di dubbio il mio classico Disney preferito.
Contenuti