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NerDisney #30 – La bella e la bestia

I miei ricordi

La bella e la bestia è sempre stato il mio classico Disney preferito: a distanza di 30 anni so ancora a memoria tutte le parole delle canzoni (e ne ho avuto la riprova riguardandolo: non perdo una battuta!). La sequenza iniziale con l’antefatto raccontato sulle coloratissime vetrate del castello mi mette ancora oggi i brividi, amavo l’atmosfera romantica e magica del castello incantato e del bosco circostante e, poiché ero una bambina che amava leggere, non potevo non sentire affinità con la protagonista Belle, che come me preferiva stare a casa a leggere un buon libro fantasy piuttosto che uscire e avere relazioni sociali… Inoltre già da piccola la stereotipata idea di avere il potere, in quanto donna, di cambiare un uomo si faceva strada nel mio cervello, ahimè.

Nonostante questo cartone fosse il mio preferito, da brava rompiscatole (già a 7 anni) c’erano alcune cose che non mi piacevano completamente, prima di tutto il fatto che il personaggio di Lumiere avesse l’accento francese: come mai, mi chiedevo, se il film è palesemente ambientato in Francia solo lui parla con quel particolare accento? Ho fatto delle ricerche per darmi una spiegazione: alcuni dicono che Lumiere parlasse in modo diverso per distinguerlo dagli altri personaggi in quanto proveniente da Parigi, mentre il castello si trova in una zona della Francia (chi dice l’Alsazia, chi la Provenza) in cui la parlata è molto diversa, pare invece che la verità sia che semplicemente al doppiatore piaceva così.

Altra cosa che non mi quadrava affatto era la maledizione della fata: dopo essersi infuriata con il principe per averlo trovato maleducato ed egoista, lo condanna a diventare una bestia se non riuscirà a trovare l’amore entro i 21 anni. Se facciamo qualche calcolo, presupponendo che almeno qualche anno a disposizione il principe lo abbia e che alla fine del film stia per compiere i fatidici 21 anni, a che età è stato maledetto? A 11 o 12 anni? Cara fata, non ti sembra un po’ eccessivo trasformare in una mostruosa bestia un ragazzino maleducato? Non c’erano altri modi? E poi, dove sono i genitori del ragazzo, che se è un principe dovrebbe avere un re e una regina da qualche parte? Infine, non è un po’ irragionevole l’idea di riuscire a trovare l’amore entro i 21 anni di età, soprattutto senza poter uscire di casa e senza Tinder?

L’ultima cosa che proprio non mi andava giù, magari perché non sono mai stata una ragazzina particolarmente ribelle, era il fatto che Belle avendo a disposizione un enorme castello, un giardino e una biblioteca immensa, invece di godersela decide di andare a ficcare il naso proprio nell’unico posto in cui le era stato detto di non andare, cioè la famigerata ala ovest. Belle, perché?

Il classico più romantico?

Belle è una ragazza diversa dalle altre: non si integra con la gente del suo paese, ha sempre la testa fra le nuvole e, disonore supremo, ama la lettura in un periodo storico in cui alle donne a stento era concesso di imparare a leggere. Suo padre Maurice (unico genitore presente: Belle è orfana di madre come tutte le principesse Disney che si rispettino) è eccentrico quanto lei, è un inventore che tutti credono pazzo. Un giorno Maurice si avvia verso una fiera per presentare la sua ultima invenzione, ma lungo la strada si perde e si ritrova in un bosco innevato (nonostante sia piena estate) inseguito dai lupi: per fuggire finisce nel giardino che circonda un immenso castello oscuro. Ha l’ardire di entrare per cercare un po’ di ristoro e in quanto inventore rimane affascinato dalle creature che abitano il castello: oggetti che si muovono e parlano. Il padrone di casa, una mostruosa bestia, non è molto d’accordo e lo imprigiona per punirlo.

Belle, non vedendo tornare il padre, va alla sua ricerca e trova subito la strada per il castello, che negli anni a quanto pare invece nessuno era mai riuscito a trovare (destino?). Piena di nobiltà d’animo, Belle si offre in sacrificio alla bestia in cambio della salvezza dell’anziano padre: dovrà quindi trascorrere tutta la vita nel castello in compagnia della bestia, che in realtà è un principe che è stato maledetto da una fata finché non riuscirà a farsi amare da qualcuno.

Che sia proprio Belle, l’unica ragazza che in tanti anni è capitata nel castello, che guarda caso è anche bellissima e intelligente, colei che riuscirà ad andare oltre le apparenze e spezzerà l’incantesimo innamorandosi del suo rapitore, salvandolo? E in realtà si tratta davvero di grande amore o invece di sindrome di Stoccolma? Infine, notate per caso somiglianze con il mito di Persefone? A voi le riflessioni.

La bella e la bestia è uscito al cinema nel 1991 ed è il trentesimo classico Disney, il terzo del “Rinascimento Disney” (dopo La Sirenetta e Bianca e Bernie nella terra dei canguri); è stato diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise, prodotto da Walt Disney Feature Animation e distribuito da Walt Disney Pictures.

La storia è ispirata, come già in passato per altri classici Disney come Biancaneve o Cenerentola, ad una favola preesistente: La bella e la bestia di Jeanne-Marie Leprince de Baumont, che consiglio di recuperare perché aggiunge dettagli importanti alla trama che tutti conoscono e soprattutto mostra la bestia sotto una luce diversa che la rende un po’ più amabile. Per la realizzazione finale sono stati presi anche spunti dal film dallo stesso titolo uscito nel 1946.

Curiosità

La bella e la bestia è stato il primo film di animazione in assoluto ad essere candidato all’Oscar come miglior film (insieme ad altre 4 candidature), ed ha incassato nel mondo più di 300 milioni di dollari!

Già dagli anni ’30 Walt Disney era alla ricerca di una favola che potesse essere animata e che replicasse il successo di Biancaneve, e più volte si è soffermato proprio su La bella e la bestia ma il progetto è stato sempre accantonato: solo molti anni dopo, nel 1988, l’idea è stata finalmente approvata ma ha attraversato una produzione abbastanza travagliata tra complete riscritture e cambi di regista.

La bella e la bestia è uno dei pochi lungometraggi animati che ha avuto una sceneggiatura, infatti a parte La carica dei 101 e La spada nella roccia tutti gli altri film fino a quel momento erano stati sviluppati a partire da storyboard piuttosto che da un testo scritto.

La colonna sonora

Le musiche, bellissime, sono state composte da Alan Menken, vincitore di molti premi Oscar per il suo lavoro con la Disney, e di 2 proprio per La bella e la bestia: miglior colonna sonora e miglior canzone (Beauty and the Beast). I testi invece sono stati scritti da Howard Ashman, che poco prima di morire si è occupato anche dei testi per Aladdin. Indimenticabili sono tra tutte la divertente Stia con noi e la romanticissima La bella e la bestia, canzone che accompagna il ballo tra Belle e la bestia.

Ammetto di non aver mai capito perché nella versione italiana di La bella e la bestia cantata da Gino Paoli e Amanda Sandrelli la bestia si addormenta ogni volta che la bella gli sorride (se non avete colto, andate a leggere il testo della canzone, ndr). Mistero.

Il live action

Il live action de La bella e la bestia (2017) è in assoluto quello che preferisco tra tutti quelli usciti negli ultimi anni, anzi forse è uno dei pochi che mi sia realmente piaciuto. Ho amato il fatto che nel film vengano approfonditi i background di tutti i personaggi, in particolare del principe (che viene mostrato già adulto al momento della maledizione) e di Belle, inoltre viene spiegato come mai nessun abitante dei dintorni del castello abbia memoria del fatto che in tempi recenti ci fosse un principe a regnare sulla zona e che parecchie persone lavorassero per lui. L’unica cosa che mi ha messo un po’ in difficoltà è il fatto che i testi delle canzoni in italiano sono stati ritradotti e quindi le parole non sono le stesse che so a memoria dal 1991. Ne ho parlato approfonditamente qui.

Com’è invecchiato?

Nonostante sia il mio preferito e io sia di parte, non mi sento di dire che dal punto di vista tecnico La bella e la bestia sia invecchiato bene quanto altri classici: le animazioni non sono così tanto superiori a quelle di altri film precedenti quanto ci si potrebbe aspettare, nonostante l’utilizzo della cgi ai suoi albori. Le canzoni e la colonna sonora però sono immortali e lo dimostra il successo che ha avuto la versione di Beauty and the beast ricantata da Ariana Grande e John Legend nel 2017 per l’uscita del live action.

Rivederlo da adulta inoltre mi ha portato a farmi molte domande sulla reale natura del rapporto tra la bestia e Belle, oltre che sull’ossessione che hanno le donne moderne di dover cambiare gli uomini che hanno accanto. Emma Watson, interprete di Belle nel live action, si è fatta le mie stesse domande e ho deciso di fare mia la sua conclusione: “Belle non ha nessuna delle caratteristiche di una persona colpita dalla sindrome di Stoccolma perché mantiene la sua indipendenza e la libertà di pensiero“. Ho deciso quindi, alla fine di lunghe riflessioni, di abbandonare il cinismo e di crogiolarmi semplicemente nel pensiero dell’esistenza di un amore così grande da andare oltre l’estetica e il brutto carattere, superando ogni avversità.

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