7 Crimini, la serie ideata da Katja Centomo ed Emmanuele Sciarretta, arriva al terzo volume: l’estorsione. Per l’occasione abbiamo avuto l’opportunità di incontrare virtualmente, oltre agli autori, anche i disegnatori Bruno Cannucciari ed Emilio Lecce. Vediamo un po’ cosa ci hanno raccontato.
7 Crimini – La serie
7 Crimini nasce dall’idea di usare il fumetto per avvicinare, divulgare e rendere più caldo e presente il tema del diritto, argomento caro tanto a Emmanuele Sciarretta (avvocato) quanto a Katja Centomo (scrittrice e appassionata di crime). Tutti e sette i volumi di cui si comporrà la serie avranno una storia autoconclusiva, disegnata da mani sempre diverse, ma tutte cucite insieme dalle memorie di uno stesso giudice, Massimo D’Ettori. L’uomo, bloccato in una baita con un gruppo di alpini, si ritrova a raccontare su invito dei compagni i sette crimini che più rappresentano il lato oscuro dell’animo umano. Il primo è la truffa, poi la violenza e ora siamo all’estorsione.
Non c’è tentativo di denuncia rispetto al reato né di didattica: il fumetto non insegna ma intrattiene, per questo la storia narrata è completamente inventata e tessuta sulle note del crime. Lo scopo? Invogliare chi legge a interessarsi al reato. Da lì, la seconda parte del volume: dopo la storia a fumetti, esperti del settore e testimoni da diversi ambiti, introdotti dal criminologo Massimo Picozzi, approfondiscono il tema del volume in un dossier apposito.
Come si diceva, il disegno di ciascun albo è affidato a persone diverse: il primo è Daniele Caluri, che ha definito il character design del giudice e che chiuderà il cerchio; poi Marco Caselli, Mauro De Luca e Giorgio Pontrelli, e ora è il turno di Bruno Cannucciari ed Emilio Lecce, che si sono occupati di illustrare e dare forma tangibile all’estorsione.
Il volto dell’estorsione
Sciarretta ci tiene a definire l’estorsione: una minaccia volta a costringere una persona a fare qualcosa che non vuole fare. Nel dossier a fine volume, a cura anche dell’avvocato Fabio Frattini, il crimine viene analizzato e descritto come quel reato che ha caratterizzato l’inizio delle associazioni criminali (in principio, la mafia chiedeva il pizzo). Importante anche il contributo di Antonio Altobelli e Leonardo Agueci, che approfondiscono la figura del primo avvocato che ha sfidato la mafia rimettendoci la vita: Libero Grassi.
Nel volume viene approfondito soprattutto l’aspetto umano della criminalità, la parte non efferata ma plausibile: una trama che non si concentra su colpi di scena e doppia lettura ma sul lato drammatico e verosimile del reato in oggetto. “Più un thriller psicologico che un semplice intrigo”, dice Sciarretta, che pone l’accento sulle sfaccettature dei personaggi.
Un taglio sicuramente interessante, a cui speriamo venga reso onore nella trasposizione di 7 Crimini per il piccolo schermo. Ricordiamo infatti che i diritti sono stati acquistati da Lotus Production Srl – Leone Film Group Company, che la renderà o un film, o una serie tv.
Il commento dei disegnatori
Bruno Cannucciari, abituato a lavorare con Bonelli, ha approcciato il volume disegnando prima il rifugio all’interno del quale ha inizio la narrazione del terzo crimine, in un moderno e giallo Decamerone. Da un punto di vista narrativo, lo spazio chiuso doveva essere sia rassicurante, con ciascun elemento al proprio posto, sia claustrofobico, così da creare tensione anche solo con l’ambiente. Gli stessi elementi, presenti sempre nel medesimo posto, in una stanza in cui non tutte le persone si conoscono ma da cui le stesse non possono uscire per via delle condizioni climatiche avverse, sono tratti che innescano in chi legge un’inquietudine serpeggiante.
Illustratore, fumettista, insegnante e colorista, Emilio Lecce faceva il filo alla Tunué già da tempo e nel 2018 sceglie di mandare delle tavole di prova a Katja Centomo per candidarsi al ruolo. Assunto, si dichiara fiero e soddisfatto del lavoro svolto.
Il target
Le note psicologiche di 7 Crimini potrebbero far supporre che sia indirizzato a un pubblico adulto e specializzato. Tuttavia, pur essendo partiti da un pubblico di “grandi”, la serie sta avendo un successo crescente fra giovani al termine delle scuole superiori nonché a studenti universitari. L’obiettivo è quello di non avere un pubblico ideale in quanto non specialistico: semplicemente, è adatto a chiunque ami il crime e il giallo. Tanto è vero che il fumetto è stato presentato anche all’ultima edizione del Festival del Giallo e Repubblica l’ha definito un giallo all’italiana. Di fatto, questo è l’obiettivo: andare oltre al solito lettore di di fumetto, cercando di abbracciare chi si appassiona al genere e non alla forma.
I dossier
I dossier abbracciano la tematica portata dal fumetto, ma l’approccio e la sfaccettatura che risaltano viene scelta di volta in volta. In questo particolare caso è stato Picozzi che ha proposto di contattare Agueci, il quale, abituato a lavorare per contrastare le associazioni criminali, ha tessuto lo scheletro del dossier con la sua stessa presenza. I temi approfonditi sono attuali ed è lo stesso argomento a presentarsi come il filo rosso su cui porre la lente d’ingrandimento. Il tutto, però, dopo aver passato il vaglio di Centomo che ne definisce le esigenze editoriali. Lei spinge per la scaletta, Sciarretta punta a un approccio olistico: la giusta misura di entrambi gli aspetti, un rigore e un contenuto che si presta adatto all’approfondimento, è ciò che crea la formula vincente per i dossier.
L’uso del colore
Lecce ha deciso di approcciare la storia con gli inchiostri neri per sottolineare il tema cupo portato, pur mantenendo un aspetto intimo, così da rimanere in linea con il resto della serie. Il risultato è un volume molto grigio e delicato, con una linea sottile che mantiene lo stile da graphic novel distaccandosi da quello da seriale da edicola.
Un giallo a due mani
Vi è una sorta di matematica del giallo: è necessario tenere un ritmo avvincente e mai noioso pur dando elementi chiari. Se normalmente il romanziere potrebbe scegliere di raccontare tutto ciò che ha in mente, il giallista si deve trattenere: la scelta dei dettagli da rivelare è saliente, al fine di poter tenere in equilibrio tutti gli elementi in gioco.
In questo caso particolare, è necessario un confronto chiaro e onesto. Se da una parte si evita l’autoreferenzialità, in quanto due punti di vista contrapposti consentono di mettersi in gioco evitando di incappare nel rischio di ri-raccontare gli stessi elementi, dall’altra c’è una forte sinergia nella stesura di una trama coerente.
Soprattutto nel secondo volume si sono accorti di quanto ogni piccolo aspetto andasse incasellato al punto giusto, pena la perdita dell’intima coerenza narrativa e logica. Quindi, la chiave di questo volume così come della riuscita di tutto 7 Crimini, sta proprio in quella che è anche la maggiore difficoltà: il fatto che a scrivere la trama di ogni storia, ci sono due teste che devono fondersi e uscirne con un pensiero solo, stabile e coeso.
Prossimamente
Nella seconda parte dell’anno, probabilmente a ottobre per Lucca Comics & Games, potremo trovare il quarto crimine: l’Associazione a delinquere. Nell’attesa, se vi piacciono le storie di true crime, non posso fare a meno che consigliarvi i primi tre volumi: la Truffa, la Violenza e, ovviamente, l’Estorsione.
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