I miei ricordi
Ah, cara Cenerentola, quante illusioni hai creato nelle labili menti delle adolescenti fin dall’antico Egitto! “Sono una sfigata ma ovviamente bellissima ragazza, sono umile e faccio la sguattera, ma un giorno un ricco principe azzurro mi troverà, mi sposerà e risolverà tutti i miei problemi!”. Nella vita reale, cara Cenerella, non è così che funziona… e in verità va bene così, meglio farcela da sole e essere indipendenti invece che aspettare di essere salvate dall’uomo di turno! Hollywood negli anni ha cavalcato abbondantemente l’onda del sogno (o meglio imbroglio) di Cinderella, basta pensare a quanti film sono stati prodotti che raccontano sempre la stessa storia, come ad esempio Pretty Woman: sono più di 80 gli adattamenti cinematografici, televisivi e teatrali che vedono rappresentata la classica fiaba, in modo più o meno esplicito e non sempre lusinghiero per la protagonista femminile. Il mio preferito è La leggenda di un amore (con Drew Barrymore, 1998), mentre se vi interessa una versione modernizzata e più femminista trovate su Amazon Prime Video una recente produzione con Camila Cabello nei panni di una Cenerentola imprenditrice e canterina.
Da piccola, la favola di Cenerentola non mi ha mai convinta del tutto: non ho mai creduto alla storia della scarpetta fatta completamente di vetro con la quale fosse possibile camminare, e che Ella fosse l’unica nel regno ad avere quel particolare numero di piede. Ma la cosa che proprio non mi è mai andata giù, oltre all’inutilità dei poteri della fata madrina, è la grandissima stupidità del principe: questo tipo incontra una ragazza stupenda, ci balla tutta la sera, si innamora di lei e poi si dimentica completamente la sua faccia? Ha bisogno di far provare a tutte le ragazze del regno una scarpetta invece di guardarla semplicemente in volto? Principe azzurro, sarai mica un feticista dei piedi??
Il classico più famoso
Cenerentola è il dodicesimo classico Disney, è uscito nel 1950 ed è l’adattamento dell’omonima favola di Charles Perrault (anche se la trama ha origini molto più lontane); alla regia troviamo Wilfred Jackson, Hamilton Luske e Clyde Geronimi.
Dopo la crisi economica degli anni ‘40 a causa della seconda guerra mondiale, Walt Disney aveva davvero bisogno di una hit commerciale, e così è stato con Cenerentola, il primo film che abbia raggiunto il successo dalla fine degli anni ‘30 (cioè quando è uscito Biancaneve): grazie a ciò, Disney ha potuto rilanciare le attività del suo studio di animazione la cui crescita, come sappiamo, è stata poi inarrestabile fino ai giorni nostri. Il film ha avuto anche molto successo di critica, ha infatti ricevuto 3 nomination agli Oscar, tra cui miglior colonna sonora e miglior canzone (Bibbidi-bobbidi-boo). La popolarità di Cenerentola tra le principesse è tutt’ora ineguagliata, basti pensare al fatto che il suo castello, come quello di Aurora, è al centro dei vari parchi di divertimento Disney nel mondo oltre ad essere addirittura dal 2006 nel logo stesso Disney unito a quello della Bella Addormentata!
Cenerentola è la favola delle favole, una delle più famose di sempre e la prima a cui penso sentendo la frase “once upon a time…”; è sempre stata una delle preferite di Walt Disney, e qualcuno a lui vicino ha detto che Disney si identificava nella giovane Ella: come lei era di umili origini, ma con il duro lavoro e soprattutto tanta immaginazione è riuscito a fare in modo che gli accadessero cose meravigliose. Ovviamente, la favola è stata edulcorata ed adattata: è stata eliminata la parte in cui le sorellastre letteralmente si tagliano pezzi di piedi per riuscire a calzare la scarpetta di cristallo.
Forse non tutti sanno che le fattezze della principessa delle principesse sono state modellate su quelle della divina Grace Kelly, una principessa in carne e ossa! La voce invece è della brava Ilene Woods (senza nulla togliere alla doppiatrice italiana, consiglio la visione in lingua originale).
Cenerentola ha avuto due seguiti, uno del 2002 e uno del 2007, ma eviterò di parlarne: purtroppo i sequel dei classici che la Disney produce direttamente per l’home video sono pessimi, con alcune rarissime eccezioni (come Il re leone 3 che è carinissimo).
La colonna sonora
La colonna sonora di Cenerentola è stata scritta da Oliver Wallace e Paul Smith: per la prima volta nella storia dei Walt Disney Studios è stata realizzata dopo che il film era stato quasi completamente montato e pronto per essere inchiostrato, a differenza di come era successo per i classici precedenti, per i quali immagini e musiche erano stati realizzati contemporaneamente (con un processo chiamato Mickey Mousing). Mack David, Jerry Livingston e Al Hoffman hanno scritto le 6 canzoni del film, tra le quali alcuni pezzi direi memorabili che tutti o quasi conoscono, come la celebre e bellissima A dream is a wish your heart makes e l’altrettanto famosa Bibbidi-bobbidi-boo.
Come è invecchiato
Come ho scritto più in alto, Cenerentola non è mai stata tra le mie favole preferite, e credo infatti di aver visto il cartone classico solo un paio di volte più di 30 anni fa: l’ho rivisto oggi e ammetto che la visione è stata molto piacevole. Avevo completamente dimenticato che nel film ci fossero i simpaticissimi topolini-sarti parlanti, che mi sono piaciuti in particolare, mentre ho odiato fortemente la matrigna, le sorellastre, il gatto e il re psicopatico. Ho apprezzato i disegni morbidi e belli, i sognanti colori pastello e anche l’ottima animazione: ho scoperto che per la prima volta per i Disney Studios tutta l’animazione è stata basata su riprese in live-action, affinché gli animatori potessero dare la massima espressività a volti e gesti. Fate attenzione alla scena delle bolle di sapone: viene direttamente da un’idea che Disney ha avuto mentre ascoltava la registrazione della canzone, e ha richiesto l’utilizzo di tecniche audio innovative per l’epoca che non erano mai state applicate prima all’animazione, ma “lui era fatto così, quando diceva che qualcosa poteva essere fatta, nessuno lo contestava” (cit. Ilene Woods).
Mettendo da parte la mia personale critica sull’ormai desueto concetto della donzella da salvare che attende il maschio forte e ricco, e la squallidissima sfilata di ragazze presentate al principe come pezzi di carne, ho deciso di lasciarmi andare sulle note di I sogni son desideri e tornare un’ingenua bambina che sogna la magia e le fate: vi consiglio di fare lo stesso, perché è proprio a questo che servono i film Disney, a dimenticare per qualche ore le brutture del mondo (guerre, pandemie, catastrofi…) per tuffarsi in un universo pieno di magia, bellezza e soprattutto lieti fini.
Il messaggio più importante che ci trasmette Cenerentola è molto semplice: siate gentili con tutti. Nonostante la ragazza venga maltrattata dalla propria stessa famiglia e il fatto che si trovi in una situazione tutt’altro che favorevole, si rifiuta di cedere alla disperazione e all’odio verso gli altri, anzi rimane salda nella certezza che ci sia del buono in tutti e che nessuno meriti di essere trattato male, e che tutti possano essere perdonati. Il mondo non sarebbe un posto un pochino migliore se tutti interiorizzassimo questo modo di pensare?
Il live action
Sono davvero tanti i film che fin dal 1899 hanno raccontato la favola di Cenerentola, in particolare però nel 2015 è uscito il live action ufficiale prodotto da casa Disney. Diretto da Kenneth Branagh, vede protagonisti Lily James nei panni della bionda eroina e Richard Madden in quelli del principe; Cate Blanchett interpreta una finalmente ben caratterizzata matrigna, mentre Helena Bonham Carter è la fata madrina. Nel cast ci sono anche Derek Jacobi, Stellan Skarsgaard, Haley Atwell e Ben Chaplin. A me questo adattamento è piaciuto molto, lo trovo rilassante e ben fatto, con una trama semplice (ovviamente) ma leggermente più approfondita rispetto alla favola, e personaggi ben caratterizzati: ammetto che a volte lo riguardo quando ho voglia di rilassarmi e sentirmi bene con il mondo, inoltre apprezzo molto il fatto che la fata madrina si prenda la briga di spiegare che la scarpetta anche se di vetro è comoda perché magica e che la matrigna e le sorellastre (tra l’altro buffissime e nemmeno tanto brutte, in particolare Holliday Grainger) non riconoscano Cenerentola al ballo pur guardandola in faccia.
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