Recensione
Pronti a partire per avventure fantasy nel mondo di Avel?
Preparare l’equipaggiamento: la Bestia si sta per risvegliare e con essa l’orda di mostri al suo servizio tenterà di attaccare e distruggere il castello.
Meccaniche di gioco
Una volta completato il setup (modulare e dipendente dal numero di giocatori) siamo pronti a partire: il gioco si svolge in una serie di turni (anche questi in base alla quantità di giocatori) durante i quali gli avventurieri possono fare due azioni a scelta tra: movimento, combattimento, azione tessera e riposo.
Con il movimento, spostiamo la nostra pedina dalla tessera in cui si trova ad una adiacente, eventualmente rivelando le tessere paesaggio nascoste e risolvendo gli eventi indicati. Se ad esempio scoprissimo il simbolo “covo dei mostri”, dovremo posizionare uno dei token mostro sulla tessera, anche se non siamo obbligati a combattere.
Se decidiamo di farlo i mostri si inizia a controllare la tessera mostro presente nel covo: colore (utile perché alcuni equipaggiamenti sono limitati ad una categoria di mostro specifica), ricompensa, punti ferita e dadi che userà per difendersi. I mostri più grandi presentano in più dei malus contro i giocatori (influenzando i dadi o l’equipaggiamento).
I personaggi iniziano sempre con due dadi, potenziabili con elisir e nuovi equipaggiamenti (come armi, scudi ed elmi) che ne indicano il potere: ad esempio aggiungere dadi al lancio o costringere a rilanciare un dado al mostro. Lo scontro si svolge quindi con un lancio di dati (personaggio VS mostro) in cui si risolvono ovviamente attacchi, parate e ferite.
L’uso dell’equipaggiamento è limitato ad una volta per combattimento, combattimento che invece può protrarsi fino ad un massimo di tre scontri.
Una volta sconfitto il mostro, possiamo prendere la ricompensa.
Nel caso in cui il mostro ci sconfigga, il personaggio non muore ma è “stordito”; si torna quindi alla tessera cartello (la plancia principale), recuperando tutti i punti ferita ma perdendo tutte le monete e un equipaggiamento a nostra scelta (che tornerà nel sacchetto).
In caso di sconfitta contemporanea, prima si ottiene la ricompensa e poi si risolve lo stordimento.
Quando peschiamo un equipaggiamento dal sacchetto possiamo utilizzare una sola mano e cercare di indovinare, dalla forma del token, la tipologia di equipaggiamento che ci è più utile. Ma attenzione: abbiamo solo 5 secondi (che verranno contati ad alta voce dagli altri giocatori).
L’equipaggiamento deve fisicamente stare negli spazi della plancia giocatore: indossati, impugnati o riposti nello zaino. Come potete vedere dalle foto l’area è limitata e se un equipaggiamento, fossero anche monete di ricompensa, non può essere collocato nello zaino, allora non può essere raccolto e viene scartato. Non è possibile impilare gli oggetti.
Con l’azione tessera andremo ad eseguire una delle azioni collegate alle tessere rivelate. Ad esempio potremo “migliorare” l’equipaggiamento (girarlo sull’altro lato e usare le abilità aggiuntive), oppure acquisire nuovi equipaggiamenti o usare i sigilli lunari, segnalini che posizioneremo su un simbolo covo impedendo di fatto la rigenerazione dei mostri (che altrimenti accade quando si raggiungono round specifici). Altre azioni sono la costruzione di trappole, per danneggiare la Bestia nel suo incedere verso il castello e costruire le mura di difesa al castello in previsione del round finale, quando i mostri cercheranno di attaccarci.
Con l’ultima azione, riposo, andremo a recuperare segnalini resistenza, così da incrementare la vita eventualmente persa durante gli scontri.
L’esplorazione, quindi, è il fulcro principale del gioco: solo scoprendo le varie tessere paesaggio potremo accedere ai bonus necessari per posizionare trappole, mura e potenziare gli equipaggiamenti. Ed è importante farlo in fretta, perché una volta raggiunti gli ultimi tre round, non avremo più occasione di farlo.
In quanto collaborativo puro, i personaggi possono scambiarsi equipaggiamenti e potenziamenti tra di loro nel momento in cui si trovano nella stessa tessera: utile per equilibrare le forze e per liberare spazio nello zaino.
Nella fase finale del gioco fa la sua comparsa, finalmente, la Bestia. Prima di tutto giriamo tutte le tessere rimaste nascoste, generando i mostri su quelle in cui sono presenti i covi.
A questo punto, in base alla difficoltà scelta e al numero di giocatori, lanceremo il dado nero e genereremo ulteriori mostri.
Ora tocca ai giocatori, che avranno le due solite azioni per cercare di fermare le creature. Dopodiché i mostri inizieranno tutti insieme la loro avanzata verso il castello, usando il percorso più breve. Se anche uno solo dei mostri entra nel castello, abbiamo perso.
Diventa quindi fondamentale organizzare le difese per tempo, costruendo mura che i mostri dovranno abbattere e piazzando trappole che li danneggeranno al loro passaggio. Per vincere, quindi, i giocatori dovranno attaccare e sconfiggere la Bestia (che vanta resistenza e attacchi proporzionati ad un boss finale) prima che i mostri arrivino al castello.
Materiali
Le Cronache di Avel consta di una scatola ricchissima di materiali, splendidamente illustrati e perfettamente congeniati.
Come sempre potete guardare il dettaglio nel nostro unboxing fotografico su Facebook, ma lasciatemi dire che raramente ho visto una tale sapienza nella costruzione di un tavolo da gioco: le tessere Paesaggio danno vita al mondo di Avel e di dispiegano durante l’esplorazione evocando alla perfezione paesaggi incantati e misteriosi; splendida la gestione dell’avanzamento dei turni così come quella dei mostri, anche se ovviamente non mostrano nulla di particolarmente originale.
La vera parte del leone la fa la scheda personaggio: componibile e modificabile man mano che la partita avanza. Contrariamente a molti giochi, in cui si vanno a posizionare carte o cubetti di plastica sulla scheda, qui abbiamo un verso organizer del personaggio: non solo i giocatori più piccoli si divertiranno a colorare il disegno sulla scheda, ma avremo modo di vederlo crescere e potenziarsi man mano che procederemo nell’esplorazione, litigando magari con lo spazio risicato nello zaino, o andando a caccia dell’equipaggiamento mancante per corazzarci contro i mostri che incontreremo sul cammino.
È il caso di dirlo: qui siamo nella condizione in cui il divertimento è assicurato non solo dalle meccaniche di gioco, ma anche dalla gestione della sua componentistica. Una cosa davvero rara e preziosa in un board game.
Conclusioni
Le Cronache di Avel è un vero gioiellino: semplice da giocare, eppure profondo. Assicura una grandissima rigiocabilità, sia grazie al tabellone di gioco componibile (e quindi diverso da partita a partita) sia grazie alla possibilità di modificare il livello di difficoltà, così da facilitare i giocatori alle prime armi o finché non si prende dimestichezza con le meccaniche.
La cosa che più mi ha entusiasmato è l’incredibile cura posta nei dettagli: Le Cronache di Avel è ricco di elementi “inutili” per lo svolgimento del gioco, ma che gli donano spessore e ci spingono ad intavolarlo con piacere. Penso, ad esempio, all’indicatore della resistenza della Bestia: componibile e dotato di due rotelle che ci consentono di tenere traccia delle ferite inflitte. Oppure al modo in cui è possibile plasmare il gioco modificandone la difficoltà: usando i preset indicati nel regolamento, o modificando le forze della Bestia. O, infine, la scheda delle Costellazioni: un elemento di metagioco che aiuta a scegliere il nome del personaggio, ma che non ha nessun effetto sul gameplay.
Ecco: sono i dettagli a fare la differenza.
Questo è un board game davvero accessibile a tutti: bello, semplice, colorato eppure divertente e coinvolgente. Perfetto per i bambini (da otto anni in su) che potranno vivere avventure fantastiche. Non posso che consigliarlo a tutti.
Nerdando in breve
Le Cronache di Avel ci porta a vivere fantastiche avventure fantasy.
Trailer
Contenuti