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Freaks Out – La rivincita degli ultimi

Freaks Out

Recensione

Ci siamo: Gabriele Mainetti è tornato. E con Freaks Out ha deciso di sognare in grande.

Premessa: io Lo chiamavano Jeeg Robot l’ho adorato, con la sua carica dirompente, innovativa e sognatrice. In quell’occasione avevo avuto anche la possibilità di intervistare il regista, Gabriele Mainetti, scoprendo una persona cortese, amante del cinema e disponibile. E allora potete immaginare quanto aspettassi Freaks Out. Con quel misto di trepidazione e anche paura, ché il rischio di deludere le aspettative c’era eccome. E invece Freaks Out è pura meraviglia: ci porta a sognare, ci diverte e ci emoziona. E non potremmo chiedere di più.

Trama

Siamo nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, a Roma. Il circo itinerante di Israel è composto da fenomeni da baraccone: Matilde, Fulvio, Cencio e Mario hanno tutti capacità straordinarie ma la società li considera dei veri e propri mostri, emarginandoli. Quando il divampare della guerra si fa inarrestabile e mette in seria difficoltà l’attività lavorativa, il gruppo decide di trasferirsi negli Stati Uniti. Ma per farlo, occorrono documenti: Israel parte quindi alla volta della Capitale, promettendo di tornare la sera stessa con le salvifiche carte d’identità.

Quando però non fa ritorno, Matilde e gli altri temono che sia stato rastrellato in quanto ebreo. All’assortito gruppo non resta quindi che tentare di ritrovarlo nella Roma devastata dai combattimenti. Sarà l’inizio di un viaggio che porterà tutti loro, Matilde per prima, a fare i conti con chi sono e con quello che sono in grado di fare.

Stile

Che Gabriele Mainetti (in coppia con Nicola Guaglianone, insostituibile partner di sceneggiatura) fosse uno con tante idee e un amore smisurato per il cinema, si era già capito con Lo chiamavano Jeeg Robot, il film in grado di mostrare un nuovo volto (ancora inesplorato) del cinema italiano e di farci innamorare di un attore incredibile come Luca Marinelli.
Ebbene, con Freaks Out l’autore fa un passo in più: l’amore per il cinema c’è ancora tutto, la scrittura è ancora ispiratissima ma stavolta si fa in tutto in grande. Quello che ci troviamo davanti è uno spettacolo pirotecnico che nasconde però tantissima emozione dietro le luci scintillanti. Un po’ come la sua protagonista, Matilde, che dietro una luce accecante cela un grande cuore.

E proprio il personaggio di Matilde, interpretato da una sorprendente Aurora Giovinazzo, fa da centro nevralgico di tutta la storia e della ragnatela di protagonisti che le girano attorno. Da ricordare, sotto la fitta peluria del personaggio di Fulvio, Claudio Santamaria, che continua il suo felice sodalizio artistico con Mainetti e Pietro Castellitto, incredibile nel ruolo di Cencio. Ma meritano anche una menzione Giorgio Tirabassi nel ruolo di Israel, Max Mazzotta in quello del Gobbo e Franz Rogowski nel dare vita al terrificante antagonista Franz.

Luci ma anche ombre nell’universo narrativo tratteggiato da Freaks Out, che ci mostra una guerra crudele, in cui nulla è solo bianco o nero ma ogni persona che incontriamo è di fatto una scala di grigi. Tutti, comunque, hanno il loro percorso, il loro vissuto con cui fare i conti e i loro obiettivi: ciascuno farà le sue scelte e ne affronterà poi le conseguenze.

E poi c’è il cinema, lo dicevamo prima, che in Freaks Out è meraviglia allo stato puro. La messa in scena è lussureggiante e lascia tutti a bocca aperta. E i rimandi, per chi voglia coglierli, sono infiniti: c’è la Seconda Guerra Mondiale in chiave western (un po’ come aveva fatto Quentin Tarantino, ma con un percorso stilistico differente rispetto a Bastardi Senza Gloria, con il quale le affinità finiscono qui), c’è il Neorealismo, imprescindibile in Italia quando si voglia tratteggiare il periodo bellico e c’è il circo, reso immortale da Federico Fellini, sognante e misterioso come ce lo aspetteremmo. E poi ci sono loro, i Freak, il vero motore della vicenda ed è impossibile non cogliere una strizzatina d’occhio al classico Freaks del 1932 di Tod Browning (con esiti diversi -per fortuna-).

Insomma, Freaks Out è una gioia per gli occhi e per il cuore. Fatevi un regalo e andate al cinema a guardarlo, non resterete delusi.

Nerdando in breve

Freaks Out è pura magia, un film in grado di far sognare e di emozionare: fidatevi, è il momento di tornare al cinema.

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