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NerDisney #1 – Biancaneve e i sette nani

Biancaneve

I miei ricordi

Era il lontano 1988: un cinema della mia città trasmetteva i classici Disney nei pomeriggi infrasettimanali, per far divertire i bambini. Avevo 4 anni e per la prima volta, la prima di molte, i miei genitori mi hanno portata al cinema. Il film? Ovviamente, Biancaneve e i sette nani! Che strana sensazione stare seduta zitta e tranquilla nella sala buia, sulla morbida poltrona rossa di velluto, mentre immenso appariva il logo del castello incantato, che poi per tanti anni avvenire mi avrebbe sempre riempita di meraviglia e gioiosa aspettativa…

Confesso, ero pur sempre una bambina piccola per cui di quella prima volta che ho visto Biancaneve non ricordo moltissimo, a parte una scena: sì, proprio quella, quando alla fine in una notte buia e tempestosa i coraggiosi 7 nani si battono contro la terrificante strega e la attaccano senza troppi complimenti (è un film del 1937, erano i tempi in cui del politically correct e dei traumi infantili importava poco ai produttori, ne riparleremo con Dumbo e Bambi). Che paura! Anche riguardandola oggi, quella scena resta “spaventosa” soprattutto per l’ambientazione notturna, i fulmini e la musica incalzante.

Piccolo aneddoto personale: a 4 anni non avevo idea del fatto che al cinema ci fossero più spettacoli uno dopo l’altro, per cui uscendo dal cinema vedevo altre persone entrare e ho cominciato a dir loro “Ehi dove andate, il film è finito!”. Che bimba coscienziosa che ero…

ndr: so che nella versione classica del 1937 il famoso logo con il castello non c’è, ma c’era quella volta al cinema, chissà perché!

Il classico dei classici

Quando penso ai classici Disney il primo che mi viene in mente è sicuramente Biancaneve e i sette nani. Ispirato alla famosissima favola dei fratelli Grimm, amatissima da Walt Disney e sulla quale non mi dilungo poiché tutti la conoscono, Biancaneve è stato prodotto da Walt Disney Productions nel 1937 ed è il primo film di animazione mai realizzato negli USA, completamente a colori e con l’innovativa tecnica del rodovetro, grazie al reclutamento di schiere di maestri e artisti anche direttamente dalle università (l’impronta grafica di Biancaneve ha posto le basi per tutto il cinema di animazione che sarebbe venuto dopo).

“Specchio servo delle mie brame, che è la più bella del reame?” chiede la regina Grimilde al mago che compare nel suo specchio magico (direttamente dalle profondità dello spazio… sarà mica un alieno?)… Ammettetelo, tutti lo avete detto almeno una volta! Si tratta sicuramente della parte più iconica del film, ma non è l’unica: pensiamo ad esempio ai teneri animali che aiutano la principessa a pulire la casetta dei nani, o alla famosissima scena della mela avvelenata, o a quella della preparazione del veleno, che io e le mie michette abbiamo provato più volte a replicare mischiando e impiastricciando i cosmetici delle non troppo contente mamme. La mia preferita (oltre a tutte quelle in cui ci sono animaletti) non è quella del bacio, ma quella in cui la tremenda Biancaneve ispeziona le mani dei nani per vedere se si sono lavati: “Andate subito a lavarvi altrimenti non mangiate!“: mi ha sempre fatto ridere tantissimo.

Curiosità

Le curiosità su Biancaneve e i sette nani sono tante, sapevate ad esempio che per affrontare gli alti costi di produzione del film Walt Disney ha dovuto ipotecare la propria casa? Il lungometraggio è costato infatti quasi un milione e mezzo di dollari, per fortuna però ha incassato moltissimo ed è stato il film con i maggiori incassi dell’anno 1937, e il resto è storia! Disney inoltre ha guidato la produzione minuziosamente, controllandone ogni singolo aspetto, dalle pennellate degli sfondi alle minime animazioni.

Biancaneve avrebbe dovuto essere un susseguirsi di gag comiche con protagonisti prevalentemente i nani, intervallate da scene più forti poi eliminate, come le torture e il tentato omicidio del principe da parte della regina cattiva, la quale inoltre inizialmente avrebbe dovuto essere “grassa ed eccentrica” invece che dall’aspetto più “signorile” inspirato a Joan Crawford, come volle infine Disney; la trasformazione in vecchia strega è ispirata direttamente a Dr. Jekyll e Mr. Hyde. I lineamenti di Biancaneve invece, che avrebbe dovuto assomigliare a Betty Boop, sono ispirati a quelli di Ginger Rogers, e tutte le future principesse Disney saranno basate strutturalmente proprio su Biancaneve.

La colonna sonora

Alcune delle canzoni di Biancaneve e i sette nani sono iconiche e indimenticabili: chi non conosce ad esempio la canzone dei nani Ehi-Ho! o “Impara a fischiettar” oppure ancora “Il mio amore un dì verrà“? Le canzoni sono state tutte composte da Franck Churchill, che si è occupato anche di quelle di Bambi e di Dumbo (per il quale ha vinto l’Oscar) e Larry Morey, mentre Paul J. Smith (storico compositore per Disney) e Leigh Harline hanno scritto le musiche di scena.

Com’è invecchiato?

Riflettevo con la mia cara amica Clack (redattrice che si occupa tra gli altri di questa rubrica) che è molto strano rivedere i classici Disney da adulte: tante cose che da piccole ci facevano sognare, come gli insensati colpi di fulmine tra i principi e le sguattere, oggi ci fanno storcere il naso. Il mondo è cambiato, e noi siamo cambiate. Il problema quindi non è se un film invecchia bene o male, ma come invecchiamo noi. Se la nostra capacità di sognare rimane intatta, se riusciamo ancora ad emozionarci al pensiero di un bacio che sconfigge la morte, o semplicemente di una passeggiata in un bosco pieno di teneri animaletti allora non possiamo fare a meno di apprezzare sempre e comunque le favole animate Disney, anche a 37 anni suonati.

Per quanto mi riguarda, sto ancora aspettando di veder arrivare tenerissimi scoiattoli e uccellini ad aiutarmi a pulire casa, ma ahimè non si può avere tutto dalla vita! Purtroppo per loro, passerei tutto il tempo a guardarli con gli occhi a cuoricino invece di aiutarli quindi forse è meglio così!

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