Altre nerdate

Due chiacchiere con: Anastasia Massone (Sparagn e Cumbarisc)

Sparagn e Cumbarisc
Se siete abruzzesi, sicuramente avrete familiarità con la locuzione dialettale “sparagn e cumbarisc“, che possiamo tradurre con “spendi poco e fai figura”. E non solo, probabilmente avrete almeno una maglietta di Sparagn e Cumbarisc, il brand di abbigliamento creato da Anastasia Massone che rende pop le citazioni dialettali.

Se non siete abruzzesi, allora preparatevi a scoprire una realtà che ha reso vivo il connubio tra cultura nerd e tradizioni locali: ho scambiato due chiacchiere con la deus ex machina in persona, ecco cosa ne è venuto fuori.

Clack: Com’è nato Sparagn e Cumbarisc? 

Anastasia: Sparagn e Cumbarisc è un “brand” nato nell’inverno 2013/2014 a Vasto, in Abruzzo.Inizialmente il nome era un altro, un po’ particolare… mi chiamavo Philip Uttana e non era in chiave abruzzese, ma aveva lo stesso stile con parole italiane.
Ma qualche anno dopo aver avviato questo progetto ho messo in pausa il tutto perché non me lo sentivo mio e non era coerente con la mia persona, ad andare andava bene ma non mi dava soddisfazione e non vedevo un futuro per quello che facevo, in più non avevo stimoli nel creare nuove cose.
Brand l’ho scritto tra virgolette, perché mi fa sempre sorridere che venga definito così, visto che è nato tutto per scherzo, tramite un post dove mostravo una t-shirt che mi ero realizzata da sola con la scritta “Pallotte Cace e ove” (un piatto tipico abruzzese) e tutti gli amici che mi seguivano mi hanno chiesto una stampa tramite il passaparola.
Poi in seguito ho aperto un e-commerce dove vendevo solo 2 t-shirt (Pallotte e Sparagn e Cumbarisc) e piano piano la cosa si è evoluta iniziando a fare pure i primi banchetti in giro per l’Abruzzo.

C: Dietro il brand si celano un volto e un cuore, quelli di Anastasia: ti va di dirci qualcosa su di te?
A: Sono una persona molto timida e non amo parlare di me (meme di Borghese che dice: “non è un buon inizio” per un’intervista) però quando mi sblocco è la fine perché se inizio a parlare non finisco più, ma per fortuna è una cosa rara.
Ho una grande passione per le piccole cose, mi piace osservare le persone che camminano e tutto quello che mi circonda, ma soprattutto amo scattare foto agli anziani perché sono l’anima del paese e ho una mente nostalgica che pensa al futuro e a tutte queste cose che tra un po’ di anni scompariranno. Sì, è un po’ triste, ma qualcuno deve pur farlo 🙂

C: Le tue magliette presentano molti rimandi alla cultura pop: ti definiresti un animo nerd?
A: Scine (abruzzese per sì ndr.), sì? Oddio non lo so, forse sì dai. Ho deciso, sì.

C: Se fossi costretta a scegliere quale serie TV, videogioco e fumetto porteresti con te sulla classica isola deserta?
A: La serie TV di Dexter sicuramente, è stata una delle prime serie TV che mi hanno folgorato.
Super Mario Bros. del Gameboy (quello vecchia scuola) così forse per una volta lo finisco.
Fumetti, ehm..

C: Come nasce una tua maglietta? Ti va di raccontarci qualcosa sulle tue ispirazioni e sul tuo processo creativo?
A: Il processo creativo delle mie t-shirt è “a sentimento“,  nel senso che non seguo un iter creativo nella realizzazione delle mie t-shirt, perché non amo fare le cose a tavolino. Le trovo abbastanza forzate, tipo mettermi sulla scrivania di fronte al pc e pensare: “ehy, adesso te fai una nuova t-shirt!”.
I miei loghi nascono parlando con gli amici o sentendo gli anziani che parlano di fronte il vicolo del mio negozio; delle volte cammino per strada, vedo il logo su una t-shirt di un ragazzino e me la immagino in dialetto Abruzzese, vengo influenzata tantissimo da quello che mi circonda.

C: La tua maglietta preferita fra quelle che hai finora realizzato?
A: La mia t-shirt preferita è “Sting Stang” (Tencar ne possiede un esemplare ndr.) la frase completa è “Gna sting sting, sembr stang sting” che vuol dire: come sto sto, sempre stanco sto. Stile di vita.

C: Quale personaggio della cultura pop sogneresti di veder indossare una tua maglietta?
A: Purtroppo non ho queste fantasie, il mio sogno è creare uno shooting fotografico con gli anziani che indossano i miei prodotti. Sono una persona semplice 🙂

C: Che effetto fa essere con il tuo lavoro uno degli ambasciatori dell’Abruzzo nel mondo?
A: Non ancora realizzo, nel senso non mi sento consapevole di essere un’ambasciatrice abruzzese nel mondo, è un po’ come la domanda del brand.
Però quando ci penso, sorrido e non realizzo lo stesso, ahah. Mi piace lavorare senza pensare a queste cose, soffro un po’ di sindrome dell’impostore, forse è anche per questo che il brand funziona (incrocio le dita per non tirarmi i piedi).

C: Puoi svelarci qualcosa sui progetti di quest’anno? Magari darci qualche indizio sul prossimo prodotto di punta?
A: Vorrei ideare tante cose nuove per il mio brand, ma il mio motto è “chian chian” (piano piano e si fa tutto).
Tante persone stanno aspettando le pantofole di Sparagn e Cumbarisc, che ovviamente era tutto nato come scherzo per prendere in giro le scarpe di un noto discount, ma le persone hanno preso quel post troppo seriamente e spesso mi chiedono l’uscita delle pantofole.

C: Oltre che nel punto vendita che si trova a Vasto (CH) quest’anno avremo occasione di incontrarti in fiere o eventi?
A: Speriamo, con questa pandemia ho dovuto rinunciare a tutte le fiere ed eventi dove ho sempre partecipato.
Un vero peccato, visto che coglievo queste occasioni per visitare nuovi luoghi ma soprattutto conoscere tutte le persone che mi seguono sui social: ormai parlandoci tutti i giorni sono nate diverse amicizie, cosa che nei “brand” “””normali””” non esiste, termina tutto con la vendita e amen. A me piace continuare a mantenere un rapporto con i miei “clienti” ed è questa la parte fondamentale del mio marchio.

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