Credo che sia stato detto tutto e il contrario di tutto su Death Stranding. Osannato da alcuni, criticato mortalmente da altri, il gioco del sempre sorprendente Hideo Kojima ha davvero spaccato il pubblico in due – come del resto fanno tutti i tentativi di innovazione e rottura dello status quo. Adesso, con la PlayStation 5 sul mercato, è stata pubblicato Death Stranding Director’s Cut, ossia la versione ampliata e potenziata del titolo, esclusiva PS5, sviluppata da Kojima Productions ed edita da Sony Interactive Entertainment. Andiamo a scoprire cosa cambia nell’America post apocalittica pensata da Kojima.
Recensione
La trama di Death Stranding è un qualcosa di talmente complesso da non poter essere descritta in poche righe. Mi basta dirvi che impersonate Sam Porter Bridges (interpretato da Norman Reedus, tra i protagonisti di The Walking Dead), un corriere solitario che attraversa un’America distrutta dal Death Stranding, un evento apocalittico che ha lasciato letteralmente degli indelebili segni. Unire ciò che è diviso è di fondamentale importanza in un mondo dove, a causa della presenza di invisibili creature che popolano il territorio, la popolazione è chiusa all’interno di grandi città e nel sottosuolo, e i corrieri sono l’unico mezzo di collegamento.
Sam però non è un corriere qualsiasi: oltre al fatto di riuscire a percepire le creature invisibili (definite CA), lui è un Riemerso, ossia una persona capace di tornare in vita dopo la morte. Il perché, lo lascio scoprire a voi! Sam inizia il suo viaggio di connessione delle varie città americane su invito della Presidentessa accompagnato da un bambino in un guscio, BB, che lo aiuterà contro le CA, ma questo è solo l’inizio di una storia che andrà a toccare temi particolarissimi e vi lascerà sorpresi ben più di una volta.
Gameplay
Il gameplay di Death Stranding sembrerebbe quello di un classico action-adventure in terza persona, ma questa è solo la superficie sotto la quale ci sono diverse possibilità. Senza entrare nel dettaglio di quanto già visto con l’edizione standard, in questa Director’s Cut abbiamo principalmente delle novità che riguardano gli oggetti che potremo produrre grazie alle nostre mitiche “stampanti”, come ad esempio la catapulta, e ad alcune modalità aggiuntive come il poligono di tiro. Potremo inoltre affrontare delle sfide aggiuntive, come l’affrontare i boss con solo alcune tipologie di arma oppure con delle modalità particolari.
Si tratta sicuramente di aggiunte interessanti che potranno sia soddisfare chi ha voglia di tornare nel mondo di Sam sia chi si avvicina la prima volta a questo gioco. Inoltre c’è una intera missione che si svolgerà all’interno di un edificio, novità assoluta nel gioco (non considerando le piccolissime sezioni al chiuso come l’inceneritore, ndr) e che vi vedrà approcciare il gioco in una maniera ancora diversa. Concludo con l’ottimo supporto al DualSense, che prevedere l’implementazione del feedback aptico e dei trigger adattivi.
Piccola nota a margine: i caricamenti sono pressoché ISTANTANEI. E stiamo parlando di un open world. Top.
Audio e Video
Se Death Stranding era probabilmente il gioco più spettacolare per PS4, su PlayStation 5 non si può che confermare quanto già visto, migliorando ulteriormente il tutto. Non c’è uno stravolgimento totale della grafica, però i miglioramenti sono apprezzabili e soprattutto abbiamo due belle novità. Innanzitutto potremo scegliere la modalità “grafica” o la modalità “prestazioni“; se volete un consiglio, andate su “grafica”, regge veramente bene! L’altra novità è il formato “widescreen“, che equivale sostanzialmente ad avere un 21:9, dando una veste ancor più panoramica al gioco. Se magari usate proprio questo tipo di schermo, allora avrete fatto bingo!
Il comparto audio è sempre ottimo – davvero bellissimo il doppiaggio italiano – e questa volta i possessori delle Pulse 3D avranno anche l’audio Tempest 3D disponibile. Andate a farvi una passeggiata tra le CA e poi ne riparliamo!
Concludendo
Death Stranding Director’s Cut è la versione definitiva del titolo più controverso di Hideo Kojima, senza dubbio. La rete si sta spaccando anche circa la “rigiocabilità” di questo titolo, chiedendosi se l’acquisto della Director’s Cut da parte di chi ha già finito il gioco sia un acquisto saggio. Credo che l’acquisto sia davvero obbligato per chi non ci ha mai giocato. L’ho amato, Death Stranding, e mi ha prosciugato, stremato, emozionato, incuriosito, confuso e alla fine soddisfatto. Superare le prime ore di gioco è una specie di “test“, e la Director’s Cut implementa tutta una serie di tools che ci permettono un approccio migliore al gioco, per evitare la sensazione di scoraggiamento che qualcuno potrebbe provare di fronte al simulatore di Amazon senza furgoncino.
E per chi l’ha già finito? Ai posteri l’ardua sentenza: io sono contento di averci rimesso mano, e il prezzo irrisorio dell’upgrade (10€!) viene totalmente ripagato dallo spettacolo davanti ai nostri occhi. Inoltre quella PlayStation 5 è l’unica versione disponibile, e può far contenti tutti coloro che desideravano il titolo sulla nuova console.
Death Stranding si ama o si odia, e io lo amo.
Nerdando in breve
Torniamo in America con Death Stranding Director’s Cut, edizione definitiva del titolo di Hideo Kojima che ci porterà in una storia così particolare da non poter essere raccontata, ma solo vissuta. Da oggi, con tutta una serie di aggiunte che amplieranno ulteriormente l’esperienza di gioco!
Trailer
Ringraziamo Sony per averci fornito la copia di Death Stranding Director’s Cut per questa recensione.
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