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NerDisney #0 – La guida ai Classici Disney, parte seconda

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La morte di Walt e il Medioevo Disney

Nel 1966 poco prima dell’uscita de Il libro della Giungla (1967) muore Walt Disney. La morte del fondatore getta gli studios in un decennio abbondante di enormi difficoltà. Senza l’incredibile visione di Walt e con il progessivo pensionamento di tutti gli animatori storici l’animazione Disney attraversa un periodo di crisi. Se un film come Gli aristogatti (1970) beneficia ancora della visione del fondatore, dal successivo Robin Hood (1973) iniziano a vedersi le prime crepe, con il riciclo di personaggi e sequenze, reso possibile dal processo Xerox.

Ma è il decennio successivo a inasprire la crisi. Red & Toby (1981) ma soprattutto Taron e la pentola magica (1985) furono due flop artistici prima che di pubblico. A questo si dovette aggiungere l’esodo di alcune leve molto promettenti come Don Bluth che per i successivi 15 anni farà concorrenza grossa agli studios che l’avevano formato.

Dalla crisi però nascono nuove opportunità, con una nidiata di nuovi animatori che piano piano si affermano e portano in dote freschezza artistica e nuovi approcci tecnologici. Servono due film di riscaldamento come Basil l’investigatopo (1986) e Oliver & Company (1988) ma nel 1989 è tutto pronto al grande ritorno.

Il Rinascimento Disney

Nel 1989 esce infatti La Sirenetta, clamoroso successo di pubblico e critica che riporta gli studios in territori più noti. Tra animazioni spettacolari e canzoni indimenticabili, La Sirenetta ritrova la formula magica dell’epoca d’oro. Si apre un decennio di enorme successo.

Dopo il dimenticabile Bianca & Bernie nella terra dei canguri (1990), gli studios piazzano tre giganteschi successi: La bella e la bestia (1991), Aladdin (1992) e Il re leone (1994), tuttora tra i più amati e più visti film d’animazione di sempre. La bella e la bestia divenne anche il primo film animato nominato come miglior film agli Oscar, mentre Il re leone fece crollare una sfilza di record d’incassi.

Nella seconda parte del decennio usciranno una serie di film sempre di successo e sempre molto amati come Hercules (1997) e Mulan (1998). Gli anni novanta e il millennio si chiusero con una doppietta che diede il via anche al più sperimentale periodo successivo: Tarzan e Fantasia 2000.

L’era sperimentale o secondo Medioevo

Con il secondo millennio si apre un periodo complesso, fatto di chiusure e licenziamenti, con tanti progetti diversi che mostrano la confusione attorno agli studios. I successi dell’animazione 3D di Dreamworks e Pixar mostrano una Disney in ritardo e forse lontana dai gusti del pubblico, che non vince per anni l’appena creato Oscar come miglior film animato.

In questo periodo escono alcuni flop costosi come Dinosauri (2000) e Il pianeta del tesoro (2002), film poco memorabili come Koda, Fratello Orso (2003) e Mucche alla Riscossa (2004) oltre a film onestamente brutti come Chicken Little (2005). Tra le poche produzioni azzeccate si contano solo Le follie dell’imperatore (2000) – che comunque non fu un grande successo di pubblico e venne fuori da una produzione molto travagliata – e Lilo & Stitch (2002).

La situazione cambia nel 2006, quando Disney decide di comprare Pixar direttamente e il suo direttore John Lasseter assunse il ruolo di direttore creativo degli studios Disney.

Il Revival Disney

Lasseter spinge ancora più concretamente per la produzione di film in animazione 3D. Inizia subito a mettere le mani su Bolt (2008), già in produzione e pesantemente modificato dal nuovo direttore creativo. Si vedono già dei miglioramenti a livello creativo.

Dopo un ultimo hurrà dell’animazione tradizionale con La principessa & il ranocchio (2009) e Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 Acri (2011), gli studios si concentrano sull’animazione 3D e tornano alle origini favolistiche con Rapunzel (2010), primo grande successo di pubblico da parecchio tempo.

I film successivi vanno ancora meglio. Ralph Spaccatutto (2012) è un un buon antipasto, ma con Frozen (2013) Disney realizza un incasso strepitoso e mette le mani per la prima volta sull’Oscar come miglior film animato. Il successivo Big Hero 6 (2014) fa fruttare la recente acquisizione di Marvel Comics e vince nuovamente l’Oscar. Stessa cosa per Zootropolis (2016), che in più è un altro clamoroso successo di pubblico.

L’addio di Lasseter e il futuro

John Lasseter lascia il suo ruolo nel novembre del 2017 dopo accuse di sessismo, prima in maniera provvisoria e poi da giugno 2018 in maniera definitiva. Viene sostituito da Jennifer Lee, regista di Frozen e prima donna assunta come direttrice creativa alla Disney.

In questo periodo escono i seguiti di Frozen e Ralph Spaccatutto e Raya e l’ultimo drago. Il Covid-19 e la chiusura delle sale cinematografiche hanno sicuramente avuto il loro impatto, con Raya posticipato e poi uscito direttamente sulla piattaforma di streaming Disney+. Al momento è in programma un solo nuovo classico, Encanto, in arrivo in autunno, più due ancora senza nome in uscita nei prossimi anni.

Nel mentre la Disney è cresciuta a dismisura ed è ormai un gigante dell’intrattenimento. Il fascino dei classici resta sempre immutato e la casa madre lo sa bene. Negli ultimi anni infatti sta producendo a getto continuo remake in live-action dei suoi classici più famosi, sempre con buoni riscontri di pubblico, cresciuto e amante degli originali. Il successo di questi remake non deve però farci dimenticare la magia degli originali.

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