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Raya e l’ultimo drago – Il classico dirompente

Raya e l'ultimo drago

Recensione

Raya e l’ultimo drago è il 59° classico Disney: pensato per uscire nel 2020, ha subito il pessimo tempismo della pandemia e, dopo lunga riflessione è finalmente arrivato al cinema (e contemporaneamente su Disney+ con accesso VIP) nel marzo 2021.

Il film ha risentito del periodo che il mondo vive, che lo ha penalizzato a livello di distribuzione ed è davvero un peccato perché Raya è l’ultimo drago è un classico atipico e dirompente, che porta nuova linfa a al panorama Disney.

Personalmente avevo aspettative altissime (una principessa Disney che maneggia una spada, anni dopo Mulan: non poteva che rubarmi il cuore) e devo ammettere che sono state ampiamente confermate, se non addirittura superate. Raya e l’ultimo drago ha saputo stupirmi come non mi sarei aspettata grazie a una storia matura e diversa dal solito, che punta il focus su argomenti nuovi, a una grafica da capogiro e a personaggi ben scritti e sfaccettati. Un capolavoro? Per me ci va molto, molto vicino!

Trama

Il regno di Kumandra vive in pace e prosperità grazie alla collaborazione con i potenti draghi. Quando però la minaccia degli spiriti maligni Druun si abbatte sulla regione, distruggendo e pietrificando tutto quello che trova sul suo cammino, solo il sacrificio dei draghi salva il regno dalla rovina.
L’eredità dei salvatori nel regno consiste in una gemma luminosa, unico oggetto in grado di tenere lontani i Druun e di preservare l’armonia, custodita nel regno di Cuore.

500 anni dopo Raya, figlia del sovrano di Cuore, si allena per diventare la guardiana della gemma. Durante una festa in cui i capi di tutti gli altri villaggi, Coda, Artiglio, Zanna e Dorso, la cupidigia e l’invidia degli altri sovrani e un inganno ad opera di Namaari, principessa di Zanna, portano alla distruzione della gemma in cinque parti e alla conseguente caduta del regno. Senza più nulla a proteggerlo, Kumandra viene invaso dai Druun e sono moltissimi gli abitanti a subirne le conseguenze, tra cui il padre di Raya.

Anni dopo, Raya attraversa Kumandra in compagnia del fedele Tuk Tuk, della sua spada e del frammento di gemma che ha salvato dalla catastrofe: il suo obiettivo è visitare tutti i fiumi per poter trovare e risvegliare Sisu, l’ultimo drago. Quando finalmente ci riesce, si rende conto che l’unico modo per fermare i Druun è quello di riunire tutti i frammenti di gemma, in modo che Sisu possa essere investita dei poteri di tutti i draghi e sconfiggere la terribile minaccia.

Le due partono quindi alla ricerca ma lungo il percorso troveranno molte insidie e Raya dovrà imparare a fidarsi nuovamente degli altri.

Stile

Lo devo ammettere: non mi aspettavo un film così dalla Disney. Raya e l’ultimo drago si rivela un’opera davvero matura, in grado di affrontare tematiche profonde come il tradimento, la solitudine, la fiducia. L’evoluzione, rispetto al passato, è evidente già nella tematica scelta ma si fa largo ancora di più nella storia, originale e diversa dal solito, e nei personaggi, che sono adorabili (mi sono letteralmente innamorata di Sisu) e incredibilmente realistici, sfaccettati e approfonditi.

Altra differenza, di cui inizialmente temevo di sentire la mancanza, è che contrariamente ai classici a cui siamo abituato in Raya e l’ultimo drago non ci sono canzoni. È una scelta in linea con la maturità del film, che non si concede digressioni in chiave musical che sospenderebbero la narrazione ma sceglie il realismo, procedendo spedito sui suoi binari. Come dicevo, temevo mi sarebbero mancate le canzoni, essendo un elemento così caratterizzante di questo tipo di film e invece devo ammettere che, durante la visione, mi sono a malapena accorta della loro assenza: Raya e l’ultimo drago funziona talmente bene che fa dimenticare subito il cambio di rotta e conquista con il suo ritmo serrato.

Grafica

L’aspetto grafico si merita il suo momento di gloria: è incredibile il lavoro fatto per Raya e l’ultimo drago. La computer graphic Disney ha fatto passi da gigante, ce ne eravamo già accorti, ma in questo lungometraggio animato ha saputo superarsi.
Il livello di dettaglio è semplicemente incredibile, nei paesaggi ma anche nei personaggi. Vi invito ad ammirare in particolare la resa dei capelli: ne resterete colpiti.

Concludendo

In conclusione, Raya e l’ultimo drago si rivela un autentico gioiellino che regala di più di quanto lasciasse intendere dai trailer.
Una storia intensa, personaggi incredibili, una grafica da restare a bocca aperta: in questo film c’è tutto quello che serve per continuare la tradizione dei classici Disney, scardinandola dall’interno e portandola a nuova vita.
Davvero un ottimo lavoro. E ora che è disponibile a tutti gli abbonati Disney+, direi che non potete davvero lasciarvelo scappare!

Nerdando in breve

Raya e l’ultimo drago è il classico Disney che non ti aspetti: diverso, profondo e coinvolgente, vale di più di quanto sembra e vi conquisterà.

Trailer

 

 

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