Ed è con immensa gioia che alle 23 di giovedì 27 maggio 2021, Sony mostra 15 minuti di gameplay di Horizon 2: Forbidden West, il promettente seguito di Horizon Zero Dawn.
Cosa vediamo nel video
Tutto ha inizio con Aloy che presta assistenza a un uomo ferito, probabilmente precipitato in seguito a uno schianto. La nostra protagonista, dopo aver prestato soccorso, esce da una grotta naturale e il gioco passa in mano nostra. Dopo pochi passi in riva al mare, con gabbiani cicciotti e altri elementi naturali appartenenti a una flora e una fauna realistica che addobbano i paesaggi spettacolari, ecco comparire nuove macchine.
Inaspettate creature si guardano intorno alla ricerca di una preda, Aloy si nasconde nel fogliame proprio come nel primo capitolo, ma ecco il primo plot twist: spunta una macchina, cavalcata da una persona a noi sconosciuta. Altri esseri umani hanno forse imparato l’arte dell’override? Per scoprirlo, Aloy si tuffa in mare e insegue le bestie meccaniche, dopo un brevissimo scontro grazie al quale apprendiamo la presenza di nuove armi (fra le quali, una bomba disorientante).
Seguendo le tracce delle macchine, la non più emarginata, colei che ha saputo radunare i Nora fuori dal proprio villaggio, ne scopre un altro, abitato da umani che si mostrano molto ostili non solo con lei: compare una nostra vecchia conoscenza, Erend, catturato prigioniero.
Aloy fa di tutto per liberarlo, e nella sua brevissima ricerca dell’amico, la vediamo eseguire l’override su una delle nuove macchine. A cavallo di quella che sembra l’evoluzione di una vedetta, ecco che la nostra eroina inizia uno scontro a colpi di arco e frecce contro un mecha-olifante (disclaimer: non è davvero un olifante meccanico, è che il combattimento ricorda molto l’epica scena del Ritorno del re, in cui Legolas abbatte un olifante che “conta comunque per uno”).
Abbattuto il grosso mostro e liberato Erend, il duo inizia ad analizzare una mappa olografica, sulla quale viene mostrato l’occhio di un ciclone che si avvicina minaccioso. Indovinate in che direzione dovranno dirigersi per scoprire il Forbidden West? E con questa scena termina il gameplay, del quale vi lascio il video (in inglese) qui di seguito:
Due parole dagli autori
Finché hanno ancora l’attenzione degli spettatori, Mathijs De Jonge (game director) e Ben Mccaw (narrative director) entrano un po’ più nel dettaglio di quelle che saranno le novità specifiche introdotte in Horizon Forbidden West.
Mccaw ricapitola la storia fino a qui: Horizon è ambientato mille anni dopo una catastrofe globale, con tribù primitive ben lontane dall’essere la specie dominante. La Terra è ora controllata da macchine giganti, estremamente pericolose (e chiunque si ricordi gli scontri con divoratuono e avistempesta del primo capitolo, sicuramente non si sorprenderà per queste affermazioni).
La peculiarità del Forbidden West è però una strana luce rossa che si dirama ovunque, raggiungendo ogni anfratto e andandosene solo dopo aver distrutto ogni forma di vita. Indovinate chi è l’unica che può fermare questa strana luce rossa? Proprio lei, ma per riuscirci, Aloy e chi l’aiuterà dovranno esplorare tutto il mondo dimenticato, alla ricerca delle tecnologie necessarie per debellare quello che probabilmente è l’ultimo residuo di Ade.
Èd è proprio grazie a Erend che Aloy riesce a impossessarsi di un pezzo cruciale per compiere la sua nuova missione: quell’olomappa che vediamo comparire a fine gameplay, recuperata nei resti di una San Francisco ormai irriconoscibile (nella quale, se il mio ingelese non è troppo arrugginito, ci ritroveremo anche noi nel corso del gioco).
Nuove armi e potenziamenti
Per affrontare l’impresa, chi ha sviluppato il gioco ha deciso di dotare Aloy di nuove armi e gadget. Grazie al focus (già presente in Horizon Zero Dawn), è ora possibile trovare anche punti di appiglio altrimenti invisibili, grazie ai quali sarà possibile arrampicarsi sugli alberi e raggiungere alture più comode per sfuggire alle bestie meccaniche.
C’è anche la possibilità di lanciare la corda per arrampicarsi e scalare pareti di roccia (ricordiamo che nel primo titolo la corda serviva solo per scendere da alti pendii, compiendo sempre salti acrobatici ma inutilmente rocamboleschi); raggiunte alture propinque, è ora possibile compiere degli scatti in avanti “in aria”: non vola in senso stretto, ma ora Aloy può attraversare brevi tratti di cielo compiendo più salti consecutivi, quasi volando. L’atterraggio? Nessun problema! Un paracadute olografico sarà la nostra salvezza.
Inoltre, sarà possibile prolungare il tempo di permanenza sott’acqua rispetto ai tempi limitati del primo titolo, ed effettuare l’ovverride su macchine che -finalmente- potranno accompagnarci in battaglia come prodi destrieri.
Ovviamente non mancheranno combo particolari, modifiche (anche temporanee) alla lancia e all’arco, adattabili a ogni tipo di combattimento. Ritroviamo le frecce incendiarie, alle quali pare sia stata potenziata la carica esplosiva, ma è invece una novità la presenza di bombe fumogene che confondono le macchine.
Va da sé che non bastano 15 minuti per esaurire le nuove armi e macchine che Horizon Forbidden West aggiunge al capitolo precedente, (e per fortuna, aggiungerei), ma Mathijs e Ben ci lasciano intendere che quanto visto sia solo un assaggio di ciò che troveremo in un capitolo che si preannuncia ricco di nuovi elementi.
Conclusione
Ben Mccaw conclude lo State of Play parlando della missione di Aloy, che dovrà combattere contro i ribelli, e per sconfiggerli non potrà fare a meno di esplorare l’open world, scoprendo il segreto che si cela dietro il loro potere e in che modo questo sia implicato nella luce rossa, nel ciclone che crea e che lei dovrà fermare.
In particolare, aggiunge Mccaw, “This is just one of the mistery show unravel, as the journey to the Forbidden West has many twists in turn.” lasciandoci intendere che forse anche questo secondo capitolo conterrà missioni secondarie, grazie alle quali ci sarà possibile conoscere nuovi personaggi e ampliare i risvolti narrativi del gioco.
Riuscirà Horizon Forbidden West a soddisfare le altissime aspettative (della sottoscritta) o, in generale, a eguagliare quella meravigliosa creatura del suo predecessore? Ai posteri l’ardua sentenza.
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