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Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness – Come Lovecraft avrebbe scritto un’avventura grafica

Recensione

Confesso di essere uno di quelli che NON è cresciuto leggendo i racconti del maestro dell’orrore Howard Phillip Lovecraft, anzi. L’ho sempre piuttosto ignorato.

Pur essendo circondato da persone che lo adorano, da una cultura pop che è permeata da richiami, citazioni e omaggi ai lavori del solitario di Providence, e pur possedendo un voluminoso omnibus con tutta la sua produzione, ho cominciato a leggere qualcosa di HPL soltanto pochissimi mesi fa. E l’ho fatto in principio perché volevo porre fine a questa mia mancanza culturale.

Ma poi qualcosa è cambiato: le atmosfere, la prosa, l’idea che c’è dietro mi è piaciuta, mi ha attratto e rapito fino al punto che è arrivato il momento di approfondire anche le opere che in qualche modo pagano tributo a quel famosissimo corpus di racconti che è il ciclo di Cthulhu.

Mi si è aperto un mondo: ho scoperto che tantissime opere che conoscevo sono in qualche modo figlie dello stesso universo immaginario, così importante per la cultura pop che conta legioni di appassionati fedeli.

E tra di loro devono esserci assolutamente gli sviluppatori di PsychoDev, altrimenti non si spiega come siano riusciti a profondere cotanto amore nella loro neonata creatura: Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness, un’avventura punta e clicca basata proprio su alcune delle opere più famose di Lovecraft.

Guarda caso è capitata l’opportunità di testare il gioco prima dell’uscita proprio nel momento in cui mi sono infognato con Lovecraft, e non potevo farmela sfuggire. Grazie del tempismo e dell’opportunità, PsychoDev!

Piccola nota: incontrai gli sviluppatori di Mountains of Madness proprio quando si apprestavano ad affidarsi ad una campagna di finanziamento su Kickstarter, e già allora il titolo mi aveva particolarmente attratto. E possiedo ancora la spilletta.

Dopo il successo del Kickstarter, il gioco sarebbe dovuto uscire nel febbraio 2021; rimandato per avere il tempo di raffinarlo, finalmente dal 23 marzo è disponibile sui nostri PC.

E ora io ve ne parlo, che bello!

Ispirazione e antefatto

Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness è il secondo capitolo di una saga cominciata nel 2017 con un primo capitolo chiamato proprio Chronicle of Innsmouth che, ahimè, posseggo ma che non ho mai giocato, perché il backlog è un brutto mostro, peggio di uno Shoggoth.

Il gioco si può giocare anche indipendentemente dall’aver completato il primo capitolo, perché un riassunto delle vicende ci viene presentato all’inizio di una nuova partita: ovviamente averlo giocato è sempre meglio, è chiaro. Non fate come il sottoscritto.

Comunque, se il primo capitolo era ispirato al famoso racconto “L’ombra su Innsmouth“, questo seguito trae ovviamente ispirazione da “Alle montagne della follia“, altro famosissimo racconto (quasi un romanzo, direi) del solitario di Providence.

La “ridente” Innsmouth…

Ma non lasciatevi ingannare da questo: le ricerche di Lone Carter, il detective protagonista, non ripercorreranno pedissequamente le vicende del racconto, che anzi sono una ispirazione; piuttosto, a parte il nostro peregrinare per le vie di Arkham, arriveremo persino a vestire i panni dell’arabo pazzo Abdul Alhazred, autore del Necronomicon, e dello stesso Lovecraft, viaggiando nel tempo, nello spazio e…anche oltre.

No, non vi dico dove si trova questo posto.

Sulla trama non voglio dirvi di più, perché vi farei proprio un torto. Scopritela da voi, che è meglio. Noi siamo, da sempre, spoiler-free.

Gameplay

Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness è una classica avventura punta e clicca che pare provenire dal periodo d’oro di questo genere, gli anni ’90, con le innovazioni, però, della modernità, perlomeno per quanto riguarda l’interfaccia.

Giocandolo, risulta palese, oltre all’amore per l’opera di Lovecraft, anche la forte passione per il genere: nei panni di Lone Carter mi è sembrato di essere tornato adolescente, quando divoravo le avventure di LucasArts, Sierra e Revolution; all’epoca l’industria videoludica era molto più acerba di oggi, e le avventure grafiche erano forse il genere più semplice per poter raccontare una grande storia.

Nonostante il tempo trascorso, le avventure grafiche, date per spacciate anno dopo anno, continuano a regalare belle perle, sia evolvendosi, sia riproponendo, con il furbo occhio della nostalgia, delle meccaniche che alla fine non sono mai troppo invecchiate, perlomeno all’occhio di giocatori di una certa età.

PsychoDev parla, con questa sua opera, proprio a coloro che amano ancora immergersi pienamente in una storia, risolvendo enigmi, leggendo dialoghi e mettendo in moto il cervello, più che i riflessi.

Da questo punto di vista, Mountains of Madness fa pieno centro: non si crogiola semplicemente nel suo appeal nostalgico, ma lo utilizza come mezzo per immergere il giocatore pienamente nella storia che vuole raccontare, con una sua forte identità e donandogli un’atmosfera invidiabile.

L’evoluzione rispetto al primo capitolo è particolarmente evidente: sparisce l’interfaccia a verbi, lo schermo si allarga, la pixel art si fa più definita, le animazioni molto migliori.

La storia è davvero avvincente e ben narrata, e come tutte le grandi avventure, decidere di spegnere il pc ed andare a dormire non è affatto semplice: ottimo il lavoro dei ragazzi di PsychoDev, che hanno fatto centro per quanto riguarda il rimo della storia, e per la trama, costruita attorno ai racconti, ricca di citazioni e rimandi, ma originale e in grado di incuriosire. I fan di Lovecraft possono sentirsi al sicuro, perché impazziranno nel notare dettagli e richiami ai vari racconti del ciclo.

Si, ci sono tante citazioni.

I dialoghi sono convincenti e il mood muta con saggezza tra il serio, il drammatico e anche lo spiritoso nei giusti momenti, senza mai risultare sconveniente. Un omaggio, forse, all’umorismo lucasiano dei bei tempi, che non stempera l’atmosfera ma, anzi, la rende molto più vivida e partecipata.

Anche gli enigmi, aspetto fondamentale per le avventure grafiche, non deludono: non dovremo fare quasi mai voli pindarici o pensare robe assurde, ma alcuni saranno belli duri da risolvere, per quanto tutti logici e risolvibili con il ragionamento.

A tal proposito, voglio condividere con voi la grossa soddisfazione dell’aver provato, dopo tantissimi anni, la bella sensazione di utilizzare carta e penna per risolvere un enigma. E mi è piaciuto molto.

Grafica e sonoro

Come già citato nel paragrafo precedente, la grafica del gioco è molto migliorata rispetto al capitolo precedente: passiamo ad una risoluzione di 640×360, che chiaramente si adatta a quella dello schermo, e sfoggia una bella pixel art che senza problemi ci immerge nelle atmosfere dell’epoca e della trama che il gioco va a narrare; insieme alle buone animazioni, il quadro che si compone è ottimo dal punto di vista visivo.

No, non vi dico neanche dove si trova questo, di posto.

Da notare che gli intermezzi video sono animati con una grafica da “fumetto”, un espediente interessante per spezzare dalla grafica del gioco, che forse non sarebbe risultata così incisiva per quei precisi frangenti.

Se devo proprio trovare un problema al comparto grafico, ma sto badando di certo al capello, a volte i modelli dei personaggi sembrano sproporzionati con certe inquadrature. Ma davvero nulla di che, sia chiaro.

Per quanto riguarda il sonoro, ho solo belle parole da spendere per Mountains of Madness: sia la colonna sonora è molto azzeccata, ma anche il doppiaggio (presente solo in inglese) è davvero ben fatto.

In conclusione

Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness è arrivata sul mio PC nel momento perfetto: avevo voglia di un’avventura punta e clicca, perché non ne giocavo seriamente da tempo, e perché è il periodo in cui sono infognato per la prima volta con l’opera di Lovecraft.

E il risultato è che non posso che congratularmi con PsychoDev per l’ottimo lavoro svolto, ma soprattutto per l’amore profuso nella loro opera, che traspare in ogni pixel, e non è affatto un qualcosa di banale.

Non ho giocato al primo capitolo della saga, ma di certo recupererò presto perché un lavoro fatto con tanta perizia merita attenzione e perché, soprattutto, si tratta proprio di un bel titolo: divertente, sfidante, con una bella trama e che tiene incollati allo schermo.

Sinceramente, non posso fare altro che consigliarvelo!

Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness è disponibile dal 23 marzo per PC, su Steam, al prezzo consigliato di 17,99 €, doppiato in inglese, ma per il resto tutto in italiano. Esiste anche una versione boxata, ma se ho capito bene è riservata ai backer della campagna Kickstarter.

Nerdando in breve

Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness è un’ottima avventura grafica vecchio stile, che trasuda amore per Lovecraft da tutti i pori!

Nerdandometro: [usr 4.0]

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