In questi giorni Marte è tornata prepotentemente di moda, tra vari progetti spaziali e il mai sopito sogno di colonizzazione. E quindi noi di Nerdando abbiamo deciso di esplorare il Pianeta Rosso nel mondo nerd. Nessuna rassegna del genere può essere completa senza parlare di John Carter.
Il primo esploratore spaziale
John Carter fu creato nel 1912 da Edgar Rice Burroughs, futuro creatore anche di Tarzan. La sua prima apparizione è nel romanzo, uscito a puntate, Sotto le lune di Marte, uscito in Italia anche come La principessa di Marte, John Carter e John Carter e la principessa di Marte.
Da quel momento appare come protagonista principale del ciclo di Barsoom, composto da 11 romanzi che Burroughs scrisse tra 1912 e 1964. Di questi, Carter è il protagonista indiscusso dei primi tre, Sotto le lune di Marte, Gli dei di Marte e Il signore della guerra di Marte. In molti degli altri è tra i protagonisti mentre in alcuni non compare proprio.
Ma che personaggio è John Carter? Reduce della Guerra Civile, combattuta con l’esercito sudista, è originario della Virginia. Dopo la guerra diventa cercatore d’oro in Arizona e per sfuggire ai nativi americani si rifugia in una caverna che lo trasporta misteriosamente su Marte.
Marte nell’universo di John Carter viene chiamato Barsoom dai nativi. Gli abitanti del pianeta sono umanoidi e sono o marziani rossi o marziani verdi, con qualche presenza di altre specie. I marziani rossi sono in tutto e per tutto uguali agli uomini, anche se vivono più di mille anni, hanno la pelle ramata e sono ovipari. I marziani verdi invece sono alti 4 metri, sono verdi, hanno quattro braccia e le zanne.
Ovviamente Marte è un pianeta desertico, rosso di nome e di fatto, dove l’acqua scarseggia ed è fonte di dispute tribali. Infatti i marziani sono divisi in città-stato semi alleate tra loro e in costante battaglia. John Carter finisce per essere al centro di queste battaglie.
Carter rimane per molto tempo su Marte, dove grazie alla minor gravità rispetto alla Terra è più rapido e forte dei locali – espediente poi ripreso per un certo personaggio di Krypton. Finisce anche per sposarsi con l’altro grande personaggio della saga, Dejah Thoris, la principessa di Helium da cui ha due figli, anch’essi protagonisti dei libri di Burroughs.
Fantascienza prima della fantascienza
I romanzi di John Carter furono un successo clamoroso e fecero diventare Burroughs una star. Oggi sono un po’ in secondo piano, anche all’interno della bibliografia di Burroughs, fagocitata com’è da Tarzan. Eppure come detto furono non solo un successo di pubblico ma anche una gigantesca influenza su tutta la fantascienza e il fantasy del 20° secolo.
I libri sono in effetti un mix tra i due generi, tanto più che quando Burroughs scrisse non c’erano ovvie distinzioni tra i due. Barsoom è un mondo fantasy semi-medievale, solo che invece degli orchi ci sono i marziani verdi. Inoltre Burroughs fu uno dei primi a dare profondità al proprio mondo, creando razze e lingue perdute. Certo, in un modo elementare, ma è un’idea che è rimasta, da Tolkien a Star Trek, passando per Game of Thrones.
Essendo un personaggio così noto e in giro da così tanto tempo, John Carter è apparso un po’ ovunque, seppur con una notevole sfiga che ha contribuito a farlo finire un po’ nel dimenticatoio.
Già negli anni ’30 si pensava di farne una striscia a fumetti, sulla scia di Tarzan, ma poi ci furono problemi di diritti e a fregargli la fama furono Buck Rogers e sopratutto Flash Gordon, che riprende da John Carter e dal suo mondo più di un elemento. Quando finalmente uscì come striscia a fumetti, era tardi. E non aiutò che la prima striscia uscì il giorno dell’attacco a Pearl Harbor.
Nei decenni successivi ci provano diverse case editrici, incluse DC e Marvel, che negli anni ’70 era a caccia ossessiva di license che replicassero il successo di Conan. È la seconda a realizzare una delle versioni migliori, con una serie durata 28 numeri, John Carter – Warlord of Mars, scritta da Marv Wolfman e disegnata da Gil Kane.
Dal 2010, grazie alla semi-fine dei diritti d’autore, è Dynamite Entertainment a rilanciare i fumetti del personaggio, con una serie di adattamenti dei romanzi, più una serie prequel su Dejah Thoris in cui la principessa sfodera tutte le sue…uhm, qualità.
La sfiga di essere primi
Se a fumetti la situazione è stata quantomeno dignitosa, al cinema invece è stato sempre un disastro. Già negli anni ’30 Bob Clampett, uno dei più grandi animatori di sempre, parlò a Burroughs di un’idea per un film animato sull’eroe ma non se ne fece niente.
Bisogna aspettare il 2009 per un primo orrendo film, Princess of Mars, a cura della casa di produzione a basso budget Asylum, famosa per Sharknado. Il film ha tra i “meriti” quello di scritturare una ex-pornostar come Dejah Thoris, andando dritto al cuore del personaggio.
Peggio ancora farà la produzione mainstream del 2012 John Carter, nonostante la produzione Disney e la regia di un ex animatore Pixar come Andrew Stanton. Il film costò una fortuna ed ebbe la sfiga di finire in mezzo a beghe manageriali che lo condannarono all’ingiusto flop. Lungi dall’essere un film perfetto, ha però parecchie belle scene e azzecca benissimo il mondo creato da Burroughs.
Chissà se in futuro John Carter potrà tornare nei nostri schermi. Nel mentre ci sono sempre i libri da rileggere. O forse quando finalmente andremo su Marte scopriremo che Burroughs aveva ragione e in effetti ci sono marziani rossi e verdi in lotta per il predominio.
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