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WandaVision – Tra TV e l’universo condiviso

Recensione

Così siamo arrivati alla fine di WandaVision, dopo due mesi. Avevo fatto una breve recensione delle prime due puntate quando sono state rilasciate, interrompendo altri giudizi in attesa della fine. Lo scorso venerdì è arrivata la fine con la nona puntata un pelo più lunga del normale. Facciamo quindi il punto, con necessari ma si spera non troppo invadenti spoiler.

Trama

Wanda e Visione si trovano in un casetta suburbana a vivere una vita idilliaca ispirata alle sit-com americane. Più passa il tempo però e più è evidente che c’è qualcosa che non va. All’esterno della vita suburbana di Westview, gli agenti dello S.W.O.R.D. cercano di capire che fare e come reagire.

Insomma, io l’avevo sospettato dopo i primi due episodi che non poteva andare così per tutta la serie. Dopo tre episodi tutti dedicati all’omaggio televisivo, WandaVision tira un po’ il freno, alternandosi tra il mondo reale e il mondo televisivo di Wanda, quasi fino all’ultimo.

C’è tempo quindi per omaggi agli ’80, ’90 e ’00, ma con meno profondità rispetto alle prime puntate. Viene anche meno l’effetto sorpresa e straniante delle prime puntate, mentre la realtà creata da Wanda crolla attorno a lei. Diciamo che capisco, ma sarebbe stato più coraggioso fare tutta la serie sul tono delle prime puntate. Invece dalla quinta puntata si ritorna su binari più tradizionali al MCU.

Considerazioni sparse

Il colpo di scena su Agnes era tale solo per chi non ha mai letto un fumetto su Scarlet o ha vissuto su Marte tra una puntata e l’altra. Se non altro è ben sviluppato e interessante, ma un pelo tirato via, visto che arriva negli ultimi due episodi. Probabilmente l’attrice Kathryn Hahn è la mia MVP della serie, insieme a Elizabeth Olsen.

Olsen si carica tutto il personaggio e la serie sulle spalle e tutto il dramma funziona perché lei lo fa funzionare. Insomma, alla fine la scelta di casting iniziale è vendicata. Inoltre c’è molta alchimia con Paul Bettany, che insomma è il minimo sindacale per far funzionare una storia del genere.

Per me bocciatissimi i due ragazzini, veramente insopportabili. E pure Monica Rambeau (Teyonah Parris) dopo un inizio promettente diventa in fretta un personaggio monocorde e abbastanza noioso. Bellissima comunque la scena flashback quando lei torna dallo snap e di certo avranno modo di svilupparla meglio in futuro.

Sottile la trollata fatta ai fan con Pietro Maximoff interpretato da Evan Peters. È la seconda volta che i fan vanno in brodo di giuggiole sperando nel multiverso ed è la seconda volta che i Marvel Studios li fregano. Personalmente, che tramite questa serie potessero introdurre il multiverso e/o gli X-Men mi è sempre sembrata una cosa impossibile. Se e quando lo faranno sarà in un film, non in una serie in streaming. Infatti alla fine hanno lasciato indizi circa progetti già annunciati.

Alla fine la serie riscrive parzialmente le origini di Wanda, o quantomeno le allarga, aggiungendo che lei aveva sempre avuto qualche potere magico, dandole il titolo di Scarlet Witch. Così dopo più di cinque anni Wanda finalmente ha il suo nome di battaglia e pure il costume classico e non deve girare più come una goth del discount.

Tutto questo sembra una critica da cui potete estrapolare che non mi sia piaciuta la serie. In realtà mi è piaciuta, puntavo il dito a qualche elemento meno riuscito. Non raggiunge i livelli dei film, ma è più centrata di alcune serie Marvel uscite per Netflix. Vediamo le prossime serie per Disney+ come saranno in relazione a questa serie.

Concludendo

È chiaro che a questo punto serie e film Marvel sono tutte parte dell’affresco narrativo e chi c’è dentro con tutte le scarpe come me non può non trovare cose che apprezza sempre. Quanto tutto questo sia fruibile a uno spettatore occasionale e distratto non saprei. Magari abbasserà di una tacca la valutazione rispetto a me. Di certo non è un prodotto brutto o sviluppato male. Fondamentalmente ha il taglio di un film con la durata di una serie e dietro c’è tutta la macchina produttiva Marvel/Disney, incluse le scene post-titoli di coda, che ho trovato un po’ ridicole, francamente dopo episodi di 30 minuti. Ma insomma, qualcosa di bello lo si trova.

Nerdando in breve

Meno rivoluzionario del suo inizio, WandaVision porta il MCU nel piccolo schermo.

Nerdandometro: [usr 3.4]

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