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Japanese Film Festival – Stolen Identity: Black Mirror in versione orientale

Japanese Film Festival - Stolen Identity

Recensione

Il primo film con cui ho approcciato questo festival è stato per me una vera sorpresa. Mi aspettavo di avere a che fare con una trama semplice e tutto sommato poco impegnativa e mi sono ritrovata a fare un viaggio in una cultura che conosco davvero poco e che mi sta sorprendendo positivamente. Girato con un ritmo piuttosto sostenuto, Stolen Identity trascina lo spettatore nel vortice del danno all’immagine che uno strumento per noi ormai così essenziale come lo smartphone può generare nella vita di chiunque se mal utilizzato.

Dopo puntate e puntate di Black Mirror di certo ci siamo fatti una cultura sulla pericolosità di mezzi che di noi conoscono (e documentano) tutto: dove andiamo, cosa mangiamo, come e con chi passiamo il nostro tempo. Altra cosa è vedere come nella società giapponese in cui la privacy, l’immagine di sè che presentiamo al prossimo e l’attenzione con cui gestiamo i rapporti con chi ci circonda diventano fattori determinanti per il nostro inserimento nella società, una disattenzione possa costare cara.

Ho trovato molto interessante, aldilà della palese leggerezza con cui i protagonisti rischiano di rovinare il loro rapporto per una serie di errori, il rispetto che forse anche noi “occidentali” dovremmo qualche volta avere per il nostro privato, tutelando un po’ di più quello che ci riguarda. Fantastico il personaggio del giovane poliziotto ex informatico che riesce a risolvere il caso rendendo inutile il ruolo del commissario che lo guida.

Trama

Un po’ come nella migliore tradizione shakespeariana, il dubbio nell’amato rischia di far crollare la solidità di un rapporto apparentemente forte e trovandoci nella società moderna, il danno che un tempo facevano le malelingue adesso tocca al cellulare.

Asami e Tomita sono una giovane coppia molto innamorata. Entrambi belli, con un lavoro rispettabile e il sogno di poter vivere un giorno insieme come marito e moglie. Tomita è un ragazzo serio ed affidabile, che commette il comunissimo errore di dimenticare sul sedile di un taxi il proprio smartphone, preso dalla fretta per un importante impegno lavorativo. Asami è molto carina e piace a tanti dei ragazzi che lavorano con lei o con Tomita. Sfortunatamente lo stalker di turno che riesce ad impossessarsi dello smartphone di Tomita riuscirà ad allontanarli creando un sempre maggior numero di trappole in cui i due finiranno per cadere pericolosamente.

Progetto

Il film, il cui titolo originale è Sumaho o otoshita dake nanoni, è stato diretto nel 2018 da Hidei Nakata ed è tratto dal romanzo di Akira Shiga. Nel 2020 è stata realizzato il seguito Sumaho o otoshita dake nanoni: Toraware no satsujinki.

Nerdando in breve

Al Japanese Film Festival un interessante lungometraggio per conoscere meglio la cultura nipponica e l’approccio alle nuove tecnologie.

Nerdandometro: [usr 4.6]

Trailer

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