Recensione
Ah beh, e chi lo sa.
Chissà se è già nato, il primo essere umano che poserà per primo il suo stivalone sul suolo del Pianeta Rosso.
Chiunque ella/egli sia, gli auguro vivamente di non dover mangiare troppe patate come Matt Damon in un bellissimo film di qualche anno fa, ma di essere davvero l’apripista per una nuova fase della più grande avventura dell’umanità, quella tra le stelle.
In barba ai complottisti, che qui non sono ben graditi, quell’avventura cominciò più di sessant’anni fa quando una piccola sfera lucida con le antenne, proveniente da dietro la cortina di ferro, fece sentire la sua voce da lassù, aprendo quella incredibile competizione tecnologica, scientifica e militare che ora conosciamo come Corsa allo Spazio.
Da appassionato di spazio per piacere e per mestiere, trovo estremamente affascinanti quegli anni lì e, ovviamente, quando mi si offre l’occasione di poterli rivivere in “prima” persona, non ne perdo occasione.
Chiaramente non vi sto dicendo che ho trovato la macchina del tempo di Zapotec e Marlin nello scantinato, o che mi sto reincarnando in Korolev, ma che qualche giorno fa è uscito un videogioco, che come avrete intuito si chiama Mars Horizon, che ci mette proprio nei panni del capo di un’agenzia spaziale, e ci affida il grandioso compito di portare l’umanità a colonizzare Marte!
Opera di Auroch Digital, pubblicato da The Irregular Corporation (che ringraziamo per la possibilità di recensire il prodotto) e supportato ufficialmente da ESA (acronimo per European Space Agency, Agenzia Spaziale Europea), Mars Horizon è un gestionale che richiama per tematiche un mitico titolo degli anni ’90, quel Buzz Aldrin’s Race Into Space (di cui parlammo tempo fa), che ebbe un seguito spirituale nel 2014 chiamato Buzz Aldrin Space Program Manager, ma che per certi versi cerca di trovare un approccio tutto suo e più moderno al maestoso compito che ci accingiamo ad affrontare.
Più azzardato potrebbe essere il confronto con il celebre Kerbal Space Program, incredibile videogioco a tema spaziale, che però ha scopi e amplitudini del tutto differenti. Ma parleremo anche di questo.
Pronti a tornare negli anni ’60? Sento già l’inno sovietico in sottofondo…
Gameplay
Mars Horizon, come detto, è un gestionale che ci mette a capo di una agenzia spaziale, con l’intento di ripercorrere le tappe della Corsa allo Spazio a partire dal 1956, ma anche di proiettarci dove l’umanità non è ancora arrivata: lo scopo finale, infatti, è quello di portare per la prima volta un essere umano su Marte.
Le agenzie spaziali disponibili sono le cinque più importanti al mondo: oltre alla NASA e al Programma Spaziale Sovietico, veri protagonisti storici della corsa allo spazio durante la Guerra Fredda, potremo scegliere l’ESA (Agenzia Spaziale Europea), l’Agenzia Spaziale Cinese e la JAXA (Agenzia Spaziale Giapponese).
Sì, per i puristi potrà essere uno schiaffo in pieno volto, perché, ad esempio, ESA fu fondata nel 1972 e fu tutt’altro che protagonista all’inizio, ma senza dubbio poter scegliere fra cinque agenzie con caratteristiche differenti dona maggiore longevità al gioco, nonché la possibilità di introdurre una meccanica che riguarda proprio la diplomazia tra le fazioni.
Una volta scelta la nostra agenzia (che è anche personalizzabile a piacimento, se quelle proposte non ci soddisfano), ci troveremo di fronte alla schermata principale di gioco che è…la Terra, il nostro pianeta visto dallo spazio. È proprio da qui che partiremo per la nostra avventura ed è proprio intorno al nostro pianeta che saranno ambientate le nostre prime missioni, accessibili cliccando sulla Terra.
Mars Horizon è strutturato in turni da un mese e procede sostanzialmente per missioni. Esse sono divise in Milestone (ovvero, tappe fondamentali), come ad esempio primo satellite nello spazio, primo uomo nello spazio, e così via, e Richieste, ovvero missioni non obbligatorie che saranno sbloccate dopo aver raggiunto gli obiettivi delle suddette milestone. All’inizio le missioni riguarderanno solo la Terra, ma progredendo sbloccheremo la possibilità di visitare gli altri corpi celesti del nostro Sistema Solare, con missioni sempre più lunghe e complesse, fino ad arrivare alla missione finale, che ci permetterà di stampare la prima impronta umana sul suolo marziano.
Per poter compiere le missioni, chiaramente, avremo bisogno dei mezzi per poterlo fare, e per avere i mezzi innanzitutto bisogna inventarli: tramite apposita schermata accederemo quindi all’albero di ricerca, diviso in tre sezioni: una riguarda le missioni vere e proprie, tramite il quale sbloccare le necessità tecnologiche per arrivare sempre più lontano; un’altra, relativa ai lanciatori e a tutti i macrocomponenti per poterli assemblare, e l’ultima, relativa agli edifici del nostro quartier generale.
Parliamo un momento di questo albero tecnologico: purtroppo qui Mars Horizon ha secondo me sprecato una grossa opportunità, soprattutto riguardante la personalizzazione dell’esperienza di gioco in base all’Agenzia spaziale prescelta: gli alberi di ricerca infatti sono identici come percorso per tutte e 5 le fazioni, mentre variano ovviamente per quanto riguarda il nome dei lanciatori, delle navicelle e così via.
Per fare un esempio, le prime navicelle per umani si chiamano Mercury per gli USA, Vostok per l’URSS, e questo è bene; ma ciò che non mi è piaciuto è che ogni agenzia possa usare hardware storicamente di altre se non ha un suo equivalente. Il vettore Scout utilizzabile dall’URSS grida un po’ vendetta, eh.
Per portare avanti la ricerca, bisognerà accumulare una delle tre risorse del gioco, la scienza appunto, accumulata mese dopo mese secondo quantità variabili dipendenti da tanti fattori, tra i quali anche le missioni scientifiche che porteremo a compimento.
Come ogni buon ingegnere saprà, puoi inventarti quello che vuoi sulla carta, ma se non hai i soldi difficilmente riuscirai a realizzarlo. E serve anche qualcuno che te li dia, questi soldi. Ebbene, il budget in Mars Horizon dipende direttamente dal consenso che avremo da parte del governo e dall’opinione pubblica: meglio andremo, più alto sarà il budget che riusciremo ad ottenere. La terza risorsa è, quindi, il consenso.
Anche chi non è particolarmente amante della storia dell’esplorazione spaziale conoscerà sicuramente il nome di Cape Canaveral, luogo simbolo della corsa allo spazio e sede del mitico Kennedy Space Center, la più famosa base di lancio della NASA.
Ebbene, in Mars Horizon uno dei nostri compiti sarà anche quello di gestire e costruire la nostra base nonché quartier generale, ovviamente differente in base all’agenzia spaziale scelta: ciò si rifletterà graficamente nel paesaggio visualizzato nella schermata della base, che sarà brullo per i russi (come Baikonur), una giungla per gli europei (come Kourou), e così via.
La gestione del proprio quartier generale costituisce un vero e proprio minigioco: sostanzialmente avremo a disposizione una griglia quadrata sulla quale piazzare gli edifici, ciascuno dei quali con una sua forma peculiare e in grado di garantire dei bonus o dei malus in base all’edificio contiguo. La disposizione degli edifici diviene dunque un ulteriore strato di strategia da considerare, seppure non apporti degli sconvolgimenti decisivi; molto più importante è il fatto che dovremo sgomberare lo spazio da rocce e alberi e questa operazione costa molto in termini di budget.
Prima di lanciare una missione, è fondamentale assemblare il veicolo protagonista: una volta ricercate le componenti, tramite un’apposita schermata andremo a creare il nostro capolavoro ingegneristico, mettendo insieme pezzi di lanciatore e payload, rispettando vincoli di massa e capacità per permetterci di andare dove abbiamo deciso di andare. È anche possibile creare degli orrendi Frankenstein, perfettamente in grado, però, di compiere la propria missione.
Una volta pronti, finalmente il lancio: sulla rampa non potremo intervenire, se non per decidere un eventuale rinvio per meteo avverso; in base alla percentuale di affidabilità del lanciatore, andremo nello spazio o finiremo in una bella palla di fuoco.
Veniamo infine a ciò che accade dopo il lancio di una missione, la parte in cui Mars Horizon risulta più originale rispetto ai titoli suoi concorrenti. Infatti, mentre negli altri una volta lanciata la missione il PC risolveva tutto in automatico in base alle percentuali di riuscita, qui potremo intervenire durante ciascuna fase con un minigioco che ho gradito molto.
Nulla di difficile, ma un bel tentativo di rendere più frizzanti ed interattive questa parte del gioco: sostanzialmente per ogni fase della missione avremo la possibilità di eseguire alcune operazioni a scelta, che genereranno quattro tipi di risorse diversi, più l’energia (che rappresenta le batterie a bordo, in pratica). Il successo della missione richiederà un certo numero di queste risorse: una volta generate, la missione sarà considerata un successo!
Ovviamente, più la missione sarà lunga e complessa, più fasi saranno quelle del minigioco, continuando a farci sentire l’eccitazione dell’ansia finché tutto non si sia risolto con successo, seppur alla lunga il minigioco possa venire a noia, essendo sostanzialmente sempre lo stesso.
Ecco, nell’aspetto di coinvolgimento Mars Horizon cattura esattamente la sensazione che voglio da un gioco del genere: sentire ogni volta e fino alla fine quel brivido tipico dell’esplorazione spaziale, un mix tra l’incognita della riuscita, l’impotenza nell’intervenire una volta in ballo e la scommessa di tentare qualcosa di mai fatto prima, magari avendo azzardato una missione senza avere la matematica certezza della riuscita (ma quella non c’è mai, neanche nella realtà) ma solo per fregare gli avversari sul tempo della Corsa allo Spazio.
Su questo aspetto si può assolutamente dire che gli sviluppatori abbiano fatto centro in pieno, così come in quello prettamente educativo, grazie alla spacepedia interna che permette l’approfondimento della storia dell’esplorazione spaziale e di ogni singolo aspetto che incontreremo.
Grafica e sonoro
Mars Horizon è un gestionale, e come tale di sicuro non punta a strabiliare con effetti incredibili: la scelta è ricaduta su uno stile cel-shading che a me non dispiace affatto; la grafica è colorata, ma non cartoonesca e i modelli sono realizzati con la giusta cura. Questa scelta permette anche di tenere bassi i requisiti di sistema, abbordabili per la maggior parte dei PC odierni.
La parte sonora è giusta, ma ripeto, per un gestionale non è ciò che importa di più.
In conclusione
Il genere dei gestionali spaziali è di certo di nicchia, e ogni nuova uscita in questo ambito mi rende molto, molto felice, essendone io un appassionato.
Mars Horizon raccoglie la sfida cercando da un lato di essere il più accessibile possibile per tutti, non nascondendo anche un intento educativo; dall’altro, tenta di innovare ed essere più interattivo, nonché di includere più contenuti possibili: se dal punto di vista contenutistico alcune pecche fanno storcere il naso (come accennato in precedenza), dal punto di vista educativo e della sensazione restituita, la sensazione è che gli sviluppatori abbiano fatto un buon lavoro.
Siamo lontani dal livello di difficolta del vecchio BARIS, che sapeva essere punitivo e frustrante come pochi, e la gestione è più semplice rispetto al più recente Space Program Manager; le frecce a disposizione dell’arco di Mars Horizon risiedono nell’aspetto accattivante, nella tematica ben resa e nell’estrema accessibilità: non siamo di certo di fronte alla complessità di livello quasi ingegneristico di Kerbal Space Program, oltre che diverso nel genere.
Si poteva osare di più? Senza dubbio, soprattutto per limare la ripetitività della sezione dei minigiochi durante la missione o per differenziare maggiormente le agenzie spaziali e i loro alberi di ricerca. Ma dobbiamo ricordarci che non stiamo parlando di un tripla A (anche il prezzo molto budget dovrebbe chiarire questo aspetto) o di un titolo che ambisca a diventare pietra di paragone della profondità.
Mars Horizon è un piccolo titolo che vuole ispirare, spiegare come funziona un mondo sconosciuto ai più, e soprattutto far provare la sensazione che si prova nello sfidare la frontiera estrema dello spazio, semplificando e divertendo. E in questo, secondo me, riesce in pieno.
Mars Horizon è disponibile per PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch al prezzo consigliato di € 17,99
Nerdando in breve
Mars Horizon ci mette alla guida di una agenzia spaziale con l’obiettivo di mandare per la prima volta l’uomo su Marte!
Nerdandometro: [usr 3.7]
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