Sono le 20 e pochi minuti di un sabato sera pieno di zucche intagliate e ululati sinistri. Un Halloween che avremmo voluto trascorrere fra un concerto e un peschino, e che invece ci troviamo a passare davanti al pc, ascoltando Riccardo Zanotti che racconta al pubblico di Lucca Changes il suo incontro con la narrativa. Il frontman dei Pinguini Tattici Nucleari durante la quarantena ha sperimentato una nuova forma di scrittura, abbandonando la metrica dei testi e producendo Ahia!, il romanzo edito da Mondadori che sarà disponibile dal 3 novembre.
Nell’incontro Togliti di mezzo se vuoi campare a lungo, ci racconta cosa, secondo lui, definisce un buon romanzo: il fatto che il personaggio è caratterizzato non da cosa fa nel libro, ma da tutto il contesto nel quale è immerso. In Ahia! leggiamo di un ragazzo, tale Giovanni Cerioni, e del suo rapporto con il padre, in una cittadina ambientata in una valle dispersa fra le vecchie montagne. Voleva raccontare la figura del fallito, ispirandosi un po’ ai film di Sorrentino, che secondo lui riesce perfettamente a trasporla sul grande schermo.
Ma perché proprio un romanzo e non un’altra canzone? Perché la narrativa non sempre può essere incastrata nella metrica di una canzone, quantomeno, non lasciandogli il modo di esprimersi al meglio. Si sta allenando sul non essere capito, sia perché questo sicuramente lo renderà un artista migliore, ché l’unilateralità in arte stona, sia per diventare quel “poeta maledetto che attira l’attenzione alle feste”.
Quanto c’è di autobiografico in quel romanzo? Tanto, e infatti a chi parla della presenza di un ghostwriter risponde “Eh no! Mi ci sono sbattuto proprio tanto.” Ci sono degli errori che commette, delle inflessioni del suo carattere, espressioni gergali tipiche del bergamasco e tanto del suo vissuto. Nulla che un autore fantasma avrebbe potuto riprodurre.
Tutti i personaggi descritti sono bruschi, rifiutandosi di mettersi nei panni degli altri e cercando di far entrare gli altri nel loro. Questo perché i personaggi del libro sono come le montagne basse, quelle che sono state erose nel tempo dagli agenti atmosferici. Sono personaggi statici, geometrici, che cercano di omologarsi fra loro come se la morena dove vivono li avesse penetrati. Un po’ come due persone diversissime, che si ritrovano in ospedale con la stessa malattia. I protagonisti del libro quindi non sono tanto i personaggi o gli animali, ma la morena stessa, che è quasi un luogo religioso, una forma dell’anima, di cui però forse ci parlerà solo un domani.
Spesso si intende la provincia come un luogo morto, soprattutto se paragonato alle grandi città. A Rachele, personaggio del libro, spetta proprio la rivincita del provincialismo: “può sembrare un pezzo di muschio quasi morto e rinsecchito, ma se lo alzi, sotto ci trovi un intero ecosistema pieno di animali che brulicano e, soprattutto, vivono”. Questa è la morena. La chiave di lettura metafisica che si può dare al libro, è una visione religiosa e viva, probabilmente, ci dice, con un po’ di influenza della madre (laureata in teologia).
“Ahia!” è il titolo del romanzo ma anche del nuovo EP dei Pinguini Tattici Nucleari, perché i campi semantici in cui navigano le canzoni sono gli stessi che si trovano nel libro. Sia lui, sia gli altri Pinguini, hanno condiviso e condividono lo stesso tipo di esperienze. Così come la morena omologa i cittadini, così anche fa il furgone che porta i compagni di band ai concerti. Per questo c’è tanto di loro anche nel romanzo; soprattutto Elio [Biffi, ndr], voce e tastiere della band, ha aiutato molto nella parte di confronto: è appassionato di letteratura e conosce alla perfezione la creazione di un personaggio a tutto tondo, in quanto si occupa di crearne per le sessioni live dei giochi di ruolo.
Non ha scritto un concept album, perché non crede sia questo il modo di affrontare un tema, oggi, in ambito musicale. Tuttavia qua e là ci sono tanti indizi, l’invito è quello di andare a cercarli non appena il nuovo singolo sarà fuori (ma dovremo aspettare ancora un po’ di settimane).
Nel mondo musicale, a decidere è il pubblico. Può essere comunità e società ma anche terribile e cattivo, per questo il gruppo ha sempre cercato di indagare chi si trovasse di fronte, soprattutto dopo il successo che ha seguito la partecipazione al Festival di Sanremo. Il loro obiettivo è quello di abbattere le barriere, senza temere il pubblico: se la musica che propongono non piace, la colpa è sempre di chi compone e suona, mai di chi ascolta.
Ci vorrà un po’ di tempo prima di, eventualmente, un nuovo romanzo. Sia perché Ahia! deve mantecare, sia perché un romanzo nasce se c’è necessità di scrivere, se c’è una storia da raccontare. “Finché sto tappato in casa” ci dice “non credo possa ricapitare, soprattutto perché le cose migliori accadono di notte. Ma se la notte ci è precluso uscire, forse è il caso di rivalutare la luce del giorno”.