Recensione
7 Wonders è un gioco da tavolo che non ha praticamente bisogno di presentazioni: i loghi sulla scatola della prima edizione, che descrivono i premi vinti durante i 10 anni trascorsi dall’uscita sul mercato, si rivelano parecchio eloquenti. Ma, anche senza loghi, 7 Wonders rimane per me un vero e proprio capolavoro, uno dei primi titoli moderni che giocai e che rimane a tutt’oggi uno dei miei preferiti.
Forse è proprio perché non c’era più spazio sulla scatola per quei loghi, che Repos Productions ha deciso, in occasione del decennale, di ripubblicare il capolavoro di Antoine Bauza in una nuova edizione (la seconda, per la precisione), il cui fulcro è un restyle intelligente, volto a valorizzare le splendide illustrazioni e a migliorare l’ergonomia di un titolo imprescindibile per giocatori e non.
Ringraziando Asmodee Italia per averci inviato una copia per questa recensione, nella quale andiamo a vedere e a spiegarvi cosa cambia e cosa no nella nuova edizione di 7 Wonders.
Il gioco, in breve
Come accennavo qui sopra, 7 Wonders è divenuto, nei suoi dieci anni sul mercato, un vero e proprio classico moderno: noi ne parlammo tempo fa, e vi invito ad andare a leggere il nostro articolo per avere un’infarinatura sul flusso di gioco, o a consultare il regolamento, disponibile gratuitamente online.
Giocabile fino a 7 giocatori, semplice da spiegare ma profondo da giocare, 7 Wonders ha goduto in questi anni di varie espansioni e di un favoloso spin-off per 2 giocatori, chiamato 7 Wonders Duel; tutte le espansioni, ad eccezione di Babel (che di fatto è l’espansione più debole e bistrattata), saranno ripubblicate nella nuova versione nel corso dei prossimi mesi.
La nuova edizione
In cosa consiste la nuova edizione di 7 Wonders?
Le novità sostanziali possono riassumersi in due punti principali: l’aspetto grafico e il bilanciamento delle carte.
Partiamo da quello più evidente, ovvero l’aspetto del gioco: 7 Wonders, e questo non devo certo dirvelo io, è un titolo che gode di una parte grafica davvero magnifica; le illustrazioni di Miguel Coimbra, infatti, rendono ogni singola carta e plancia una gioia per gli occhi, riuscendo ad evocare in chi gioca la perfetta idea delle antiche civiltà che andremo ad impersonare durante la partita; è pur vero però, e chi ci ha giocato potrà convenirne, che dopo un po’ l’ambientazione tende a perdere interesse rispetto ai simboli rappresentati sulle carte stesse e alle combinazioni che ci garantiscono punti vittoria, tanto che, proprio per regolamento, non appena giocate, le carte vanno impilate per colore, lasciando visibili solo i simboli.
Tuttavia, si è deciso di valorizzare gli splendidi disegni, innanzitutto ingrandendo le plance meraviglia (che rimangono comunque sempre ben visibili di fronte ai giocatori), impreziosite ora da una differenza grafica tra fronte e retro: lato A e B di ciascuna meraviglia (differenti in quanto a poteri e meccaniche), infatti, sono ora divenuti lato giorno e lato notte, mostrandoci il disegno in versione notturna o alla luce del sole.
Assolutamente non impattante a livello di gameplay, quanto assolutamente bellissimo da vedere.
A plancia più grande corrisponde minor spazio disponibile su tavolo; il redesign delle carte risponde a questa problematica, rivedendo la disposizione dei simboli, in modo tale da poter impilare le carte occupando meno spazio. Apprezzabilissima è la scelta di adottare, per le concatenazioni degli edifici tra le tre ere, la simbologia già presente nello spin-off 7 Wonders Duel, in modo tale da fornire tale informazione in modo più immediato.
A totale favore di immediatezza ed usabilità segnaliamo l’escamotage utilizzato per rendere il gioco totalmente fruibile anche alle persone daltoniche: ad ognuno dei tipici colori del gioco è infatti associato un simbolo, in modo tale da permetterne il riconoscimento in modo semplice.
Le carte, inoltre, sfoggiano ora un delizioso dorso metallizzato, che lavora anch’esso a favore di utilizzabilità, andando a dirimere la remota ma possibile confusione tra colore delle ere e degli edifici.
Chi vi scrive, però, vi suggerisce senza indugio l’utilizzo di bustine per proteggere adeguatamente le carte.
Anche i segnalini e le monete hanno subito una cosmesi, e la scatola si è fatta leggermente più grande ed in grado di accogliere in modo molto agevole le carte imbustate, ma credo anche quelle delle espansioni (questo è però da verificare). Inoltre, il restyling l’ha resa a mio avviso più elegante.
Nella scatola troviamo ovviamente il regolamento, anch’esso beneficiante di un’opera snellente, che lo rende più conciso e chiaro ed elimina il regolamento per giocare in due persone: non piaceva a nessuno, e poi c’è Duel…
Per ammirare tutto il ben di Dio contenuto nella confezione, dirigetevi tosto all’album del nostro unboxing, qui.
Se il restyling grafico salta immediatamente all’occhio, non è così immediato accorgersi delle scelte di bilanciamento apportate a carte e plance; vi lascio il link ad una discussione su BGG che ne tratta diffusamente, limitandomi ad apprezzare il voler limare le poche imperfezioni del gioco originale dopo 10 anni, anche magari in virtù delle espansioni che lo hanno arricchito in questo decennio.
Proprio delle espansioni volevo parlarvi, infine: pur non essendo oggetto di questa recensione, come vi accennavo prima, anch’esse godranno di una nuova edizione, impostata graficamente come questa ed arricchita di alcuni nuovi contenuti; a partir dal mese corrente saranno tutte ripubblicate tranne Babel (storicamente l’espansione meno apprezzata) e il Wonders Pack, di cui ancora non si ha menzione.
È importante sottolineare, a tale proposito, che la nuova edizione di 7 Wonders è compatibile solo con le espansioni ripubblicate nella nuova versione, a causa del dorso delle carte rivisto.
In conclusione
Sono passati 10 anni e tanti, tantissimi premi, ma per il sottoscritto 7 Wonders rimane un gioco bellissimo e divertentissimo; è un piacere vederlo risplendere nella nuova edizione, anche se a mio avviso forse poco motivata: non è di certo un titolo introvabile o difficile da trovare, anzi.
Direi che il gioco di per sé lo consiglio a chicchessia, ma se lo avete già nella vecchia edizione poco male, trovo poco sensato ricomprarlo, dato che questa nuova edizione nasce prevalentemente e sostanzialmente come restyling grafico, più che di sostanza.
Occhio alle espansioni, inoltre, e alla compatibilità con la vostra versione.
Tanti auguri, 7 Wonders!
Nerdando in breve
7 Wonders è un capolavoro e un nuovo classico del gioco da tavolo, e questa seconda edizione gli rende perfettamente giustizia. Consigliatissima soprattutto se non lo avete ancora in libreria, tempo di rimediare!
Nerdandometro: [usr 4.3]
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